Caso Stamina. “Delusa dall’Italia, curerò mia figlia in Messico”

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Valentina Laquidaria

LECCO – E’ passato meno di un anno da quando un corteo è sfilato per le vie del capoluogo manzoniano per chiedere la libertà di accesso alle cure compassionevoli (VEDI ARTICOLO). Erano i mesi delle inchieste della trasmissione televisiva “Le Iene” sul metodo Stamina per contrastare le malattie neurodegenerative e sul suo promotore in Italia, il professor Davide Vannoni.

Un centinaio le persone che quel giorno di aprile hanno marciato a Lecco per il diritto di poter usufruire di un trattamento che, per molti pazienti, è percepito come l’ultima speranza di salvezza. Tra loro c’era anche Valentina Laquidara, giovane mamma lecchese che da anni è costretta a spostarsi all’estero per aiutare la propria figlia, la piccola Martina, affetta da paralisi celebrale infantile a causa del distacco della placenta al sesto mese di gravidanza.

corteo Lecco per diritto a cure compassionevoli (10)Nelle ultime settimane, però, sul professor Vannoni e sul metodo Stamina si sono addensate ombre e accuse: associazione a delinquere per truffa e somministrazione pericolosa di farmaci, oltre che di aver chiesto migliaia di euro ai propri pazienti, sono le ipotesi di reato rivolte contro il patron delle cure staminali, dopo un rapporto stilato dai Nas e il parere del comitato scientifico nominato dal Ministero della Salute.

Accuse rispedite al mittente dallo stesso Vannoni, difeso dai genitori dei tanti piccoli pazienti che hanno ribadito i progressi che avrebbero compiuto i propri figli proprio grazie al trattamento con le cellule staminali.

Anche Valentina Laquidara è con loro: “Sto ancora attendendo una risposta dal dott. Marino Andolina – vice presidente della Stamina Foundation – ma finora nessuno mi ha mai chiesto soldi. Su questa vicenda credo che in Italia non si riesca ad arrivare a nulla perché ci sono troppi interessi in gioco. Se i bimbi migliorano vuol dire che qualche giovamento ne traggono da queste terapie ed anch’io, come mamma, devo pensare a mia figlia”.

Ad un anno e mezzo dalla nascita di Martina, che oggi ha 7 anni, la madre l’ha portata negli Stati Uniti per la riabilitazione, poi in Slovacchia, in Toscana per un trattamento in camera iperbarica e di nuovo in Slovacchia per proseguire le cure. Oltre ai danni celebrali riportati a causa del distacco della placenta, la piccola deve combattere anche contro la sindrome di West, una grave forme di epilessia.

Ora, però, per la bimba potrebbe aprirsi una nuova possibilità: “C’è una sperimentazione in Messico basata sulle cellule staminali destinata a pazienti in età pediatrica. Ho già preso contatti  attraverso uno studio in Svizzera e abbiamo inviato la cartella clinica di Martina. La speranza è che possano accogliere la nostra domanda e che Martina venga inserita nel loro programma”.

Nel frattempo, Valentina Laquidara sta per diventare di nuovo madre: in questi giorni, infatti, è prevista la nascita di Nicolò.

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