Calolzio, il sindaco replica a Brini: “Accuse offensive”

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Cesare Valsecchi, il sindaco di Calolzio
Cesare Valsecchi, il sindaco

 

CALOLZIO – Non è tardata ad arrivare la replica del sindaco Cesare Valsecchi alle dichiarazioni di Dario Brini, Presidente della Carpe Diem Basket.

Nei giorni scorsi infatti Brini, in contenzioso da diversi anni con il Comune di Calolzio per la gestione degli impianti sportivi, aveva ‘bocciato’ l’amministrazione di Cesare Valsecchi definendola come “la peggiore di sempre”. Parole dure, a cui è seguita la replica del primo cittadino, che riportiamo di seguito.

“Corre l’obbligo, nostro malgrado, di tornare sull’argomento sollevato polemicamente dal dott. Brini, che evidenzia astio personale e aspre rivendicazioni di diritti e ragioni che invece non sussistono. Se così fosse, potrebbe presentare subito un’istanza al Tribunale per salvaguardare i propri diritti: perché non lo fa? Non raccogliamo le offese rivolte con parole gravi, sono inaccettabili, ma preferiamo ribadire le ragioni già espresse e che il dott. Brini finge di non comprendere” scrive Valsecchi. “D’altra parte già allora aveva forse fatto finta di non capire il testo e quindi le condizioni incluse nel bando (per la gestione delle strutture sportive comunali, ndr)? Le condizioni sono ineludibili: probabilmente la nostra Amministrazione è tanto odiata perché esige sempre il rispetto delle regole?“.

“Parole come “un sindaco deve essere capace, deve avere idee”, “la peggior amministrazione di sempre”, “tante bugie”, “mai nella storia della città sono stati toccati livelli così bassi… non ha mezza idea, vive nel limbo, come gli ignavi” sono davvero gravi, molto gravi, e credo che si debba invece riflettere se vi siano altri motivi per tale violenza verbale, quali altri obiettivi” prosegue Valsecchi.

“Come sindaco e come Amministrazione non intendiamo scadere ai livelli proposti, così aggressivi e polemici, pertanto ci limitiamo a ribadire le condizioni oggettive (ai fini di una corretta informazione, perché si possa consentire una opinione pubblica fondata sui fatti)”.

“La Carpe Diem Basket ha vinto il bando di gara del 2014 e per vincerlo (e garantirsi la vittoria) aveva fatto un’offerta di ben 300.000 euro.  Perché offrire così tanto? Da parte di un’associazione dilettantistica sportiva? La fideiussione poi, relativa a quanto veniva offerto come investimento per aggiudicarsi la gara relativa alla gestione degli impianti sportivi del Comune, era prevista nel bando e andava effettuata. Una garanzia dovuta a conferma della realizzazione dell’impegno offerto, proposto per vincere la gara. Serietà, trasparenza e garanzia. Il bando comunale era molto chiaro, bastava saper leggere. Il dott. Brini poi non dice nulla del debito che ancora ha in sospeso col Comune, per il mancato pagamento del contributo alla quota dovuta per le utenze durante la sua gestione, che risultano nell’ordine di quasi 30.000 euro”.

“Oltre gli oneri  – continua il sindaco – vi erano anche gli introiti, che derivavano dalla gestione del bar, dalla riscossione delle tariffe versate da chi utilizza gli impianti e dal contributo mensile che viene erogato dal Comune al gestore. Oltre ad evitare al gestore, associazione sportiva, i propri costi di utilizzo degli impianti. E questo metodo serve, oltre a garantire la gestione degli impianti, anche a mantenere molto basse le tariffe di utilizzo degli impianti, come deliberato dalla Giunta”.

“Rende perplessi quindi la non comprensione o non lettura del bando e di quanto era richiesto. Vorremmo escludere che ciò sia avvenuto pensando o sperando che si potesse “chiudere un occhio” o anche due. Apparteniamo davvero a due culture diverse, e comunque ci sentiamo di appartenere alla cultura che vede un amministratore pubblico rispettare e far rispettare la correttezza nell’applicazione delle leggi.

