Benedizione del Lago e fuochi d’artificio: folla sul lungolago di Lecco

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LECCO – Nel clima gioioso della festa di Lecco un richiamo al patrono di San Nicolò e alla notizia che in quelle stesse ore stava scuotendo le coscienze per l’ennesimo caso legato all’emergenza immigrazione. Un’emergenza in questa circostanza ancora più drammatica dopo che un peschereccio con a bordo 600 persone, ma anche una trentina di cadaveri, era stato soccorso nella notte di domenica nel Canale di Sicilia.

E’ stato il prevosto della città, monsignor Franco Cecchin, a ricordare ieri sera quel dramma citando San Nicolò, “perché il nostro patrono ci richiama la parola del Signore – ha detto prima di impartire la benedizione dal comballo che aveva da poco completato la sua navigazione nel golfo di Lecco – e ci ricorda, lui che arrivava dall’Oriente, quanto accaduto in queste ultime ore, con quegli immigrati giunti purtroppo senza vita nella terra italiana”.

DSC_2161Poi un riferimento al nostro lago (“che è splendido”, ha affermato il sacerdote) e alla città di Lecco con i suoi molti campanili. “Facciamo in modo che non siano dissonanti – ha specificato – anche perché proprio San Nicolò ci esorta a non deporre la speranza”.

Quindi la benedizione con la reliquia del santo, prima di lasciare il posto ai fuochi d’artificio con i quali, come vuole la tradizione, è calato il sipario sulla festa di Lecco dell’ultima domenica di giugno, quest’anno con un’appendice appunto nella serata di lunedì 30 per le avverse condizioni meteo che avevano indotto gli organizzatori a rinviare la processione e lo spettacolo pirotecnico.

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Autorità civili, militari e religiose (con loro e con il prevosto monsignor Cecchin vi era un bel gruppo di festanti ragazzi degli oratori di San Nicolò e Castello) avevano lasciato la Basilica cittadina poco dopo le 21.30 per percorrere – portando oltre alla reliquia anche la statua del patrono – un tratto di lungolago e raggiungere la piattaforma dov’era attraccata la gondola lariana “Rosina”, classe 1904, di proprietà della famiglia Barindelli, durante l’anno all’ormeggio in una darsena di Bellagio.

La breve navigazione poi, come detto, il via ai fuochi d’artificio, ammirati da un gran numero di persone, assiepate in particolare nella zona del monumento ai Caduti.

Quindi l’applauso finale, idealmente indirizzato anche ai responsabili e ai volontari della Ltm – Lecchese Turismo Manifestazioni, cui si doveva la regìa della festa.

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