Consumo energetico urbano: workshop al Politecnico

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LECCO  – Si è svolto la scorsa settimana, da lunedì 25 a venerdì 29 maggio, l’international design workshop intitolato: Morfologia urbana a bassa densità e ottimizzazione delle performance energetiche: un nuovo progetto pilota a Auckland con la metodologia IMM®.organizzato dalla scuola di Ingegneria Edile-Architettura del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Unitec Institute of Technology di Auckland (Nuova Zelanda) e l’IMM® design Lab.

Un gruppo di 9 studenti del Polo di Lecco, selezionati dai corsi di Ingegneria Edile-Architettura e di Building and Architectural Engineering hanno avuto la possibilità di lavorare per un’intera settimana a stretto contatto con un team internazionale di docenti provenienti da UNITEC e Politecnico di Milano

Esperienza formativa di alto livello, coordinata dal prof. Massimo Tadi – Politecnico di Milano e dal prof. Dushko Bogunovich – Unitec Institute of Technology di Auckland, il workshop è parte delle attività di ricerca dell’IMM design lab sul tema dello sviluppo urbano sostenibile e sulle relazioni tra morfologia urbana e consumo energetico.

La città di Auckland verrà utilizzata come caso studio attraverso una capillare analisi della sua attuale conformazione e l’elaborazione di un progetto su come potrebbe divenire per ottimizzare il rapporto tra consumo energetico e distribuzione urbana della città.

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Per fare ciò è stata utilizzata IMM – Integrated Modification Metodology, una metodologia innovativa, messa appunto presso il Politecnico che ha lo scopo di migliorare le performance energetico/ambientali dei Sistemi Urbani complessi, al fine di ottimizzare le performance di sistema operando su ambiti locali.

Questo tipo di attività integrata, caratterizzata da una forte connotazione applicativa e capace di coinvolgere gli studenti in un tipo di “didattica sul campo” che si misura con problemi, opportunità e criticità di un contesto reale, ha un valore didattico di alto spessore per la preparazione degli studenti al mondo del lavoro.

I responsabili scientifici del progetto sottolineano che “il progetto assume il valore di un caso campione al fine della dimostrazione che è possibile agire su ambiti a bassa densità, per loro natura non efficienti dal punto di vista energetico e dissipativi da un punto di vista ambientale, ottimizzandoli e migliorando insieme alle prestazioni energetiche anche il valore di socialità e di vivibilità. Il progetto ha agito su ciò che oggi si potrebbe riassumere con la definizione di Retrofitting suburbia”.