Aperto il rifugio della Caritas: un caldo riparo per i senzatetto

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LECCO – Un luogo per trascorrere la notte al riparo dal freddo e ‘scaldare’ anche il cuore, riscoprendo quel calore umano che spesso la vita in strada costringe a dimenticare: il rifugio notturno per i senzatetto dalla Caritas ha riaperto le sue porte lunedì ad Olate, nella struttura di via Caldone.

I volontari hanno atteso in serata i primi ospiti insieme a don Ettore Dubini e a don Marco Tenderini, parroco di Bonacina. E’ il secondo anno dopo il trasferimento del rifugio dall’immobile parrocchiale di San Nicolò all’ex asilo Casa Vincenza, decisamente più nuovo e accogliente rispetto al vecchio stabile in centro città.

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Venticinque i posti letto disponibili, di cui cinque destinati alle donne, i bagni e le docce, infine un locale con tavoli e sedie dove chiacchierare o dedicarsi alla lettura. Una trentina i volontari impegnati in aiuto del prossimo: “Arrivano da tutta la provincia – ci dice don Marco – il momento in cui c’è più necessità è durante l’accettazione, dalle 20 alle 22, quando arrivano gli ospiti; due volontari e un custode restano poi l’intera notte per ogni evenienza”.

Don Ettore Dubini e Don Marco Tenderini
Don Ettore Dubini e Don Marco Tenderini

Lo scorso anno il rifugio, da novembre a fine marzo, ha offerto accoglienza complessivamente ad una novantina di senzatetto, stranieri ma anche italiani. “Ognuno porta con sé una storia diversa – racconta don Ettore – spesso tra chi arriva da fuori vi è un percorso fallito di integrazione che li spinge ad una deriva umana e spirituale, diventano preda di alcolismo e di un malessere che li consuma anche fisicamente. Una separazione coniugale, il vizio del gioco o dell’alcol è spesso causa del disagio che porta sulla strada persone nate qui, ci sono giovani che si allontanano da casa per conflitti familiari. In questo luogo cerchiamo di dare loro non solo un tetto ma anche un conforto e se possibile un percorso di recupero”.

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“Per questo ogni ospite, per poter accedere al rifugio, deve effettuare un colloquio al centro diurno per conoscere le sue problematiche e darci modo di capire come possiamo aiutarlo, in collaborazione con i servizi sociali del Comune – continua don Marco – abbiamo in programma delle iniziative per coinvolgerli che prepareremo insieme alle parrocchie della città, tra cui delle cene tutti insieme per fare sentire loro l’affetto della comunità”.

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