Branco di lupi a Ballabio? Ipotesi da scartare, ma arriveranno…

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lupo
foto tratta da wwf.it

BALLABIO – Stava correndo, come sua consuetudine, lungo la strada che da Ballabio porta a Morterone, quando si è imbattuto in un branco di cani-lupo.

“Li ho incrociati martedì scorso, erano quattro, con il pelo rossiccio, la luce del crepuscolo non mi ha aiutato a vederli bene, complice anche lo spavento e un pizzico di paura non sapendo effettivamente che tipo di cani fossero” ha raccontato un residente di Ballabio che ci ha contattati e che poi ha aggiunto: “Ho accelerato il passo stando molto attento di non destare la loro attenzione e tenendoli d’occhio, potendo constatare che si muovevano come se fossero un vero e proprio branco”.

La domanda sorge spontanea, è plausibile che fossero lupi? Difficile. Un’ipotesi che la comandante della Polizia Porvinciale Raffaella Forni ha subito scartato così come quella degli ibridi, ovvero canidi selvatici nati dall’incrocio tra cane domestico e un lupo. Le ipotesi più attendibili sono quelle di un branco di cani randagi oppure di un gruppo di cani fuggiti dal padrone, come ha spiegato la stessa dottoressa Forni: “Escludo che siano dei veri e propri lupi, la cui presenza al momento è limitata agli Appennini, Trentino e Valle d’Aosta. Tuttavia, è vero anche che in previsione di un loro possibile arrivo anche nelle nostre zone, già da tempo Regione Lombardia ha attivato dei corsi di formazione, all’interno del progetto Life Wolfalps, ai quali un gruppo di nostri agenti sta partecipando. Siamo in una fase iniziale, propedeutica per poter affrontare in modo corretto un’eventuale criticità”. Non solo, ma Polizia Provinciale e Corpo Forestale dello Stato stanno già lavorando, insieme a Regione Lombardia, alla stesura di un vademecum al quale attenersi nel qual caso dovesse palesarsi la presenza del lupo anche sul nostro territorio.

“Credo che l’incontro di martedì sia stato con un gruppo di cani randagi se non addirittura con un gruppo di cani fuggiti dalla loro ‘dimora’ – prosegue il comandante Forni – Fatto sta che a fronte della segnalazione effettueremo un monitoraggio per cercare di capire qualcosa di più e soprattutto per garantire completa sicurezza ai cittadini”.

Sembrerebbe quindi che nessun lupo possa aggirarsi al momento nei boschi lecchesi o quanto meno non sono state rinvenute al momento tracce che ne abbiano testimoniato anche solo il passaggio, vero è che un loro arrivo non sarebbe da escludere come del resto è stato per i cinghiali (tutt’ora presenti) e per l’orso.

Del resto, se negli Anni ’20 del secolo scorso i lupi vivevano anche nelle nostre zone poi decimati da azioni di bracconaggio e da una vera e propria guerra nei loro confronti con tanto di taglie sulle loro teste; negli Anni ’70, quella del lupo è stata dichiarata specie protetta e successivamente una serie di condizioni ambientali favorevoli, come il ripopolamento della fauna selvatica, ha visto un ritorno del Canis lupus (questo il nome in latino), sul suolo italiano.