Edilizia, i sindacati: “Ancora troppi morti e infortuni, serve più sicurezza”

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I segretari Ivan Altomare (Feneal Uil) Giuseppe Cantatore (Fillea Cgil) e Ignazio Verduzzo (Filca Cisl)
I segretari Ivan Altomare (Feneal Uil) Giuseppe Cantatore (Fillea Cgil) e Ignazio Verduzzo (Filca Cisl)
I segretari Ivan Altomare (Feneal Uil) Giuseppe Cantatore (Fillea Cgil) e Ignazio Verduzzo (Filca Cisl)

LECCO – Uno “sciopero per la vita”, così lo hanno definito i sindacati dei dipendenti edili che lunedì hanno voluto richiamare, con un’ora di astensione dal lavoro, l’attenzione di aziende e istituzioni sul tema della sicurezza in cantiere: ancora troppi i morti sul lavoro in Italia, 694 nel 2015 di cui il 22,5% nell’edilizia, 632 mila gli infortuni e 59 mila le malattie professionali denunciate.

Quello edile è uno dei settori più colpiti e i dati dei sindacati evidenziano una crescita delle vittime nell’ultimo anno, passate dalle 72  contate tra gennaio e ottobre dello scorso anno, alle 92 registrate finora nel 2016.
Anche il lecchese piange una vittima: Simone Carissimi, 42enne di Villa d’Adda, morto in un tragico incidente in cantiere a Merate, schiacciato da un cumulo di detriti.

“Gli incidenti in fase di scavo o le cadute dai ponteggi sono ancora oggi tra le principali cause di ferimento o morte per chi lavora in cantiere – ha sottolineato il segretario di Fillea Cgil, Giuseppe Cantatore – questo nonostante la tecnologia oggi consentirebbe di ridurre i rischi e nonostante la fase di crisi,  che ha ridotto il numero di lavoratori e di ore di lavoro”.

 

L'incidente mortale in cantiere nel giugno di quest'anno a Merate
L’incidente mortale in cantiere nel giugno di quest’anno a Merate

Se il settore ha perso un forte numero di lavoratori subordinati, in realtà, si è assistito alla trasformazione di questi ultimi in lavoratori autonomi, costituendo imprese individuali, “spesso – spiega Cantatore – in concorrenza sleale con le imprese strutturate”, pagati a voucher, oppure a partita IVA , “costretti a diventare liberi professionisti per continuare a lavorare con la stessa azienda “denuncia da Filca Cisl, Ignazio Verduzzo
Zone ‘grigie’ , come le hanno definite i sindacalisti, senza contare il ‘nero’ che come in passato continua ad abbondare nell’edilizia: “Manca il lavoro ma non manca il lavoro irregolare – commenta Verduzzo – forme contrattuali inadeguate, pensate che ci sono aziende che eseguono lavori stradali utilizzando per i propri dipendenti contratti destinati ai lavoratori agricoli”.

“Il principio del massimo ribasso costringe poi le imprese ad una concorrenza spietata e ad abbassare i costi, tagliando su sicurezza e formazione del personale” spiega Ivan Altomare di Feneal Uil.

Per questi motivi i sindacati hanno voluto richiamare l’attenzione sulla tematica incontrando il prefetto di Lecco, Lilliana Baccari, e parlandone in assemblea ai lavoratori dell’Impresa Piazza Carlo, guidata dal presidente dei costruttori lecchesi, Sergio Piazza. Impresa che, riconoscono i sindacati, è tra le più attente alla problematica della sicurezza in cantiere.