Ciresa: ultimi giorni da presidente, “il mio impegno per Lecco continua”

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ciresa

LECCO – “Sono uno a cui piace costruire, non demolire” e di cose ne ha costruite in questi dieci anni Peppino Ciresa, per due mandati alla presidenza della Confcommercio di Lecco.

Imprenditore, alpinista, con un passato anche di amministratore pubblico e guida di alcuni enti legati al mondo dello sport (Aurora San Francesco) e della montagna (Cai Lecco e Federazione sport invernali), Ciresa a fine mese cederà il testimone dell’unione commercianti dopo due quinquenni che lo hanno visto protagonista ai vertici dell’associazione.

E’ lo stesso presidente uscente a raccontarsi nell’intervista rilasciata a LeccoNotizie.com.

Qual è il più grande pregio di Peppino Ciresa? Qual è invece il suo difetto?
“Credo sia la pazienza di ascoltare e la disponibilità ad aiutare tutti, nel limite delle mie possibilità. E’ la voglia di darmi da fare per la città in cui vivo. Il mio difetto? C’è chi dice che sia troppo buono. Se qualcuno si arrabbia con me io cerco sempre di arrivare ad una soluzione pacifica. So riconoscere i miei limiti, quando capisco di non essere all’altezza della situazione preferisco lasciare spazio ad altri. Il tempo che ho avuto nella vita è sempre stato poco, ho sempre fatto le cose con tanti sacrifici e buona volontà”.

CIRESA newLa scadenza dei due mandati segna il suo addio alla presidenza dell’associazione. Dietro a questo arrivo c’è però una scelta ben precisa di cui è stato promotore.

“Assolutamente. Quando la nostra cordata, dieci anni fa, è riuscita a vincere ed a cambiare il consiglio dell’associazione, lo statuto dell’unione commercianti prevedeva ancora la presidenza a vita. Ci siamo detti che non potevamo ripetere gli errori del passato e abbiamo quindi messo mano allo statuto, stabilendo il limite dei due mandati a presidente. Questa decisione ha influenzato anche la posizione recentemente assunta dalla nostra associazione sulla vicenda della Camera di Commercio e sulla rielezione di Vico Valassi, forse incompresa da altri. Noi ci siamo dati delle regole per evitare che qualcuno potesse diventare padrone della Confcommercio, per coerenza, alle elezioni per l’ente camerale, abbiamo sostenuto la tesi di chi voleva il cambiamento”.

Cosa è stato capace di costruire in questi dieci anni alla guida dell’associazione?

“La cosa di cui vado più orgoglioso è di aver cambiato la mentalità dell’opinione pubblica riguardo ai commercianti. Da sempre, passava l’idea del commerciante come quella persona interessata solo ai soldi e ad approfittarsi della gente. Per me non è mai stato così, anche nel mio lavoro ho sempre creduto che il cliente sia il primo sostenitore di un’attività commerciale. La Confcommercio ha innanzitutto aperto le porte del proprio palazzo a mostre ed artisti, ha dato piena disponibilità alle associazioni di volontariato, alle piccole realtà sportive, che sostiene a rotazione. Abbiamo dato sostegno a diverse iniziative pubbliche e promosso le nostre, Shopping di sera, i mercatini di Natale, il Festival Leggermente che rappresenta un investimento importante per noi. Manifestazioni che animano la città e che portano gente, così Lecco è più viva e anche il commercio ne beneficia. E’ un esempio importante di fare rete, è quello che ci ha insegnato il Sistema Lecco. Fare le cose assieme vuol dire fare meglio e bene”.

Lei ha citato il Sistema Lecco, quella sinergia tra associazioni imprenditoriali, sindacali e istituzioni che si è però spezzata con le elezioni in Camera di Commercio. Esiste ancora un Sistema Lecco oggi?
“E’ un po’ incrinato ma stiamo cercando di recuperarlo, pian piano, cercando di andare tutti di nuovo d’accordo. In Camera di Commercio il presidente Riva sta facendo bene e siamo contenti. A Vico Valassi riconosco tutto quello che ha fatto in questi anni, ma dietro la sua figura non poteva crescere nessuno, invece abbiamo bisogno di un ricambio. Chi si è sempre dato da fare per la comunità continuerà comunque a farlo perché crede in questo, lo stesso farò io , non sarò più presidente ma lavorerò per la Confcommercio  fino a quando mi sarà possibile”.

negozi aperti primo maggio (6)

Qual è la situazione del commercio lecchese? Come è cambiata in questi dieci anni?

“Quando mi son insediato il commercio non era in sofferenza, poi sono arrivati gli anni più duri, quelli della crisi. Ne ho visto la decadenza e ho cercato di limitarne gli effetti e in parte ci siamo riusciti. I numeri della nostra associazioni non sono diminuiti, se fosse stato un altro periodo saremmo cresciuti e avremmo potuto dare una mano ancora più forte. Oggi abbiamo bisogno di una ripartenza”.

Il turismo può essere d’aiuto?

