Lecco: allarme cinghiali, lo sfogo dell’imprenditore agricolo Spandri

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LECCO – “E’ sempre la stessa storia che si ripete ogni notte nei nostri campi”. A raccogliere il grido d’allarme dell’imprenditore agricolo di Lecco, Giovanni Battista Spandri, è la Coldiretti interprovinciale che spiega: “Il problema sono le devastazioni compiute dai cinghiali che si protraggono da 4-5 anni a questa parte nelle campagne alle pendici del Resegone. Ieri notte l’ultimo ‘attacco’ di una lunga serie che sta mettendo a rischio le produzioni agricole del territorio, per via delle incontrollate incursioni degli ungulati”.

 

I danni dei cinghiali nel rione di Bonacina (foto d’archivio)

Spandri, 77 anni, produce latte vaccino col quale fare formaggi tipici nei terreni sopra la località Cereda: “Il campo della grandezza di 3 ettari era stato seminato poche settimane fa ed è andato completamente. Quel terreno ci serve per produrre il fieno col quale alimentiamo le nostre mucche. Io, così come altri colleghi del territorio, ci troviamo nella condizione di rimettere in sesto i prati ogni 3-4 giorni, non riuscendo così più a svolgere i compiti quotidiani nelle nostre aziende”.

 

Prosegue Spandri: “Faccio l’allevatore da sempre ma non ho mai visto una situazione del genere. Ricordo i campi coltivati da mio padre e prima ancora da mio nonno, quando non dovevano ‘combattere’ giornalmente contro questi animali, ed erano rigogliosi. Oggi non lo sono più e noi, sinceramente, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni”.

“La storia della provincia di Lecco — ha detto il leader degli agricoltori lariani, Fortunato Trezzi — si distingue da quella delle altre province lombarde per non aver mai praticamente avviato la caccia al cinghiale, ma i risultati sui danni, purtroppo non cambiano. Ed è per questo che Coldiretti auspica ulteriori e tempestivi provvedimenti, capaci di porre rimedio alle continue devastazioni che gli ungulati causano all’intero comparto agricolo e non solo”.