Cannabis terapeutica: il “niet” dei professori a Manifesta

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cannabisLECCO – Niente laboratorio di cannabis terapeutica a Manifesta 2015: la proposta avanzata dall’associazione lecchese Cellula Coscioni, che promuove la libertà di cura e di ricerca scientifica, sarebbe stata bocciata dai rappresentanti dell’Istituto Bertacchi, l’unica scuola che visiterà con i propri studenti la fiera dedicata al sociale che si aprirà sabato 23 maggio al Politecnico.

“Spesso si tende a confondere l’antiproibizionismo con un tipo di cura che è ammessa dal 2007 ma che, allo stesso tempo, viene spesso ostracizzata – spiega il segretario di Cellula Coscioni, Sergio De Muro – dal 2008 partecipiamo a Manifesta, proponendo laboratori che hanno toccato gli anni diverse tematiche. Per la prima volta capita che una scuola rifiuti di parteciparvi. E’ una scelta legittima ma che non vorremmo fosse dettata da confusione su quanto da noi proposto. Al contrario ringraziamo gli organizzatori dell’evento che non ci hanno mai posto veti o limitazioni”.

Così, senza studenti a cui presentare l’iniziativa, l’associazione ha deciso provocatoriamente di allestire al proprio stand il ”laboratorio mancato sulla cannabis terapeutica” divulgando materiale informativo sul tema.

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Ecco la lettera che Cellula Coscioni ha scritto all’Istituto Bertacchi:

Gentili Professori,

premettendo che riconosciamo appieno il diritto di libera scelta all’interno dell’autonomia di insegnamento e di programmazione dello stesso, ci permettiamo di inviare a voi ed agli organizzatori di Manifesta 2015 questa nostra lettera, che riteniamo necessario rendere pubblica, a seguito della vostra scelta di rifiutare il laboratorio da noi proposto sulla ”Cannabis Terapeutica”.

Le ragioni per cui abbiamo deciso quest’anno di proporre tale tema sono riassumibili in:
• La cura dei sintomi di numerose malattie che potrebbero andare ad interessare una platea di circa 10 milioni di italiani (nausee, vomiti, spasmi, dolori, ecc.) è fatta con farmaci che, in parecchi casi. risultano inefficaci o parzialmente tali, e/o portatori di effetti collaterali che ne consiglierebbero il non uso ovvero un minore uso, in tali casi, sempre più la prescrizione dei principi attivi della Cannabis come alternativa o in affianco a tali farmaci per ridurne l’uso si fa strada nella comunità medico scientifica

• L’uso dei principi attivi della Cannabis non è sicuramente una novità, ma una riscoperta ed un approfondimento con i nuovi strumenti di ricerca medico-farmacologica, dato che sino ai primi del ‘900 la stessa in forma galenica era tra le preparazione del dott. Carlo Erba, farmacista in Milano e fondatore della famosa ed omonima casa farmaceutica italiana e risultava essere nell’armadietto della Regina Vittoria per curare ad esempio i dolori mestruali

• Nel 2007 si decise previa autorizzazione dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) di permettere l’importazione da altri paesi europei che da tempo l’avevano inserita nei prontuari, ma l’importazione e la prescrizione dei preparati a base di principi cannabinoidi sinora è tra le più complicate, farraginose e incomprensibilmente onerose. Tenuto conto che la mancanza di produzione sul territorio italiano porta ad un aumento dei prezzi per grammo di principio attivo da 6 a 10 volte e che tale principio attivo a livello nazionale non è riconosciuto in fascia gratuita ma totalmente a carico degli ammalati, ne consegue che in numerosi casi si arriverebbe a spendere 3-4000 euro al mese per poter ottenere i benefici necessari costringendo spesso i meno abbienti a rivolgersi ad un mercato alternativo correndo il rischio di ottenere del prodotto di cui non si sa la provenienza, la composizione, il valore dei principi attivi e, in ultimo ma non meno grave e importante, rischiando inoltre di essere arrestati per acquisto di sostanze stupefacenti

• Le malattie più importanti interessate da un possibile beneficio derivante dai principi attivi cannabinoidi sono: le malattie oncologiche anche in fase terminale (inappetenza, riduzione degli effetti collaterali nell’uso antidolorifico, etc) le malattie neurodegenerative (SLA, sindrome di Thourette), gli stati di ipermotilità negli adulti e negli stessi bambini, oltre a glaucoma, anoressia, ad alcune cefalee; si sono iniziati inoltre studi sui possibili effetti nei casi di Parkinson e Alzheimer visti gli effetti neuroprotettivi di tali principi attivi.

Questo è quanto era nostra intenzione comunicare in quell’ora di laboratorio e ci ha lasciato un po’ dispiaciuti la vostra scelta di escludere le vostre scolaresche da tutto ciò.

L’attualità più che nota di tali informazioni e della problematica che queste veicolano, la compassione che richiama ad una maggiore attenzione a malati terminali o di notevole gravità non crediamo possano essere escluse dal bagaglio di studentesse e studenti che si apprestano a rivolgersi alle future generazioni per fornire loro le basi morali e di conoscenza necessarie al loro futuro.

Sperando in un vostro prossimo interesse a tale argomento proponiamo la nostra disponibilità ad un incontro sul tema durante il prossimo anno scolastico e vi comunichiamo che, se interessati, potrete trovare in ogni caso le informazioni sul tema al nostro stand a Manifesta2015 che diverrà sede del ”laboratorio mancato sulla cannabis terapeutica”