Carabinieri in festa: 198 anni al servizio
dei cittadini

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LECCO – La missione del Carabiniere che “deve essere al pari di quella del sindaco, del parroco e del farmacista“; la necessità di “un presidio costante e capillare del territorio” a fronte di una “domanda di protezione della cittadinanza ormai cambiata e che si estende a tutto ciò che incide sulla qualità della vita”; e ancora l’importanza del lavoro dei Sindaci “diretti e prossimi interlocutori nella lotta alla sopraffazione ed al sopruso” e la necessità di “un moderno concetto di sicurezza integrata e sussidiaria, che prende le mosse dalla partecipazione di tutti”.

Questi i concetti principali che il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, Tenente Colonello Marco Riscaldati ha evidenziato nel suo intervento durante la celebrazione del 198° anno di fondazione dell’Arma che si è svolta questa mattina presso la caserma provinciale di Corso Carlo Alberto a Lecco.

Intervento durante il quale il Comandente Provinciale ha tracciato anche un bilancio dell’attività svolta: “se il 2011 è stato un anno particolare per l’incremento del numero dei reati rispetto ad anni addietro che beneficiavano comunque di dinamiche più favorevoli, non può non tenersi conto, in un’analisi profonda ed obiettiva che ignori graduatorie e classifiche di chissà quale campionato, delle criticità economiche ed occupazionali esplose. Per effetto di ciò, l’aumento dei reati dell’anno trascorso, specie dei furti, è stato il sintomo di questo disagio, laddove il bottino più prezioso spesso sono stati i generi alimentari, gli oboli nelle chiese, le scarpe nei mercati settimanali, gli indumenti nei centri commerciali. Nonostante il perdurare di queste difficoltà di vita, il I quadrimestre di quest’anno, rispetto a quello dell’anno passato, ha segnato un calo della delittuosità provinciale dell’11,9 %, con un decremento del 36,7% delle rapine, del 10,3% dei furti negli esercizi pubblici, di oltre il 10% dei furti di automotoveicoli; ha registrato poi una lieve flessione del totale dei furti commessi ed una sostanziale eguaglianza dei furti in abitazione”. (sotto l’intervento integrale).

I festeggiati di questa mattina, che si si sono svolti alla presenza delle massime autorità provinciali, tra le quali il neo Prefetto di Lecco, la dottoressa Antonia Bellomo, sono stati  caratterizzati da un sobrio stile militare, a sottolineare il forte sentimento che lega l’Arma alla propria militarità. Particolarmente toccante la fase della cerimonia dedicata alla deposizione di una corona d’alloro presso il monumento che commemora i caduti dell’Arma, preceduta dall’omaggio alle vittime del terremoto in Emilia Romagna.

L’intera cerimonia è stata accompagnata dalle note della Banda Giuseppe Verdi di Lecco, sulle quali hanno fatto ingresso i reparti schierati in rappresentanza di tutti i Carabinieri del comando provinciale, proseguendo poi nelle varie fasi della manifestazione, che hanno visto la corale partecipazione del pubblico nel momento dell’alzabandiera. Presenti numerosi sindaci della provincia e alcuni alunni delle scuole di Lecco che hanno sventolato il tricolore.

Nel corso della manifestazione sono state infine consegnate le ricompense conferite ai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco, che si sono distinti in particolari operazioni di servizio e che riportiamo di seguito.

Apprezzamento del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Sottotenente Simone Scafuri, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lecco, con la seguente motivazione: “Comandante di Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia Capoluogo, con determinazione, capacità ed acume investigativo, dirigeva, partecipandovi personalmente, serrata e complessa attività d’indagine che portava all’individuazione di un sodalizio criminoso dedito a furti di motori marini per imbarcazione, a seguito della quale, oltre al recupero di ingente refurtiva, in tempi diversi venivano tratte in arresto in flagranza 3 persone mentre altre 10 venivano denunciate all’autorità giudiziaria“.
Nelle province di Lecco, Milano, Varese, Como, Brescia, Verbania, Alessandria e Firenze. marzo 2011 – aprile 2012

