Evans, Cova e Squinzi: una giornata a Cascina Don Guanella

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VALMADRERA – Insieme per una grande e bella festa in famiglia. E per dare ulteriore slancio a un’iniziativa partita con il piede giusto e che ora sta marciando a passo spedito verso la sua concretizzazione. Insieme per dire che il progetto “Cascina don Guanella” andrà in porto e che darà importanti e concrete risposte a situazioni di disagio, favorendo tra l’altro interessanti esperienze relazionali.

Tre personaggi del mondo dello sport e dell’imprenditoria insieme giovedì 26 giugno in località Piazza Rossè di Valmadrera, dove sorge la cascina destinata a diventare il fulcro appunto del progetto di agricoltura sociale finalizzato a trasformare non soltanto la cascina stessa ma anche i terreni circostanti in un luogo di accoglienza, cura, formazione, orientamento e inserimento nel mondo del lavoro per un buon numero di giovani e giovanissimi a rischio emarginazione.

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Due dei tre personaggi giunti ieri a “Cascina don Guanella”, si è detto, appartengono al  mondo dello sport. Uno è Cadel Evans, australiano, campione del mondo di ciclismo su strada nel 2009 e vincitore del Tour de France del 2011, l’altro è Alberto Cova, campione olimpico dei 10.000 metri ai Giochi di Los Angeles del 1984. Due grandi del ciclismo e dell’atletica, vicini a Casa don Guanella e al progetto portato avanti dalla comunità educativa lecchese si può dire fin dal momento in cui il progetto stesso ha mosso i primi passi.

Con loro Giorgio Squinzi, imprenditore oggi alla guida di Confindustria. Aveva detto di voler sostenere il progetto della cascina offrendo il materiale da utilizzare per la ristrutturazione dell’edificio e la costruzione della nuova stalla, Squinzi. E ieri, dopo aver toccato con mano la valenza del progetto e la splendida realtà già oggi rappresentata dalla struttura valmadrerese, l’ha confermato a don Agostino Frasson, responsabile della comunità educativa, che ai microfoni della Rai non ha mancato di ricordare come tutto sia nato dal desiderio di realizzare un sogno e di dare nuove prospettive ai ragazzi che si troveranno a lavorare in quello stesso contesto.

“Qui si possono condividere i doni che Dio ci ha dato”, ha detto don Agostino indicando i terreni tutto intorno alla cascina e il magnifico panorama circostante.

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C’erano anche Valerio Micheli, classe 1939, e sua moglie Gianna Castelnuovo, a ricevere i graditi ospiti. Loro, in quella che è stata appunto già ribattezzata “Cascina don Guanella”, ci vivono da una vita (lui da quando aveva soltanto 3 anni) e ieri Valerio, depositario della memoria materiale e storica del luogo, ricordando il “passaggio” della struttura alla comunità educativa lecchese ha detto: “Questo momento prima o poi doveva arrivare ed è arrivato nel modo per me più bello”.

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