“Assolutamente sì. E’ l’unico comparto a non aver perso posti di lavoro. E’ uno dei rami nei quali siamo impegnati come associazione per promuoverne lo sviluppo e continueremo ad impegnarci in futuro ”.

 

Lecco turistica appare come l’obiettivo del futuro. Sono stati fatti dei passi in avanti in questi anni?

“Non molti, bisogna essere onesti, ma qualcosa è cambiato. I nostri rifugi, per esempio, hanno capito di dover stare al passo coi tempi, hanno installato la banda larga, hanno aumentato l’offerta eno-gastronomica. Nelle strutture alberghiere le nuove generazioni stanno dando il loro contributo, segnando una grande differenza rispetto ai vecchi gestori, i loro genitori: in passato si era abituati ad avere camere occupate in settimana, si trattava di clientela giunta in città per affari, ed era quasi un fastidio lavorare nei fine settimana. I giovani, invece, hanno un’altra grinta ed hanno capito come si lavora”.

 

Virginio Brivio e Peppino Ciresa
Virginio Brivio e Peppino Ciresa

Il 2015 è stato l’anno di Expo. Ci sono state delle ricadute positive anche per il nostro territorio?

“Direi proprio di sì. Si è partiti in sordina, poi invece gli albergatori hanno avuto il pienone anche da noi”.

In questi anni il rapporto con il Comune di Lecco è stato di collaborazione ma non sono mancati i momenti di forte scontro. Quali sono le questioni che più rimproverate all’amministrazione comunale?

“Siamo sempre stati molto critici con il Comune, l’esempio lampante è il PGT, la nostra associazione ha presentato diverse osservazioni, forse più di altri. Il Comune ha voluto mettere mano al commercio senza realizzare un piano del commercio, è stato dato troppo spazio alla grande distribuzione, che ora è in crisi, mentre già da anni sono spariti i negozi di vicinato nei quartieri. Con la liberalizzazione, non esiste più il piano dei pubblici esercizi che in passato prevedeva un numero limitato di bar per zone della città, così lavoravano tutti mentre oggi tanti chiudono perché non riescono a sostenere i costi delle loro attività. Le nostre sono critiche costruttive, vogliamo solo il bene della città”.

Uno dei progetti sui quali avete insistito negli ultimi anni è quello del porto. Perché è così importante realizzarlo?
“Perché Lecco è l’unico comune affacciato al lago a non avere nemmeno delle passerelle d’attracco. C’è una richiesta enorme di posti barca che non è soddisfatta e chi raggiunge Lecco via lago non può nemmeno fermarsi e visitare la città, pranzare o mangiarsi un gelato in centro. Ora si punta a realizzarlo alla Malpensata, uno dei punti più ventosi e con meno di una decina di metri di profondità, senza possibilità di realizzare nuovi parcheggi, già scarsi in quella zona. Per noi il porto avrebbe dovuto trovare spazio alle Caviate, così come progettava l’architetto Cereghini, dove c’erano ampi spazi per nuove aree di sosta”.

MERCATO PICCOLA (7)

E’ possibile invece riportare il mercato in centro città?
“Io vedrei bene un mercato grande e più decoroso alla Piccola, insieme ad un mercato di qualità una sera a settimana in centro, con banchi prestabiliti, nella zona di Piazza Garibaldi e le vicine. Si adatterebbe bene alle esigenze di alcuni ambulanti della Piccola, quelli di abbigliamento in particolare, che potrebbero tornare in centro magari in concomitanza con altre iniziative come lo Shopping di Sera, durante le quali la città si riempie di visitatori. L’area della Piccola ha la sua comodità, con il parcheggio vicino per chi si deve poi spostare con le borse della spesa piene, non tutti gli ambulanti vorrebbero trasferirsi”.

Peppino Ciresa - Alberto Riva
Peppino Ciresa – Alberto Riva

Tornando alla Confcommercio, quali aggettivi sceglierebbe per descrivere Giulio Sirtori e Alberto Riva, i direttori che l’hanno affiancata in questi dieci anni da presidente?
“Entrambi sono molto bravi nel loro lavoro. Giulio, onesto ed efficiente, ci ha fatto aprire gli occhi su quello che stava succedendo all’interno dell’associazione, permettendoci di mettere a posto le cose. Alberto, disponibile e aperto con tutti, è una persona che sa ascoltare e grazie alla quale siamo riusciti a realizzare molto in questi anni. Ho avuto la fortuna di avere con me dei bravi direttori che non finirò mai di ringraziare. Abbiamo creato un gruppo molto affiatato”.

Ha rimpianti per non avere fatto il sindaco?
“Mi sarebbe piaciuto! Ma sono contento di non essermi candidato. Se fossero stati gli anni di Lorenzo Bodega, con il centrodestra unito, non ci avrei pensato un minuto di più. Una delle cose che mi riconosco è di essere capace di tenere unita la squadra, sono un mediatore, mi piace far andare tutti d’accordo. Lo avrei fatto molto volentieri il sindaco”.