Tempo di lettura: 6 minuti

Non è tutto oro ciò che luccica

Alla parola “e-commerce” quali nomi ti vengono subito in mente? Siamo sicuri che stai pensando ad Amazon, eBay, Zalando, o a simili marketplace conosciutissimi. 

Non è sbagliato, ma sai che ne esistono milioni di altri? 

Complice la pandemia, secondo il report di maggio 2021 di Casaleggio Associati, in Italia 10.467 nuove imprese si sono registrate con il codice ATECO del commercio online (+50% in un solo anno). Mentre, le PMI già esistenti che hanno aperto un e-commerce sono in vistosa crescita (oltre il 17%), in aggiunta a quelle (27%) che hanno scelto soluzioni come il social commerce o la vendita tramite l’utilizzo di form online.

Secondo il report, in Italia si stima che il fatturato annuo in vendite digitali sia di oltre 48.2 miliardi di euro e che più di una persona su due abbia interagito online con i brand durante questo 2021. Infatti, con il termine e-commerce intendiamo il processo di acquisto e vendita di prodotti con mezzi elettronici, come le applicazioni mobili e Internet.

È dunque tempo di non considerare più le vendite digitali come parti residuali del proprio business. Aprire un e-commerce è sicuramente un’occasione d’oro da valutare. 

Ebbene sì, da valutare, in quanto un conto è realizzare l’idea che hai in mente (a volte fallace e incompleta) e un conto è soddisfare gli obiettivi della tua impresa. 

Infatti, noi di Creeo Studio preferiamo dirti di non fare un e-commerce, anziché accettare la tua richiesta, realizzarlo e poi vederlo fallire in poco tempo.
Vediamo il perché.

 

Quali domande devi farti prima di aprire un e-commerce?

Ecco un breve elenco di domande che ti consigliamo di porti prima di decidere di aprire un e-commerce di proprietà.

  • I tuoi competitor lo possiedono? Non è una domanda banale: se i tuoi avversari in affari non l’hanno ancora aperto probabilmente c’è una ragione. Farlo perché “tutti ce l’hanno” o “non ce l’ha nessuno” è una scelta estrema e superficiale.
  • Hai abbastanza volumi di ricerca? Valuta se le ricerche online sono a tuo favore (ad esempio, vendi tavoli, ma nessuno ha cercato “tavoli” online). O, al contrario, se i tuoi prodotti hanno troppa competizione per riuscire ad essere trovati e acquistati su un e-commerce che propone un’offerta specifica, ma limitata (es. produci e vendi solo “rivetti”).
  • Hai un prodotto adatto al web? È facilmente standardizzabile e veicolabile online  oppure i tuoi clienti necessitano configurazioni ad hoc e/o consulenza costante?
  • Hai studiato un’offerta di prodotti dedicata alla tua presenza online?
    Devi pensare a come declinare i tuoi prodotti o servizi per renderli online-oriented, ossia fruibili online. Puoi inventarti delle box, dei bundle, dei campioncini, delle limited edition che si possono acquistare solo online. In genere, gli aggregati funzionano di più rispetto ai prodotti singoli. Inoltre, ricorda che le varianti si gestiscono diversamente rispetto al brick & mortar che dir si voglia – (ad es. se sei un ristorante non puoi proporre la tua specialità online se questa deve essere servita bollente etc.).
  • L’e-commerce è un investimento di tempo e risorse sostenibile per il tuo business? Non aprirlo se non hai una struttura per gestirlo: gli ordini che ricevi sono da evadere subito, i resi sono da organizzare, bisogna avere un minimo di customer care, ci sono i costi di spedizione, etc.
    Infine, non farlo se non hai la possibilità di sostenere un budget di promozione (anche multicanale) dedicato a comunicare le novità online al tuo pubblico di riferimento.  

Ricordati che aprire un e-commerce significa aprire un negozio a tutti gli effetti: devi costruire l’insegna, assumere i commessi, gestire i pagamenti, preparare le vetrine e presentare i tuoi prodotti in modo curato e accurato.

