Defibrillatori, obbligo di utilizzo per le associazioni sportive

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Il DAE installato all'interno del palazzetto dello sport del Lavello
Il DAE installato all'interno del palazzetto dello sport del Lavello
Il DAE installato all’interno del palazzetto dello sport del Lavello

LECCO – Entro il 20 novembre 2016 le associazioni sportive dilettantistiche del territorio dovranno munirsi obbligatoriamente di defibrillatori semiautomatici. Lo ha comunicato Gian Mario Fragomeli, deputato lecchese del PD e uno dei primi firmatari della proposta passata anche al Ministero della Salute che proprio ieri ha concesso una proroga di 4 mesi all’installazione dei Dae.

Ho appena avuto conferma che le nostre associazioni sportive dilettantistiche avranno altri quattro mesi di tempo per adeguarsi alla normativa che stabilisce l’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici. La nuota data limite è il 20 novembre 2016″. 

Sono tra i primi firmatari” ha spiegato il parlamentare PD “di una proposta emendativa al Decreto Enti locali e relativa alla legge che obbliga tutte le Associazioni Sportive dilettantistiche a dotarsi di DAE, ovvero di defibrillatori semiautomatici utili a contrastare eventuali arresti cardiaci che dovessero accadere durante l’attività sportiva. La normativa attuale, infatti, non tiene conto della realtà dell’associazionismo sportivo locale, costituito alla sua base da innumerevoli piccole associazioni sportive con poche decine di soci, impossibilitate ad assumersi l’onere dell’acquisto e della gestione dei dispositivi così come della formazione e della presenza continua di operatori. Con questa proposta di modifica chiediamo quindi, tra le altre cose, di spostare l’onere del possesso e della gestione dei defibrillatori al gestore dell’impianto sportivo e all’organizzatore dell’evento sportivo, piuttosto che far ricadere completamente questo obbligo sulle società sportive”.

“Viste però le difficoltà intervenute – ha continuato Fragomeli – nel corso dell’iter di tale emendamento, abbiamo deciso di adottare una strategia differente e di interessare direttamente alla questione il Ministero della Salute”.