Elogio del Cmandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Luogotenente Germano Montanari, Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Merate, con la seguente motivazione: “Comandante di Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia distaccata, già distintosi per costante e lodevole rendimento in servizio, con acume investigativo, spirito di sacrificio e determinazione, conduceva, partecipandovi personalmente, vasta attività investigativa che portava all’individuazione ed alla disarticolazione di un sodalizio criminoso dedito a furti di rame. l’operazione si concludeva con l’arresto di nove cittadini di nazionalita’ bulgara, il sequestro di numerosi arnesi e materiali atti allo scassso ed il recupero di 4 tonnellate di rame“.
Nelle province di Lecco e Monza Brianza, novembre 2011 – maggio 2012

Elogio del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Luogotenente Giuseppe Mercurio, al Maresciallo Capo Alessandro Tripaldi, all’Appunatto Scelto Giorgio Greppi ed all’Appuntato Davide Martinelli, effettivi al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Lecco, con la seguente motivazione: “addetto a Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia Capoluogo, già distintosi per costante e lodevole rendimento in servizio, con elevata professionalitàed acume investigativo, partecipava a complessa attività d’indagine che portava all’arresto di 2 persone di nazionalità albanese, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenute responsabili di oltre 20 furti e di 2 rapine in abitazione, nonché al recupero di ingente refurtiva“.
Comuni della Valsassina – marzo – giugno 2011

Elogio del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Maresciallo Capo Nicola Spera, al Maresciallo Capo Fabio Galie’, al Maresciallo Ordianrio Antonio Piredda, al Brigadiere Giuseppe Maltese ed all’Appuntato Scelto Davide Suman, effettivi al nucleo operativo e radiomobile della Compagnia Carabinieri di Merate, con la seguente motivazione: “addetto al Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia distaccata, già distintosi per costante e lodevole rendimento in servizio, con acume investigativo, spirito di sacrificio e determinazione, partecipava a vasta attività investigativa che portava all’individuazione ed alla disarticolazione di un sodalizio criminoso dedito a furti di rame. l’operazione si concludeva con l’arresto di nove cittadini di nazionalità bulgara, il sequestro di numerosi arnesi e materiali atti allo scassso ed il recupero di 4 tonnellate di rame“.
Nelle Province di Lecco e Monza Brianza. Novembre 2011 – maggio 2012

Apprezzamento del Comandante provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Maresciallo Ordinario Roberto Venturino, effettivo alla Stazione Carabinieri di Cremella, con la seguente motivazione: “Maresciallo Ordinario addetto a Stazione distaccata, animato da particolare spirito di servizio, da attenta e vigile azione sul territorio, si rendeva protagonista di diverse e reiterate attivitàdi polizia giudiziaria che portavano complessivamente all’arresto di 17 persone per vari reati, tra cui, da ultimo, a quello di tre individui per spendita di banconote false, catturati dopo intrepido inseguimento“.
Territorio della Stazione Carabinieri di Cremella. Giugno 2011 – maggio 2012

Apprezzamento del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Lecco, concesso al Carabiniere Matteo Peloso, effettivo alla stazione carabinieri di calolziocorte, con la seguente motivazione: “Militare addetto a Stazione distaccata, libero dal servizio, con elevata prontezza e ferma determinazione, si poneva all’inseguimento di un giovane che poco prima aveva rapinato una donna, riuscendo a trarlo in arresto ed a recuperare la refurtiva. contribuiva poi ad identificare gli altri due complici che venivano denunciati all’autorita’ giudiziaria“.
Calolziocorte, 15 maggio 2012.

 

DISCORSO INTEGRALE DEL COMANDANTE PROVINCIALE TNENTE COLONNELLO MARCO RISCALDATI – (SEGUE GALLERIA FOTOGRAFICA)

“Saluto e ringrazio tutte le Autorità civili e militari intervenute e tutti coloro che, con la loro presenza, rinnovano la testimonianza di stima e di affetto verso i Carabinieri.

