“La raccolta differenziata non decolla, intanto importiamo rifiuti”

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VALMADRERA – La raccolta differenziata? “Nel lecchese non è mai decollata. Da anni siamo fermi agli stessi livelli, anzi, nell’ultimo anno è pure peggiorata”. E’ ancora una volta il Comitato Rifiuti Zero a porre l’accento sulla questione ricordando come le più rosee previsioni del passato siano state smentite.

Nel 2016 la quota di raccolta differenziata si è fermata al 61,6, lo 0,3 in meno rispetto al 2015, e dal 2012 è rimasta pressoché su valori analoghi. Il grafico che ne traccia l’andamento appare in effetti come un encefalogramma piatto

Il forno di Valmadrera lo scorso anno ha bruciato 102 mila tonnellate di immondizia, il dato emerge dall’ultimo rapporto della Provincia, lo stesso ente che nel 2008 aveva previsto per il 2015 quasi il dimezzamento di quel valore (69 mila tonnellate) se si fosse introdotta la tariffa puntuale. “Una misura che sollecitiamo da ormai tre anni ma che ancora oggi, salvo alcune piccole sperimentazioni, non è stata introdotta. Eppure sarebbe lo strumento migliore per incrementare la differenziazione dei rifiuti sul nostro territorio” sottolinea Gianni Gerosa, del direttivo del coordinamento

Le proiezioni sul 2015 che erano state effettuate nel 2008 prevedendo l’introduzione della tariffa puntuale

Ed in effetti, nella prospettiva ipotizzata dall’ente provinciale, nel 2015 la raccolta differenziata avrebbe potuto toccare le 117 mila tonnellate con l’introduzione della tariffa puntuale, invece oggi il dato tocca solo le 95 mila tonnellate.

I dati ufficiali dello smaltimento dei rifiuti nel 2016 in provincia di Lecco

Restando sui dati realmente rilevati lo scorso anno, notiamo circa un terzo dei rifiuti inceneriti a Valmadrera provenga da fuori provincia (31 mila tonnellate di rifiuti urbani) prevalentemente da altre province lombarde, raddoppiati rispetto al 2015, in parte importati da Desio che ha dovuto fare i conti con lo stop del proprio inceneritore. A questi si sommano 8 tonnellate di rifiuti ospedalieri di cui solo il 7%, specificano dal coordinamento, sarebbe di provenienza lecchese.

“L’inceneritore di Valmadrera è evidentemente sovradimensionato rispetto alle nostre esigenze, così si uccide la raccolta differenziata – ha denunciato Gerosa – nel frattempo si porta avanti il progetto del teleriscaldamento, il lotto per la nuova turbina è stato appaltato e si inizia a parlare di project financing seppur il lotto B sia oggi sospeso. L’Autorizzazione ambientale integrata dovrà essere rivista entro gennaio del prossimo anno e l’età del forno si allungherà al 2034, nonostante si sia dichiarato di volerlo chiudere entro il 2030”.

Il coordinamento punta il dito anche sullo smaltimento degli ingombranti, 9 mila tonnellate di cui solo 344 tonnellate avviate al recupero, le altre 8,8 trasferite in altri impianti, in provincia e fuori provincia, “vengono smaltiti altrove ma non ci è noto dove”.

I rifiuti differenziati affluiscono invece all’impianto di Seruso, 50 mila tonnellate nel 2016, “di queste, 41 mila tonnellate avviate al recupero, di materia o di energia, in questo secondo caso significa che vengono bruciate per produrre energia, non sappiamo quante”.

Nessuna notizia, segnalano dal coordinamento, rispetto all’indagine epidemiologica sugli effetti dell’inceneritore, che stabilirà se vi siano ricadute sulla salute pubblica. “Sappiamo che Tecno habitat ha già consegnato a Silea il modello di ricadute dei fumi, ma ancora non è stato reso pubblico”.