Quando si descrive, dando lezioni, come avrebbe dovuto essere redatto il bando, si intende indicare chi dà gli ordini e chi deve eseguire, cioè l’amministratore “su misura”, e d’altronde la tempistica preelettorale appare quantomeno strana: quindi con chiaro intento di delegittimazione e denigrazione dell’attività amministrativa del mandato ormai concluso in Comune”.

“Altro capitolo poi l’effettuazione dei lavori prima della firma del contratto. Vi sono dei tempi e delle procedure amministrative da rispettare: non si doveva saperlo? Il fatto semplice, che comprende facilmente anche il normale cittadino e non solo l’esperto amministratore-politico, è che nessuno procede a effettuare opere, tantomeno se importanti e con un impegno economico ragguardevole, prima di aver preparato e presentato un progetto e soprattutto concluso e firmato il contratto di gestioneDopo aver vinto il bando, ma non avendo ancora firmato il contratto, la Carpe Diem Basket ha proceduto autonomamente ad effettuare dei lavori, la sostituzione delle luci nelle palestre sportive del Lavello e del Pascolo: il Comune non può rimborsare nulla perché i lavori in questione non avevano seguito le procedure autorizzative  degli uffici comunali, senza presentazione di progetto, come dev’essere e come dovrebbe sapere chi si arroga il diritto e la competenza di giudicare severamente ed aspramente l’Amministrazione comunale”.

L’Amministrazione ha comunque cercato di venire incontro alle esigenze dell’Associazione “Carpe Diem Basket”, tenendo conto dell’importanza e del valore dell’attività sportiva e per risolvere la questione, ma non si poteva andare oltre i 30 mila euro consentiti, limite prescritto espressamente nel contratto e nel bando! Un accordo era stato già trovato nel 2015 (con la copertura finanziaria deliberata) ma il dott. Brini non ha voluto firmarlo.

Per concludere sulla questione, a mio parere, salvaguardare il Comune è la nostra ineludibile priorità; e non possiamo intervenire senza il rispetto delle norme, perché il nostro impegno è stato ed è quello di amministrare con onestà e trasparenza. Abbiamo ridotto l’indebitamento del Comune, i rimborsi spettanti agli amministratori sono stati incomparabilmente meno delle precedenti amministrazioni, e inoltre in questi anni di mandato, ad oggi, grazie alla rinuncia del 30% dell’indennità gli amministratori hanno donato ai Servizi sociali circa 130.000 euro”.

“In un periodo di contrazione delle spese e riduzione del personale, con taglio di spese e riduzione di entrata di oneri, abbiamo dovuto amministrare in anni tra i più difficili, e responsabilmente non abbiamo mai promesso grandi opere urbane ma piuttosto la garanzia dei servizi e la buona amministrazione.

“Per quanto riguarda, infine, l’infelice allusione alle “tasse” del dott. Brini, essendo un medico e non un tributarista, scivola nel grottesco. Col termine tasse si intende quanto si versa per avere una prestazione diretta chiesta dal cittadino, mentre ci si deve riferire alle imposte, e quelle versate al Comune sono ben poche: la Tari per un servizio specifico, ad esempio, mentre chiunque può conoscere come vengono utilizzati i soldi derivanti da imposte, accedendo al sitowww.agenziaentrate.gov.it dove è pubblicato lo specchietto relativo, e non devono essere necessariamente opere pubbliche, certamente più visibili per chi siede al tavolino dei bar, piuttosto che gli “invisibili” servizi sociali. Ma è questione di sensibilità. E di persone”.

“Non so se bisogna essere esperti amministratori per saperlo, certamente son cose che sa il buon amministratore, o comunque le conosce e non vi rinuncia chi si impegna con serietà e trasparenza, assoluta dedizione a null’altro che sia l’interesse pubblico, non per l’ambizione personale” conclude Valsecchi.