Celebriamo oggi il 198° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, a soli due anni dallo straordinario traguardo dei 200 anni di storia. Il 13 luglio 1814 il Re Vittorio Emanuele I ordinò la costituzione “…di un Corpo di Militari per buona condotta e saviezza distinti, col nome di Corpo de’ Carabinieri Reali […] per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello Stato, che non può andare disgiunta dalla protezione e difesa de’ buoni e fedeli Sudditi nostri e dalla punizione de’ rei”.

Condizione indispensabile alla realizzazione di tali finalità, dunque, era che si creasse nei Carabinieri la piena efficienza morale, mediante una rigorosa selezione operata tra i militari della preesistente Gendarmeria per far fronte alle questioni di ordine e sicurezza pubblica di quel tempo. Fu dunque il carattere della militarità il vero elemento fondante dell’allora Corpo dei Carabinieri. Nel corso di questi due secoli, con equilibrio, l’Arma ha preservato gelosamente queste caratteristiche combinando la disciplina militare con il culto del diritto e con l’orgoglio delle proprie tradizioni che affondano le radici nella storia d’Italia come la quercia d’argento che ne orna lo stemma.

L’Arma che sta per entrare nel terzo secolo della sua storia è un organismo vitale che funziona in quanto tutti i suoi componenti sono convinti dell’utilità sociale del proprio operato. La continua evoluzione dei parametri demografici ed urbanistici e l’accentuata, legittima aspirazione dei cittadini ad una migliore qualità della vita, impongono l’adozione di misure efficaci per prevenire ogni forma di criminalità e per accrescere la percezione della sicurezza. In tal senso è sempre più attuale la necessità di presidiare il territorio capillarmente con i Comandi di Stazione, essenziale punto di riferimento per la collettività. Il modello presidiario dell’Arma è, infatti, espressione di una rete che ha i suoi terminali nelle Stazioni Carabinieri, interpreti principali dello strumento operativo sul territorio, che realizzano un rapporto di conoscenza diretta e reciproca con il cittadino da cui deriva l’esercizio di una vera e propria “funzione sociale” che integra la primaria attività di polizia, conferendole quei tratti di vicinanza e di assistenza che completano l’offerta di sicurezza. Per questo le Stazioni sono avvertite come un “patrimonio” per ciascuna comunità, emblema pulsante della vicinanza dello Stato al cittadino. Fin dai primi anni di vita del Corpo, il Comandante di Stazione cominciò ad affermarsi come figura di riferimento per la collettività, accanto al sindaco, al parroco ed al farmacista. I fili del passato si annodano ancor oggi poiché da 198 anni l’essenza della missione del Carabiniere è quella di essere al servizio degli altri, proprio al pari del sindaco, del parroco e del farmacista.

E non è un caso se, dal giugno dello scorso anno ad oggi, nelle caserme dell’Arma dispiegate nel territorio di questa provincia, che conta circa 340.000 abitanti, hanno avuto accesso oltre 50.000 persone. Ognuna di loro per un’esigenza, un problema, una difficoltà, per ottenere un semplice consiglio, una rassicurazione od una banale informazione allorquando è sembrato sovente di rappresentare l’ultima risorsa per il cittadino disorientato.

La domanda di protezione, infatti, non è oggi unicamente correlata alla commissione dei reati, ma assume sempre più i caratteri di una richiesta di attenzione verso tutto ciò che incide sulla qualità della vita: le difficoltà create da una burocrazia spesso incompresa, la diseguaglianza sociale, l’integrazione etnica e culturale, la presenza di sacche di degrado e di emarginazione, il disordine urbano e quindi l’elevato tasso di conflittualità sociale. Ed a questi fattori da qualche tempo se ne aggiungono ulteriori, forse più decisivi per il quieto vivere e per la stabilità della sicurezza pubblica poiché, sull’onda delle difficoltà economiche, fervono le tensioni sociali alimentate dalla precarietà del lavoro e dalla maggiore sensibilità verso ogni ritenuta forma di ingiustizia.