 

Dove puoi vendere online i tuoi prodotti?

Ricordati che se vuoi vendere i tuoi prodotti online non sei costretto ad aprire un e-commerce: puoi appoggiarti a marketplace come Etsy, eBay, Amazon e molti altri. 

Quali sono i pro e contro dei marketplace online? Vediamoli insieme.

Pro marketplace

  • Velocità di attivazione e presenza sul mercato: apri un account in poco tempo e non hai investimenti pubblicitari iniziali da sostenere (il marketplace fa solitamente comunicazione per agevolare tutti i rivenditori al suo interno).
  • Ridotti costi di realizzazione, di manutenzione e di aggiornamento tecnologico. Per esempio, esce un nuovo sistema operativo non compatibile con l’e-commerce su mobile? Il marketplace è tenuto a risolvere il problema in autonomia.
  • La logistica è più facile: non devi pensare a costruire l’architettura, gestire la distribuzione, il magazzino, etc.
  • Conti su un’ampia rete di recensioni: il passaparola è da sempre il motore dell’economia, anche online.

Contro marketplace 

  • Non sei proprietario dello strumento quindi hai dei precisi vincoli da rispettare: non hai la libertà di comunicare e impostare i contenuti a tuo piacimento (es. vuoi mettere un video di prodotto? Magari non si può.), non gestisci le categorie o la creazione dinamica di bundle.
    Tecnicamente sei in casa di altri, quindi fai quello che dice il “condominio”!
  • Sei in balia di decisioni esterne: da un momento all’altro le condizioni di vendita potrebbero cambiare (es. vendi vino, ma il marketplace, in preda a una svolta healthy, decide di eliminare gli alcolici dal catalogo).
    Argina il problema scegliendo bene il tuo “centro commerciale” in funzione del tuo prodotto.
  • Non hai la proprietà dei dati: in un mondo data-driven, l’attività di profilazione utente, di re-targeting o di comunicazione diretta, non si può realizzare perché gli utenti forniscono i propri dati solo al marketplace. Puoi solo indirizzare il traffico alla tua “seconda casa” in post-acquisto.
  • È economico sulla marginalità del prodotto: tutti i Pro vengono forniti ai rivenditori perché c’è una provvigione medio-alta. Per questo torniamo al primo postulato: “è sostenibile per il tuo business?”.

Del resto, la botte piena e la moglie ubriaca non si possono avere. Anche se la decisione tra marketplace o e-commerce non è un aut-aut: sono da intendere come due strade parallele e non come un tunnel a senso unico. Per esempio, puoi partire da un marketplace e poi, una volta che sei pronto, aprire il tuo e-commerce e decidere di tenere entrambi.

 

La strategia di vendita online

Ci vuole tempo. Il digitale è più veloce del fisico, ma non immediato. Aprire un e-commerce è tecnicamente questione di minuti, ma poi farlo funzionare è tutto un altro discorso.

Qualunque scelta compi, bisogna stabilire a priori una strategia e poi saperla applicare. Per questo non puoi prescindere da un digital strategist, da un social media manager e da tante altre figure deputate alla strategia. Una strategia che è, in questo caso, per forza di medio-lungo termine.

Ricorda che aprire un negozio online – ovunque esso sia – e poi non saperlo gestire, è come aprire un magazzino senza un magazziniere o un ristorante senza camerieri.

Ciò significa che non puoi non avere cura di quello che commissioni, senza troppe differenze tra online e offline. Per questo preferiamo valutare insieme se per il tuo business aprire un e-commerce è efficace e sostenibile, anche al costo di spiegarti perché è meglio non aprirlo.
E poi, sviluppare insieme la strategia più adatta con cui provare a farlo diventare un successo e non un rimorso.

 

Vuoi approfondire il tema e-commerce? È in uscita un approfondimento sul nostro Blog!
Appuntamento ai prossimi articoli di Alleanza Digitale a cura di Creeo Studio.