Edifici in zone a rischio idrogeologico: problema anche lecchese

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La frana che nel 2013 si è abbattuta su alcune abitazioni e su veicoli parcheggiati a Monte Marenzo
Frana - galbiate - via del tuf (3)
Uno smottamento avvenuto in via del Tuf a Galbiate

LECCO – Secondo i dati raccolti dal rapporto Ecosistema Rischio 2016 di Legambiente, in Lombardia il 14% del territorio è esposto a rischio idrogeologico.

Si tratta di un’area di oltre 3300 kmq – pari all’estensione delle intere province di Varese, Como e Lecco messe insieme – soggetta a forte pericolosità per frane o alluvioni.

“E non si tratta solo di aree agricole o disabitate” sottolineano dall’associazione. Infatti, nel campione di 241 comuni (il 27% dei comuni a rischio della regione) che hanno risposto all’indagine di Legambiente, ben i 2/3 (il 65%) segnalano la presenza di abitazioni nelle aree a maggior rischio, e addirittura in un comune su 5 (il 22% del campione) “interi quartieri – scrive Legambiente – convivono con una condizione severa di rischio connesso a gravi eventi naturali”.

 

La frana che nel 2013 si è abbattuta su alcune abitazioni e su veicoli parcheggiati a Monte Marenzo
La frana che nel 2013 si è abbattuta su alcune abitazioni e su veicoli parcheggiati a Monte Marenzo


Nel lecchese non mancano situazioni problematiche, segnalate dall’associazione ambientalista, a partire dal capoluogo dove si riscontrerebbe la presenza di fabbricati, strutture sensibili (commerciali, turistiche) e intere zone residenziali in aree a rischio idrogeologico.

Lo stesso vale per il territorio di Oggiono dove alcune delle costruzioni situate in luoghi a rischio, secondo il rapporto di Legambiente, sarebbero state edificate nell’ultimo decennio.

Anche Airuno, Torre de Busi, Colle Brianza sono nella lista dei Comuni monitorati da Legambiente per la presenza di edifici residenziali in aree considerate a rischio idrogelogico. A Galbiate e a Monte Marenzo, come a Lecco, si parla di zone abitative edificate in luoghi potenzialmente esposti ai rischio idrogeologico; nel comune calolziese, oltre alle case, anche fabbricati.

 

Episodio franoso nel gennaio del 2014 a Malavedo
Episodio franoso nel gennaio del 2014 a Malavedo

In Valsassina, a Cortenova Legambiente  segnala case, fabbricati e strutture sensibili posti in luoghi a rischio.

Manutenzioni e interventi mitigatori sono effettuati dalla maggior parte dei comuni lecchesi, solo Costa Masnaga, Galbiate e Monte Marenzo non hanno provveduto nell’ultimo biennio ad aggiornare il piano d’emergenza comunale. Colle Brianza e Costa Masnaga hanno attuato delle delocalizzazioni di case e fabbricati da aree di rischio.

“La prevenzione del rischio, nelle zone in cui sono presenti abitazioni, scuole, ospedali o aree produttive, richiede un efficace sistema di allerta e di protezione civile, ma anche la pianificazione di interventi atti a mettere la giusta distanza tra aree soggette a eventi catastrofici e insediamenti umani – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Per questo sono importanti strumenti come i Contratti di Fiume, che però in Lombardia non sono dotati della provvista finanziaria adeguata a far fronte a rilevanti interventi, quali le delocalizzazioni di edifici e quartieri. Inoltre per ridurre il rischio alluvionale occorre limitare l’impermeabilizzazione dei troppi suoli coperti da edifici e infrastrutture, dando efficace attuazione alla recente legge regionale sulla difesa del suolo”.