Acqua pubblica: tutti d’accordo ma all’appello c’è solo un lecchese

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LECCO – Sono 33 i candidati alle elezioni regionali che hanno aderito all’Appello lanciato nelle scorse settimane dal Coordinamento regionale Acqua pubblica della Lombardia. I candidati, se eletti, si impegnano a formulare, nei primi 100 giorni del nuovo governo regionale, una nuova legge regionale che garantisca la gestione totalmente pubblica dell’acqua in Lombardia.

I 33 candidati che hanno aderito, che si presentano in diverse province, appartengono a Lista di Etico – A Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Movimento 5 Stelle. Di questi, almeno per ora, è segnalato solo un lecchese: il consigliere comunale e candidato per Etico, Sandro Magni che è già parte del Comitato lecchese per l’Acqua Pubblica e Beni Comuni.

Tra i candidati presidenti, hanno risposto all’appello del Coordinamento Umberto Ambrosoli (coalizione di Centrosinistra) e Silvana Carcano (Movimento 5 Stelle).

Ambrosoli ha segnalato al Coordinamento Acqua pubblica che nel suo programma di coalizione, nella parte dedicata all’acqua, è previsto l’impegno a “portare a compimento l’attualizzazione e lo sviluppo del quadro normativo non limitandosi a modificare la L.R. 21/2010 ma varando in tempi brevi una legge che disciplini la materia in tutti i suoi aspetti, nel rispetto dell’esito del Referendum…”.

Carcano scrive che “l’acqua pubblica è la nostra prima stella, delle cinque; vogliamo vedere finalmente attuata la volontà che ben 27 milioni di cittadini hanno espresso con il Referendum, ma che troppe amministrazioni stanno ignorando. È necessario restituire all’acqua la sua connotazione di bene pubblico, non mercificabile e dalla cui gestione deve essere esclusa ogni possibilità di investimento retributivo. …”.

Il Coordinamento regionale Acqua pubblica della Lombardia ricorda che nell’appello si chiede:

1) di assumere come impegno dei primi cento giorni la formulazione di una legge regionale specifica sul governo e la gestione delle risorse idriche e dell’intero ciclo dell’acqua per tutti gli usi, evitando qualsiasi tentativo di mercificazione della risorsa e di privatizzazione della gestione;

inoltre e in particolare rispetto al Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), si chiede che:

2) il S.I.I., inteso quale insieme delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue, sia classificato come un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica;

3) il S.I.I. sia organizzato sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO) corrispondenti ai bacini idrografici;

4) le province, i Comuni e la Città metropolitana organizzino il S.I.I. affidandone la gestione, per ciascun bacino, a soggetti di diritto pubblico;

5) la gestione del S.I.I. sia ispirata a promuovere il risparmio idrico e l’uso dell’acqua di rubinetto da bere.