Azzardo: aziende in aumento “ma a Lecco iniziano a chiudere”

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slot machineLECCO – Il gioco d’azzardo non conosce crisi? Secondo uno studio della Camera di Commercio di Milano, che ha elaborato i dati del registro imprese 2012/2013, in Lombardia si sarebbe registrato un aumento nell’ultimo anno delle aziende di questo settore stimato nel 11,4%, passando da 1.342 imprese attive a 1.495.

Un incremento differente nelle diverse province lombarde, con Varese a subire l’aumento maggiore (+45,5%), seguita da Bergamo (+17,7%) e Brescia (11,7%). Lecco non fa differenza, con il suo +18,9% di attività sul territorio rispetto al 2013.

In Italia le imprese del gioco toccano quota 11 mila ed una su sette ha sede in Lombardia (13,7%). Dati che preoccupano l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi:

“La nostra risposta al continuo aumento delle macchinette mangiasoldi in Lombardia continua ad essere la stessa: chiediamo regole ferree per impedire l’accesso al gioco ai minorenni e vogliamo che gli psicologi delle Asl abbiano accesso nelle sale per supportare in modo professionale le tante persone che ogni giorno rovinano se stesse e le proprie famiglie”

Al vaglio del Pirellone una proposta di regolamento che prevede importanti novità a partire dall’obbligo del gestore di chiedere la Carta d’identità che attesti la maggiore età da parte di chi vuole giocare. È inoltre previsto che negli spazi in cui sono installate le slot, possano accedere psicologi della Asl e interloquire con i giocatori, chiedendo loro anche di compilare specifici questionari, per approfondire e studiare le dinamiche del fenomeno.

Da Lecco c’è chi però sottolinea un tendenza inedita che sarebbe già in atto: “La ricerca viene fatta fuori tempo massimo, tra qualche mese sarà già superata dagli eventi. Questi esercizi hanno cominciato a chiudere anche loro, come si può constatare a Lecco – ha commentato il portavoce di Appello per Lecco, Corrado Valsecchi – I soldi con ogni probabilità sono davvero finiti e le famiglie hanno promosso ” un cordone sanitario ” più efficace con il contributo di ASL e associazioni verso i loro cari dediti al gioco compulsivo. Ovviamente nessun abbassamento della guardia e soprattutto rinnoviamo al Governo la necessità di promuovere la riforma di questo settore che tarda a venire”.