In tale contesto, un ruolo di rilievo è assunto dai Sindaci, che saluto calorosamente e che ringrazio per la massiccia presenza, con cui condividiamo ogni giorno le problematiche territoriali. Essi sono i nostri più diretti e prossimi interlocutori nella lotta alla sopraffazione ed al sopruso, nelle occasioni di ostilità tra cittadini che minacciano la serenità e l’armonia della collettività, ma anche nella sfida contro la criminalità. L’istituzione di organismi di consultazione interistituzionale determina un incremento nell’aspirazione collaborativa da parte degli Enti Locali, soprattutto in tema di videosorveglianza, strumento a cui ormai non si può rinunciare. Ciò trova piena corrispondenza nell’Arma che, in virtù della sua capillarità e della particolare aderenza all’apparato amministrativo, si pone come primo referente per tali organismi.

E’ proprio in questa sinergia con ogni soggetto del territorio, dai Sindaci e dagli amministratori, al cittadino che lo abita o lo attraversa, dagli operatori scolastici e sanitari a coloro che si spendono nel volontariato e nell’associazionismo, fino al mondo dell’imprenditoria e del lavoro, che deve ricercarsi un innovativo e moderno concetto di sicurezza integrata e sussidiaria, che prende le mosse dalla partecipazione di tutti, chiamati ad essere protagonisti fornendo un contributo di pensiero fattivo, rifuggendo da facili e dannose strumentalizzazioni.

Per la globalità e l’importanza degli attori chiamati a parteciparvi, non esito a sottolineare che il tema della sicurezza è una faccenda seria che non può essere tirato per la giacchetta per opportunismo, per puro individualismo o per interessi corporativi. Nel periodo che stiamo affrontando, con le difficoltà economiche che incidono su una quotidianità stordita da gesti disperati e tragici, non ci si può permettere di agire remando contro unicamente per fini personali o per ottenere un’effimera visibilità, senza contribuire alla costruzione di progetti attuabili, in comunione d’intenti, secondo un doveroso confronto dialettico tra parti che possono avere, sì, idee e visioni diverse, ma sempre nella consapevolezza della necessità di rimuovere assieme i fattori di conflitto, di malessere e di squilibrio ove più facilmente attecchiscono i fenomeni di devianza e di criminalità, pronti ad infiltrarsi nelle crepe di una collettività disunita che tende ad avere una visione della vita non più lineare, con un passato alle spalle da cui trarre indicazioni ed un futuro davanti cui mirare, bensì puntiforme, che si esaurisce in un istante in un sistema del voglio tutto, subito ed incondizionatamente.

Ma una società è tanto più matura quanto più lo sono gli enti, le organizzazioni e coloro che, a diverso titolo, sono impegnati a rappresentarne la realtà divulgandola in modo imparziale, obiettivo ed equo, rifuggendo da logiche che ne potrebbero condizionare l’attendibilità, esaminando, quindi, le dinamiche territoriali nella loro globalità.

Ad esempio, se il 2011 è stato un anno particolare per l’incremento del numero dei reati rispetto ad anni addietro, che beneficiavano comunque di dinamiche più favorevoli, non può non tenersi conto, in un’analisi profonda ed obiettiva che ignori graduatorie e classifiche di chissà quale campionato, delle criticità economiche ed occupazionali esplose. Per effetto di ciò, l’aumento dei reati dell’anno trascorso, specie dei furti, è stato il sintomo di questo disagio, laddove il bottino più prezioso spesso sono stati i generi alimentari, gli oboli nelle chiese, le scarpe nei mercati settimanali, gli indumenti nei centri commerciali.

