Bione, Venturini rincara: “Il Comune verifichi il rispetto delle regole”

Tempo di lettura: 4 minuti

LECCO – Non si esaurisce il botta e risposta tra il consigliere comunale Ezio Venturini e la Sport Management spa, società che gestisce il Centro Sportivo Bione. Dopo la denuncia di Venturini sugli orari di apertura del centro, che per il consigliere non rispetterebbero il contratto di gestione della struttura, e la secca replica della società, giunge ora la risposta dal capogruppo Idv:

“In generale la “concessione di servizio pubblico” è stata definita come un procedimento per mezzo del quale l’autorità concedente, affida ad una persona, fisica o giuridica, denominata concessionario, il compito di gestire un servizio pubblico sotto il controllo dell’autorità concedente. Il concessionario viene remunerato, tramite i canoni che lo stesso percepirà dagli utenti del servizio. Il vantaggio della concessione, soprattutto quando si tratta di servizi di una certa rilevanza, è dato dal fatto che è il concessionario si incarica di reperire i fondi per tutte le opere necessarie a far funzionare il servizio. La concessione costituisce così lo strumento che, in linea di principio, permette la creazione del servizio pubblico senza comportare un costo per l’Amministrazione . Ma è proprio così anche per l’affidamento in concessione della gestione degli Impianti Sportivi Comunali del Bione ?

Il capitolato scrive chiaramente che secondo quanto riportato dall’art. 8 resta a carico dell’Amministrazione Comunale unicamente l’intervento di straordinaria manutenzione consistente nella sistemazione dei viali interni del centro sportivo, spetta altresì all’Ente appaltante la completa sostituzione di parti strutturali degli immobili fatto salvo quanto previsto a carico del gestore dall’art. 7 (la conduzione e la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli immobili, delle strutture, delle attrezzature e degli impianti tecnologici.). Non ostante tutto ciò, non si spiega perché l’Amministrazione Comunale spenda però 150.000 euro per l’impiantistica e spenderà 600.000 euro per la sostituzione delle vetrate della piscina.

Come se non bastasse ci si accorge anche che non vengono rispettati gli orari di chiusura del centro sportivo infatti il capitolato ,che pur si voglia blaterare cercando di arrampicarsi sui vetri confondendo i meno attenti ,parla chiaramente : “ Il centro sportivo e le sue attrezzature devono funzionare tutto l’anno(funzionamento del centro non può intendersi per singoli settori, ma nel suo insieme, quindi durante l’apertura devono sempre funzionare tutte le strutture ,palestra fitness, piscina, tennis, calcetto, calcio ecc. ecc. con idoneo personale in numero sufficiente da garantirne la sicurezza e la fruibilità anche nel rispetto delle vigenti normative.) secondo il seguente orario giornaliero minimo ( minino vuole dire , per chi non abbia abbastanza orecchia per intendere, che meno di così non si può) : dal Lunedì al Venerdì dalle 7.00 alle 22.00 , il sabato dalle 8.00 alle 22.00 e la domenica dalle 9.00 alle 18.00” .

Verrebbe poi da chiedersi se sia lecito chiudere in toto la piscina (cosa mai accaduta nelle precedenti gestioni) per favorire l’attività esclusiva di alcune società sportive considerato che il nuoto è uno sport individuale ed un cittadino non deve per forza essere iscritto ad alcuna associazione per praticarlo. Trattandosi poi di servizio pubblico ed essendo calcolato il valore dell’appalto in base all’offerta ed alla convenzione proposta dall’amministrazione deve ritenersi che la facoltà di modifica di orario non possa essere mai riduttiva o limitante rispetto a quella proposta in sede di gara, eventuali modifiche di orario non possono quindi in alcun caso essere al ribasso, anche se poi il monte ore “risultasse maggiore “ per l’estensione di altre fasce.

È facile capire, allora che le ore sommate di prematura chiusura per alcune attrezzature , quindi un disservizio a scapito del pubblico è indubbiamente un vantaggio per il concessionario ( non rispettando il capitolato ) che si trova a risparmiare personale energia ecc. per tutti gli 8 anni di convenzione che si traduce in un risparmio di parecchie migliaia di Euro, senza considerare quelli che partecipando alla gara a suo tempo tennero ferramente conto delle regole imposte della convenzione nella modalità di svolgimento del servizio trovandosi ora esclusi, ma soprattutto beffati.

Non si possono in pratica tagliare orari a piacimento perché forse poco remunerativi , è come se LINEE LECCO dovesse sopprimere corse di trasporto pubblico serale per alcune zone dove l’afflusso del pubblico si sa diminuisce.

A questo punto penso che l’Amministrazione Comunale ,alle quale con questo testo mi riferisco debba a questo punto fare chiarezza e verificare con capillare responsabilità il tutto ,verificare ad esempio secondo art.9 l’esistenza delle autorizzazioni ed il pagamento dell’imposta di pubblicità dovuta, la visione delle fatture di pagamento alle ditte esecutrici dei lavori e copia delle istanze presentate all’Amministrazione comunale secondo art. 18 , ecc.ecc. inoltre verificare lo stato effettivo di mantenimento del centro sportivo perché ne potrebbe derivare un danno economico rilevante per l’intera cittadinanza trovandosi a fine concessione con una perdita dal punto di vista di valore dell’immobile ed un aggravo di spesa da parte della Amministrazione per poterlo mettere in una condizione accettabile per formulare una nuova convenzione per gli anni a venire .

Da quanto apparentemente sembra ,dopo quanto detto e facendo un giro esterno alla palazzina della piscina dove mancano diversi controsoffitti esterni penso che qualcosa effettivamente bisognerà fare e che indubbiamente come si dice avremo “una bella gatta da pelare”.

Ezio Venturini
Capogruppo Consigliare Italia dei Valori