Calolzio. Avanti con la multiutility del gas tra le critiche delle minoranze

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Andrea Bonaiti, amministratore unico di Ausm in consiglio comunale

CALOLZIOCORTE – E’ stato approvato con il voto favorevole della maggioranza il progetto di aggregazione societaria che interessa Acel Service partecipata da Ausm. L’ex municipalizzata calolziese, infatti, detiene il 4,54% di Acel Service, società coinvolta nel progetto di fusione per la creazione di una grande multiutility del gas.

A delineare il quadro della situazione, nel consiglio comunale di ieri sera, è stato Andrea Bonaiti, amministratore unico di Ausm. I consiglieri calolziesi, in buona sostanza, sono stati chiamati a decidere se esercitare il diritto di recesso e capitalizzare il valore della società oppure farla confluire con Acel Service nel processo di fusione, con la quota in possesso del comune di Calolzio che verrebbe diluita passando dal 4,54% allo 0,49%.

La partecipazione in Acel in questi ultimi anni ha consentito di portare a casa una cifra media tra i 150 e i 170 mila euro di dividenti all’anno.

Andrea Bonaiti, amministratore unico di Ausm in consiglio comunale

 

“Dobbiamo decidere se comprare o vendere una cosa, ma non ci dicono quanto vale – ha detto il capogruppo della Lega Marco Ghezzi -. Ho delle serie perplessità rispetto a quanto è stato proposto: si è detto che nell’arco di un anno l’utile crescerebbe a dismisura e francamente non mi sembra realistico. Il comune non può fare l’investitore di borsa rischiando di disperdere il capitale raccolto da chi ha avuto la lungimiranza di creare questa società. La mia idea sarebbe quella di recedere o quantomeno chiedo di votare contro senza manifestare il diritto di recesso in modo da avere le mani libere qualsiasi cosa succeda”.

“A livello politico questo sarebbe stato un argomento su cui fare esprimere i cittadini attraverso un referendum – ha detto il consigliere di minoranza Dario Gandolfi -. I numeri, purtroppo, sono impietosi: se prendevamo circa 150 mila euro l’anno di dividendi, nel breve tempo questo valore si dimezzerà e resterà tale almeno per un quinquennio. La mia idea è quella di portare a casa questo capitale (una cifra che si aggira intorno ai 2,2 milioni di euro, ndr) e magari realizzare opere importanti. Io darei mandato per votare contro e al limite fare un altro consiglio per esercitare il diritto di recesso”.

D’accordo anche la Casa delle Sinistre: “E’ una questione molto complicata da valutare – ha detto Eleonora Rota – potevamo sottoporla alla consultazione dei cittadini. Qui si va verso una filosofia imprenditoriale che guarda alle grandi aggregazioni e si abbandona la visione del servizio pubblico. Un soggetto privato forse avrebbe più facilità a scommettere su un’azienda, ma siamo un comune e mi pare più opportuno sfruttare un bene che abbiamo oggi. Votiamo contro”.

Favorevole, invece, il gruppo di maggioranza: “Ci sono tre ragione per cui voteremo a favore – ha detto l’assessore Paolo Cola – In primis nei prossimi 5 anni avremo un incremento del flusso di cassa di circa 100 mila euro, in secondo luogo riteniamo importante preservare un patrimonio importante che c’è, infine accantonare una somma così alta è un rischio nel momento in cui i prossimi governi decideranno di avere più liquidità per reddito di cittadinanza o cose simili”.

Maggioranza favorevole, minoranze contrarie, astenuto il consigliere Valentino Mainetti: approvato il progetto di aggregazione.