Raccolta dell’umido meno odorosa e più risparmiosa…

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Come smussare i difetti della raccolta differenziata e nello specifico dell’umido? E ancora, come risparmiare sulla raccolta?
Ecco la proposta di un lettore avanzata all’Amministrazione comunale di Lecco, già adottata per esempio dal vicino comune di Monte Marenzo…

Situazione generale di crisi e regole imposte riducono, si dice e ci credo, le finanze comunali a scarsezza e difficoltà. Voglio con questa mia proposta dare un contributo al risparmio sulla spesa, diretta del Comune o dei cittadini. Propongo una modalità per la raccolta della frazione umida dei rifiuti la quale, ove funzionasse, ma dove sperimentata funziona, porterebbe a un considerevole risparmio sui costi di quel servizio.
La proposta è abbastanza semplice e, schematicamente, consiste nella adozione di un contenitore domestico per l’umido, diverso da quello in uso nelle famiglie, ossia di un cestello aerato rispetto al secchiello chiuso.
L’esito di questa applicazione porterebbe alla riduzione da tre a due dei passaggi settimanali per il ritiro del rifiuto umido presso le abitazioni.
Con un allegato (che viene riportato in fondo alla lettera, ndr) riassumo le ragioni che integrano quel fenomeno, pur se sin da ora credo che non sia, almeno in teoria, sconosciuto all’Amministrazione comunale, anche se, confesso, non avendone mai sentito parlare in sede locale, la cosa mi ha un po’ meravigliato.
Non insisto, perché è già chiarissimo, sul risparmio che si avrebbe applicando quel sistema; tale risparmio, che l’Amministrazione otterrebbe sull’appalto, a scelta della stessa potrà essere o meno “girato” a beneficio del cittadino sulla tassa rifiuti. Ma, come chiarito nell’allegato, questo nuovo sistema non poggia solo sui vantaggi economici, ma migliora il servizio anche sotto l’aspetto igienico e ambientale.
Una cosa appare certa: i Comuni che già hanno adottato quel sistema, risparmio e miglioramento li “toccano con mano”. L’adozione, nel territorio provinciale, dovrebbe riguardare una quindicina di Comuni, oltre a una decina che lo stanno avviando“.

Umberto Cogliati

Allegato:

Si riassumono nel merito le ragioni di utilità dell’adozione del cestello aerato sia sotto l’aspetto economico che di miglioramento del servizio sin dalla gestione domestica.

1. Il cestello traforato aerato, nel quale si ripone il classico sacchetto in mater bi, e che è dotato di manico antirandagismo, produce i seguenti effetti positivi:

a) Essendo traforato e quindi circolando aria, non si forma più la condensa (con liquido spesso maleodorante), e questo è un primo chiaro vantaggio igienico.

b) Sempre la circolazione dell’aria fa sì che lo stesso rifiuto immesso essicchi, riducendo il suo peso (e in parte il suo volume).

c) L’obiezione a monte secondo la quale l’aerazione del cestello è essa causa di emanazione di cattivi odori, è stata ampiamente smentita da tutti gli esperimenti compiuti. In pratica, se così si può dire, è l’aria in entrata che “vince” sul contenuto del sacchetto/cestello producendo i benefici sopra richiamati.

2. La raccolta diminuisce.

a) Ora nella città di Lecco i passaggi per la raccolta settimanale dell’umido sono tre; anzitutto è, già oggi, assai verosimile che molti nuclei familiari non “portino fuori” il contenitore/secchiello tre volte la settimana, ma solo due (la punta dei “sempre tre” è nella buona stagione).

b) La capienza del secchiello oggi in uso (7 litri o 10 litri) si potrebbe trasferire uguale sul cestello aerato; questa duplicità non influisce sui benefici acquisiti applicando il nuovo metodo che, combinato con la riduzione dei passaggi, porta ad ottenere l’ottimo auspicato.

c) Con l’avviamento del nuovo regime, tuttavia, ove si preferisse standardizzare il contenitore domestico su un’unica capacità, è consigliabile quello da 10 litri.

d) In pratica, la situazione a oggi gioca a favore di un miglioramento del servizio “umido”, sia per le migliorie dentro l’abitazione che per la riduzione dei passaggi del ritiro, con un conseguente vantaggio economico e ambientale per la comunità. Può essere che, globalmente, la riduzione complessiva ottenuta nel peso della frazione umida, portando a una riduzione del tonnellaggio, produca un ulteriore margine di risparmio che si aggiungerebbe a quello dato dalla riduzione dei passaggi del ritiro.

3. C’è il problema della prima dotazione dei nuovi cestelli aerati a tutte le famiglie (la dotazione di sacchetti proseguirebbe come oggi in uso). Si consideri che questa spesa, comunque contenuta e “una tantum”, potrebbe essere ricuperata in prima istanza sulla tassa rifiuti. E in qualche modo vi è la possibilità di coinvolgere la società SILEA la quale, anche per sostenere questa “evoluzione”, rifornisce i Comuni che intendono avviare quel servizio.