Nonostante il perdurare di queste difficoltà di vita, il I quadrimestre di quest’anno, rispetto a quello dell’anno passato, ha segnato un calo della delittuosità provinciale dell’11,9 %, con un decremento del 36,7% delle rapine, del 10,3% dei furti negli esercizi pubblici, di oltre il 10% dei furti di automotoveicoli; ha registrato poi una lieve flessione del totale dei furti commessi ed una sostanziale eguaglianza dei furti in abitazione. E poiché, si è visto, che crisi economica e criminalità sono ambiti che si confondono, al maggiore sforzo che, assieme alle altre Forze di Polizia, i Comandi dell’Arma profondono nel controllo del territorio, è auspicabile che segua una visione del ceto imprenditoriale che guardi al futuro con fiducia. La provincia di Lecco non è come talvolta viene dipinta. Appare che campeggi la violenza, il sopruso, il mancato senso civico, l’illegalità; nei centri storici, nei piccoli paesi, nelle campagne, nelle scuole, lungo le vie cittadine e nelle strade. E’ un affresco che non rispecchia appieno la realtà di un territorio che ha vitalità e potenzialità eccezionali, un tessuto sociale sano ed un’economia che, nonostante la forte crisi, annovera pur sempre un tasso di disoccupazione che è la metà di quello nazionale, aspetto, quest’ultimo, da cui rilanciarsi con determinazione ed ottimismo.

Desidero oggi rivolgere un sentito saluto al Prefetto di Lecco – Dott.ssa Antonia Bellomo – certo che sotto la sua autorevole ed accorta azione di indirizzo, l’attività svolta dalle FF.PP., da tutte le Istituzioni e dalle parti sociali di questa provincia consentirà di fornire risposte efficaci ed aderenti alle complesse e sempre più esigenti istanze della collettività agitate dalle criticità del momento.

Ringrazio poi il Questore di Lecco ed il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza per il sempre più proficuo rapporto di collaborazione, facilitato e vivificato dal clima di amicizia ormai consolidatosi in cui condividiamo scopi ed intenti comuni.

Desidero altresì esprimere la mia riconoscenza all’Autorità Giudiziaria, in particolare al Procuratore della Repubblica, Dott. Tommaso Buonanno, che con equilibrio, ponderatezza e tempismo orienta e sorregge l’azione della Polizia Giudiziaria.

Un saluto affettuoso rivolgo agli amici dell’Associazione Nazionale Carabinieri che ci sono vicini in ogni occasione e costituiscono un corpo unico con la schiera di carabinieri che operano giornalmente. Sono i nostri silenziosi ambasciatori di saggezza, portatori sani nella collettività dei perpetui valori dell’Arma.

Carabinieri del Comando Provinciale di Lecco! A voi il mio autentico ringraziamento per l’impegno e la dedizione che dimostrate pur nelle tante difficoltà che ostacolano il vostro operato, per le preoccupazioni che turbano le vostre famiglie, per i pericoli che incombono su di voi nel diuturno operare per la sicurezza del territorio, dal più semplice, ed in apparenza banale intervento, in grado di nascondere insidie tremende e proditorie, alle notti che spesso, anche in inferiorità numerica, vi vedono protagonisti di temerari e rischiosi inseguimenti sulle strade della provincia contro un nemico sfuggente, perfido e spregiudicato. Siate certi e consapevoli che i cittadini guardano a voi con ammirazione e fiducia incondizionate, sentimenti che, se da un lato ci incoraggiano e ci sostengono, dall’altro responsabilizzano ancor più la nostra azione.

L’Arma dei Carabinieri non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri fondatori e dai nostri predecessori ma è in prestito da chi ci succederà. Siamo coscienti della nostra identità ed avvertiamo fortemente l’obbligo morale di preservarla e conservarla traendo linfa e sprone dal patrimonio di valori derivanti dalle nostre secolari tradizioni che si fondano innanzitutto sulla nostra militarità, sulla sintonia con la gente e con il territorio. Gli uomini e le donne dell’Arma, con la loro abnegazione, sono e saranno, ad un tempo, certezza del presente e garanzia per il futuro dell’assolvimento di tutti i compiti che la Nazione ci affida e che continuerà ad affidarci.

Viva l’Arma dei Carabinieri
Viva l’Italia”

Tenente Colonnello Marco Riscaldati