Cadel Evans a Lecco: “Cascina Don Guanella diventerà un paradiso”

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Cadel Evans ospite nel febbraio 2014 a Casa Don Guanella

Lecco - Casa don Guanella - Cadel Evans febbraio 2014 (19)

LECCO – Da Basso a Evans. Da un campione a un altro grande protagonista delle ultime stagioni del ciclismo internazionale. Il progetto “Cascina Don Guanella” destinato a creare un luogo per l’accoglienza, la cura, la formazione, l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani accolti nella comunità educativa lecchese ha fatto in questi primi mesi del 2014 due importanti passi avanti. E se meno di tre settimane fa ad accogliere Ivan Basso a “Casa Don Guanella” erano stati numerosi appassionati dello sport del pedale, oltre naturalmente ai responsabili, agli educatori, agli operatori e agli stessi ragazzi ospiti della struttura di via Amendola, il bagno di folla si è ripetuto ieri sera, lunedì 17 febbraio, per Cadel Evans.

Il trentasettenne campione australiano vincitore nel 2009 del Mondiale su strada e del Tour de France del 2011 ha dapprima fatto tappa alla cascina di Valmadrera e ha quindi raggiunto “Casa Don Guanella” a Lecco. Al suo fianco, don Agostino Frasson.

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Rispondendo a un’ipotetica ma plausibile domanda su come sia stato possibile ospitare nell’arco di neppure un mese due campioni del calibro di Basso e Evans, il direttore della comunità ha detto: “La Provvidenza ci assiste e noi ce la stiamo mettendo tutta per dare spessore a questo nostro progetto”. “Cadel ha conosciuto oggi l’iniziativa che stiamo portando avanti – ha aggiunto – e subito ha dimostrato interesse e attenzione per gli scopi che vogliamo raggiungere. Questo, per noi, è un grande onore”.

E’ stato quindi proiettato il filmato che – oltre a presentare proprio il progetto “Cascina Don Guanella” – ha ripercorso la vita e la carriera sportiva di Evans, dopodiché il campione australiano ha incoraggiato don Agostino e, con lui, tutti gli altri responsabili e gli operatori della comunità educativa a proseguire sulla strada intrapresa perché “col tempo i risultati arriveranno” e perché quella cascina “diventerà un bellissimo paradiso non soltanto per i ragazzi di oggi ma anche per le future generazioni”. “In effetti lì ci si sente meglio – gli ha fatto eco don Agostino – e si avverte una pace interiore che altrove non si prova”.

Il sacerdote ha poi voluto accanto a sé il dottor Claudio Pecci, medico sportivo, direttore responsabile del Centro ricerche Mapei Sport. A lui si era affidato don Agostino per avere Evans ospite presso la sua comunità e “lui è stato di parola e ce l’ha portato”. “Non è stato così difficile – ha tenuto a dire il dottor Pecci – perché quando ho parlato a Cadel di questo vostro progetto gli si sono illuminati gli occhi”.

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Il campione della BMC Racing, che nel prossimo fine settimana disputerà una corsa in Francia, si è successivamente sottoposto di buon grado alle domande dei numerosi appassionati intervenuti alla cena di solidarietà.

“Quest’anno correrò la Tirreno-Adriatico, poi farò il Giro dei Paesi Baschi e il Giro del Trentino – ha affermato – per arrivare al meglio della condizione al Giro d’Italia, che è il mio vero obiettivo di questa stagione”. Evans ha anche parlato dei suoi allenamenti (“in un anno percorro in bicicletta 35-36mila chilometri e in alcuni periodi dell’anno resto in sella fino a sei-sette ore al giorno”) e della fatica che si accompagna a ogni successo. “Ma arrivare secondo al Tour del 2008 – ha precisato – è stato anche più difficile rispetto alla vittoria ottenuta tre anni dopo nella stessa corsa a tappe francese”.

Prima di raggiungere il salone del “Don Guanella” si è rinnovato il “rito” della firma del murales realizzato da Afran all’ingresso della struttura. Poi tutti a tavola, presenti tra gli altri l’assessore regionale allo Sport Antonio Rossi (“non ho ancora scoperto chi va più forte tra don Agostino e Cadel”, ha detto l’ex campionissimo della canoa nel suo indirizzo di saluto), il sindaco della città Virginio Brivio, il vicequestore Mimma Vassallo e Mauro Lovisari, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Lecco.