E’ morto don Gianni Allievi. Missionario, fu vicario a Mandello

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Don Gianni Allievi fotografato lo scorso mese di novembre a Bregnano in occasione della festa per i suoi 50 anni di sacerdozio.
Don Gianni Allievi fotografato lo scorso mese di novembre a Bregnano in occasione della festa per i suoi 50 anni di sacerdozio.

 

MANDELLO – E’ morto don Gianni Allievi. Il sacerdote che prima di partire per la terra di missione fu per due anni (dal 1963 al ’65) vicario presso la parrocchia mandellese del “Sacro Cuore” è mancato questa mattina alle 5 nella casa di riposo di Bregnano, il paese del Comasco di cui era originario e dove si trovava da qualche tempo.

Don Gianni aveva 78 anni e nel giugno di due anni fa aveva tagliato il traguardo del suo giubileo sacerdotale.

Prete dal 1963, era stato ordinato dal vescovo di Como monsignor Felice Bonomini, e quella  data era scritta a caratteri indelebili nella sua vita, così come la data della partenza per il Cameroun con un gruppo di giovani laici, il 26 agosto 1969.

“La Missione di Bimengué – avrebbe scritto alcuni anni dopo don Gianni in una sua lettera – è inserita profondamente nella vita del territorio, con le sue strutture e con le sue iniziative parrocchiali, sociali, educative, giovanili, sanitarie e sportive. Soprattutto la scuola e l’ospedale, nonostante le difficoltà facilmente intuibili, hanno sempre offerto alla popolazione servizi e prestazioni notevolmente superiori a quelli delle analoghe strutture statali”.

Don Gianni durante la celebrazione eucaristica dello scorso novembre a Bregnano.
Don Gianni durante la celebrazione eucaristica dello scorso novembre a Bregnano.

E di Bimengué si era parlato molto quel giorno di inizio novembre dello scorso anno a Bregnano, quando don Gianni – che in terra d’Africa ha trascorso ben 44 anni – era stato festeggiato da numerosi amici e conoscenti proprio per i suoi 50 anni di ministero sacerdotale.

Tra loro un buon numero di mandellesi. “Un anno fa proprio come oggi – aveva detto quel giorno il sacerdote – tornavo in Italia dall’Africa e adesso la nostalgia è tanta, non lo nascondo, ma pazienza. Occorre mettere il nostro futuro nelle mani del Signore e io ho la consapevolezza di avere concretizzato finché ho potuto la mia opera di evangelizzazione. A Bimengué sono sorti la scuola, l’ospedale, ho costruito la chiesa e varie altre cappelle, che ora sono il segno, anzi il simbolo vero e proprio, delle comunità locali”.

“Vedo gente e amici che non incontravo da almeno trent’anni – aveva affermato don Gianni – perciò c’è anche un po’ di emozione. Ma ritrovarsi fa bene, anche se al centro di questa giornata vorrei che non ci fossi io bensì la missione”

All’omelìa il sacerdote era tornato sul concetto di amicizia, “che deve continuare – aveva specificato – e ravvivare lo spirito missionario”. “Dobbiamo però anche rafforzare – aveva aggiunto – il nostro essere cristiani e, appunto, il nostro essere missionari. Ecco allora l’importanza in primo luogo di osservare il diritto e praticare la giustizia”.

Don Gianni (primo a destrin una foto che lo ritrae in terra di missione a Bimengué.
Don Gianni (primo a destra) in una foto che lo ritrae in terra di missione a Bimengué.

 

E a proposito di giustizia don Gianni aveva detto: “La giustizia va tutelata e io ne so qualcosa, perché proprio per la giustizia mi sono ritrovato con una pistola puntata alla tempia, ma evidentemente il Signore ha voluto che quello non fosse ancora il mio momento. Quel che è certo è che il cristiano deve essere in prima fila a combattere contro ogni ingiustizia, così come occorre usare misericordia verso il nostro prossimo, con gesti di amore e fatti concreti, senza dimenticare che avere misericordia vuol dire anche partecipare alla sofferenza degli altri e saper perdonare”.

Era stata, quella di inizio novembre a Bregnano, una festa nella festa, perché quello stesso giorno era anche stato presentato il libro Bimengué – Storia da raccontare… con la missione nel cuore scritto dalle mandellesi Anita Polti e Fausta Arrigoni, che sempre a Bimengué hanno vissuto per alcuni anni (Fausta, in particolare, per quasi due decenni) e il cui desiderio era far sì che le testimonianze e i ricordi racchiusi nella pubblicazione, oltre a far conoscere la storia di Bimengué, potessero essere di stimolo a continuare il cammino a suo tempo intrapreso da loro stesse e da altri sacerdoti e volontari.

“All’inizio – ricorda don Gianni Allievi nelle pagine di quel libro – abbiamo trovato soltanto la foresta che si prendeva tutto: le poche case malandate, la pista, la chiesa… Poi abbiamo costruito la nuova chiesa, la scuola, il piccolo ospedale e rifatto le casette per l’accoglienza della gente finché – con il riconoscimento della nostra Missione come Missione diocesana (a partire dal 1973, ndr) con Santiago del Estero per l’America latina – Bimengué è diventata un punto di riferimento per la maturazione della missionarietà appunto della diocesi di Como”.

Don-Gianni-Allievi_Bregnano_Mandello_Africa (3)Poi, sul finire del 2013, don Gianni era rientrato come detto in Italia, ma ancora pochi giorni fa aveva confidato a Fausta Arrigoni il proposito di voler rivedere la “sua” terra di missione. “Alla nostra età non possiamo più fare simili progetti”, gli aveva detto la mandellese. Ma lui aveva insistito: “Perché no? Semmai sarà il Signore a fermarci”.

I funerali di don Gianni Allievi saranno celebrati domani, giovedì 30 aprile, alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Bregnano, dopodiché il sacerdote riposerà per sempre nel cimitero del paese, dove sono sepolti anche i suoi genitori.

A presiedere il rito funebre sarà il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti.

DI SEGUITO, UNA SERIE DI MOMENTI DELLA FESTA DEL NOVEMBRE SCORSO A BREGNANO PER IL GIUBILEO SACERDOTALE DI DON GIANNI ALLIEVI