Da Galbiate in Congo, le vacanze solidali per dar vita a un asilo

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I volontari partiti per il Congo, fra loro Sonia, Carlo e Jacopo
I volontari partiti per il Congo

 

GALBIATE – “Bolingo na yo mpo na ngai”. Comincia così, canticchiando, il racconto di Sonia, Carlo e Jacopo, tre dei ragazzi di Smileland, l’associazione galbiatese che ormai da anni è impegnata in terra africana in progetti a sostegno delle popolazioni locali e soprattutto dei più piccoli. Grazie al successo del “Tutti Fuori 2016”, la kermesse solidale che ha ravvivato l’estate galbiatese, è stato possibile raccogliere i fondi necessari per gettare le fondamenta di un “sogno” in Congo.

I ragazzi sono rientrati in Italia da pochi giorni, dopo aver trascorso le proprie vacanze nella Repubblica Democratica del Congo, nella periferia della capitale Kinshasa, a circa 30 chilometri dal centro città, presso la scuola Gocce d’Acqua, gestita dall’omonima associazione di Piacenza guidata da don Alphonse Lukoki, originario proprio della cittadina; “dobbiamo davvero ringraziare Don Alphonse, che ci ha ospitati in casa propria, da lui avevamo ogni comfort, anche se purtroppo l’acqua e la corrente non c’erano tutti i giorni, ma è un problema comune in queste zone” raccontano.

Le fondazioni, il primo passo del nuovo progetto
Le fondazioni, il primo passo del nuovo progetto

 

Tre settimane vissute appieno, un po’ più sotto dell’Equatore, in cui parlare una lingua diversa, vestire i panni di muratori e, circondati da bimbi curiosi a suon di mundele  (riferendosi alla carnagione “bianca”) dar vita ad un nuovo progetto;  “nella zona manca un asilo, c’è invece già una scuola per i bambini più grandi – così Jacopo Bianchi, spiegando quanto fosse sentita la necessità di uno spazio ad hoc per i più piccoli – l’area in cui costruire era già decisa, abbiamo tracciato il perimetro e poi iniziato gli scavi”. Collaborando con alcuni operai del posto e con qualche strumento portato dall’Italia in poco più di 15 giorni sono state gettate e ultimate le fondazioni, “alcuni materiali non erano facilmente reperibili, non avevamo le macchine che troviamo qui nei cantieri e l’assenza d’acqua per fare il cemento è stato un problema che abbiamo dovuto affrontare andando a prenderla di volta in volta alle cisterne”, ha continuato Jacopo.

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La nuova struttura prevedrà degli spazi adibiti ad orto, in cui gli alunni potranno imparare divertendosi, sulla scia della politica nazionale orientata verso un modello educativo di studio-lavoro. L’iniziativa di Smileland, infatti, ha destato, oltre l’entusiasmo degli abitanti della zona, anche l’attenzione mediatica e del governo congolese, interessato al modus operandi dell’associazione,  “abbiamo avuto l’onore di incontrare il cancelliere Serge Kiambukuta Nzo Bazola e il ministro del Lavoro Willy Makiashi , nonché vice primo ministro – racconta Carlo Alberto Pini –  ci hanno contattato interessati del progetto che potrebbe diventare un modello da riproporre e per ringraziarci per quello che stavamo facendo”.

 

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L’edificio, una volta concluso, riqualificherà il quartiere, in un Paese caratterizzato dall’instabilità politica ed afflitto dalla povertà e dalla fame si potrà offrire un futuro ai bambini, formandoli dall’asilo fino all’università.

“Spesso le famiglie rinunciano alle cose basilari per mandare anche solo uno dei figli a lezione, una scuola è simbolo di progresso – spiega Sonia Medici–  le persone in Congo si danno da fare, colpisce come vivano alla giornata, cercando di racimolare qualcosa, hanno un forte senso di dignità ed era strano per loro vederci lì a lavorare, insieme, tutti sullo stesso piano.  Ci hanno accolto come dei re e per noi l’importante era aiutare senza ricevere nulla in cambio”.    Solo ora ci spiegano il significato del motto che li ha accompagnati durante l’avventura nel Congo Belga: “significa il tuo amore per me, quando si ha una cosa, piccola oppure importante, la si condivide e diventa anche delle altre persone. Quello che avevamo, l’avevamo portato per condividerlo”.

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L’associazione Smileland è nata quattro anni fa da un gruppo di amici il cui primo progetto è stata la realizzazione di una struttura polifunzionale presso il St. Francis Children’s Village a Meru, in Kenya, gestito dall’associazione San Francesco di Osnago, ultimata la scorsa estate ed ora affidata ai giochi e alle risate di oltre 400 bambini e ragazzi di strada che al villaggio trovano un luogo in cui diventare grandi, un’alternativa alla vita di strada.

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Lo scopo ora è continuare a sostenere entrambe le realtà,  “ci crediamo, li abbiamo aiutati ad avviare un nuovo progetto, ora è importante andare avanti nei lavori e concludere” ci dicono.   Per saperne di più e per contribuire è possibile partecipare alle tante iniziative messe in atto e rimanere aggiornati grazie al sito.

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