Cacciate dal bar, parla una delle ragazze: “Il rispetto a noi non è stato concesso”

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LECCO – “Il rispetto che pretendono purtroppo, nei nostri riguardi, non è stato a noi concesso”. A parlare è una delle due ragazze lesbiche che mercoledì pomeriggio sono state allontanate da un locale pubblico di Pescarenico.

Ci ha contattato per raccontare la propria versione, replicando a quanto affermato dai gestori dell’Oasi’s Bar di Pescarenico, finiti al centro della polverone mediatico, accusati dalle due giovani di un comportamento discriminatorio nei loro confronti.

“La testimonianza del proprietario è alquanto inveritiera, di fatti all’arrivo della Polizia solo la moglie e il barista erano nel locale e solo le loro testimonianze sono stare raccolte, se ci fossero stati anche il proprietario e la figlia sul verbale risulterebbe, ma così non è – ci scrive M.P. (le iniziali del suo nome e cognome) – La sigaretta elettronica è stata si fumata da me previa approvazione del barista che nel tentativo di intimidazione durante la chiamata alle forze dell’ordine è stata ovviamente rimangiata”.

“Il conto – prosegue la giovane – è stato saldato spontaneamente dalla mia fidanzata prima della chiusura con le consumazioni praticamente intatte dato che il clima non ci ha consentito di finirle. In ultimo, è stata solo la proprietaria ad inventarsi, da dietro il bancone ove collocate le bibite alla spina, baci così spinti e il “toccarsi” da voi riportato, ma con le mani sul tavolo una e sulla panca l’altra, ci chiediamo come sia possibile”.

 

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