Bione. La rivincita dei dirigenti: “Né bando, né soldi, né proprietà”

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Il segretario generale Mario Luccisano
I dirigenti comunali Elena Todeschini e Andrea Pozzi insieme al segretario generale Michele Luccisano

 

LECCO – I dirigenti comunali scoperchiano il vaso di Pandora: dopo essere stati sacrificati dalla politica sull’altare mediatico, durante l’incontro in aula consigliare di mercoledì sera svelano le ‘carte’ del caso Bione e della chiusura del centro sportivo, evitata solo per un soffio e con una soluzione che ancora oggi lascia molti dubbi.

E’ il segretario generale Michele Luccisano, sua la firma sulla lettera che intimava ai gestori della struttura la riconsegna degli impianti, a spiegare i retroscena della vicenda e le motivazioni che hanno portato a quella decisione. Motivazioni elencate anche in una lettera indirizzata da Palazzo Bovara all’Autorità Nazionale Anticorruzione e redatta dagli stessi dirigenti.

LA PROROGA ILLEGITTIMA – Una nuova proroga al contratto, stipulato nel 2007 già prorogato di un anno oltre la scadenza al 31 dicembre del 2016, sarebbe stata “illegittima”, riferisce il segretario, forte del parere analogo anche l’avvocatura comunale aveva espresso già a dicembre e richiesto dall’ex dirigente Maria Lombardi, la quale ha salutato Lecco per un nuovo incarico a Guidonia prima che scoppiasse la ‘bomba’ Bione.

Il differimento della consegna degli impianti, decisione presa per scampare alla chiusura del centro, rappresenta “una gestione senza titolo” della struttura sportiva, lo aveva scritto lo stesso Luccisano nella lettera recapitata alla Sport Management e lo ha ribadito martedì sera ai consiglieri comunali. Ora si dovrà correre per ottenere entro l’estate le certificazioni di sicurezza mancanti, dopodiché individuare un gestore temporaneo del centro in attesa del bando per il nuovo Bione.

L’assessore Valsecchi mostra la certificazione antincendio scaduta nel 1987

LE CERTIFICAZIONI DI SICUREZZA – Scadute, ancor prima che il centro sportivo venisse dato all’attuale gestione. La Sport Management nei mesi successivi la presa in carico del centro sportivo, quindi già nel 2007, spiega il segretario, avrebbe “diffidato l’amministrazione ad adempiere a queste lacune”.

Pensate che l’ultima certificazione di prevenzione incendi era stata effettuata nel 1977 ed è scaduta dieci anni dopo. Nessuno l’ha più rinnovata. In questo caso è l’assessore ai Lavori Pubblici, Corrado Valsecchi, a sventolare in aula il documento per dimostrare da quanto incredibilmente si trascinasse la questione. La polizza assicurativa di responsabilità civile RCT/RCO per danni coprirebbe invece il centro fino al prossimo luglio.

IL BIONE E’ SICURO? “Non ci sono immediate situazioni di pericolo” ha sottolineato il dirigente Elena Todeschini che l’1 febbraio scorso ha seguito il sopralluogo della commissione comunale al Bione, pur riscontrando problemi non da poco: una porta instabile nel campo da calcio, parapetti non a norma nelle tribune del campo di rugby e di tennis, un unico blocco di spogliatoi agibile tanto che, nonostante i campi siano a norma, potranno essere utilizzati a rotazione per poter usufruire di quello spogliatoio. Le vetrate del palazzetto ritenute pericolose sono state recentemente sostituite.

“La manutenzione ordinaria, straordinaria e interventi migliorativi erano in carico a gestore – precisa il segretario – in parte questo è stato fatto e in parte no”. Tra le mancanze attribuite al gestore anche il “rifiuto” come riferito da Luccisano, del versamento della fideiussione contrattuale.

Il segretario generale Michele Luccisano

IL BANDO PER IL NUOVO BIONE – Lo avrebbe dovuto redigere FinLombarda, ma ancora lo si attende. L’assessore regionale Antonio Rossi aveva imputato la colpa dei ritardi alle richieste di modifiche da parte del Comune, i dirigenti di Palazzo Bovara replicano indirettamente alle accuse definendo il lavoro degli esperti della Regione “un fallimento”.

“La proposta che ci è stata presentata prevedeva interventi solo alle parti calde – gli impianti interni (ndr) – e non gli agli impianti all’aperto per i quali il Comune avrebbe dovuto trovare non così facilmente il modo di gestirli” dice Luccisano.

La critica più forte all’avviso esplorativo, come ha specificato il dirigente Andrea Pozzi, quindi non un vero e proprio bando di gara, prodotto da Finlombarda è in alcune mancanze che i dirigenti avrebbero sottolineato nei mesi precedenti, a partire dall’omissione della situazione relativa alle certificazioni di sicurezza mancanti (“ci saremmo ritrovati nella stessa situazione del 2006” spiega il segretario comunale) così come non sarebbe stata specificata la proprietà demaniale di “una buona parte” del centro sportivo di cui il Comune non è effettivamente proprietario, lo è il Demanio. E ancora i vincoli ambientali relativi alla necessità di bonifica dell’area nel caso scavi. Inoltre, l’impostazione adottata dall’agenzia regionale, non avrebbe impedito, a detta dei dirigenti, all’aggiudicatario di chiudere il centro sportivo durante la fase dei lavori, anziché garantire la continuità del servizio.

Nonostante quanto sollevato dai dirigenti “l’assessore ha voluto proseguire con Finlombarda” ha rivelato Luccisano riferendosi a Stefano Gheza, assessore allo Sport, che ha ammesso la circostanza giustificandosi: “La nostra idea è andare avanti sul lavoro già svolto finora, trovando una sintesi tra le osservazioni dei nostri uffici e quanto preparato  da Finlombarda”.

Il vicesindaco Bonacina e l’assessore Gheza

NEANCHE I SOLDI – Il Comune impegnerebbe per la costruzione del nuovo Bione 3,5 milioni di euro, mai messi a bilancio. “Quella disponibilità non c’è ancora oggi” denuncia il segretario comunale. “Da tempo abbiamo insistito per quei finanziamenti, è come voler fare il fritto senza l’olio” ha proseguito Luccisano. “Le risorse sarebbero state messe a bilancio una volta giunti al progetto” ha precisato però il vicesindaco Francesca Bonacina.

Rivelazioni che hanno lasciato sbalordite anche le opposizioni: “Ora scopriamo che neanche ci sono i soldi ma solo buone intenzioni e chi gestisce oggi il Bione lo fa senza titolo” ha attaccato il consigliere di sinistra Alberto Anghileri. “Viene da pensare che la possibilità di realizzare questo progetto non ci sia mai stata fin dall’inizio” insorge Filippo Boscagli di Ncd. Dalla Lega, Giovanni Colombo grida allo “sputtanamento” e chiede “nome e cognome dei responsabili di questo disastro”. Solo l’ex sindaco Lorenzo Bodega ci va leggero (“Sembra facile fare il caffè, ma non lo è”).

E mentre le minoranze tornano all’attacco, i dirigenti del municipio si prendono la loro rivincita dopo essersi visti scaricare la colpa sulla chiusura del centro sportivo, evitata solo all’ultimo. “Abbiamo fatto pienamente il nostro dovere – sottolinea Luccisano – con intelligenza e competenza”.