Folk e rock, i “Luf” stasera in concerto a Mandello

Tempo di lettura: 3 minuti

luf

 

MANDELLO – Dopo il successo di pubblico e di critica riscosso venerdì scorso dalla Drummeria, questa settimana sono i Luf a calcare il palcoscenico del teatro comunale “Fabrizio De Andrè” per la stagione artistica 2016 del Comune di Mandello. “Verso un altro altrove” il titolo del concerto, che si terrà questa sera, venerdì 15 aprile, con inizio alle ore 21.

10 euro il biglietto d’ingresso, con prevendita ancora questa mattina dalle 10 alle 13.30 presso l’Ufficio cultura in via Manzoni 44/3 e prenotazioni anche via e-mail all’indirizzo cultura@mandellolario.it indicando nome, cognome e recapito telefonico. I biglietti saranno in ogni caso in vendita anche questa sera al botteghino del teatro, a partire dalle ore 20.

I Luf nascono da un’idea di Dario Canossi, nato sulle montagne della Val Camonica, in provincia di Brescia, terra che ispira quasi tutte le sue canzoni, che parlano di vita comune e “camuna”, personaggi e storie vere nel senso più poetico del termine. Piccole perle di dialetto, amore per la cultura, tradizione popolare e impegno sociale, elementi che sono alla base della filosofia dei Luf.

“Da quelle parti “luf” vuol dire lupi – afferma l’assessore alla Cultura, Luca Picariello – e infatti i Luf sono un branco di musicisti che arrivano da esperienze diverse e che insieme riescono a creare un impatto sonoro forte, con una grande impronta folk-rock. Le loro canzoni colpiscono il cuore e… le gambe, scatenando un’irresistibile voglia di muoversi”.

I Luf muovono sostanzialmente da dove Van De Sfroos si è fermato con Breva e tivan, disco a cui ha collaborato lo stesso Canossi, e si collocano sul versante che, dai Modena City Ramblers in poi e su derivazione del calco internazionale dei Pogues, ha mischiato temi e musiche tradizionali, rielaborate con ritmiche e meccaniche rock.

Ne scaturisce un impasto divertente e vitale che trascina e coinvolge. Il gruppo prende forma all’alba del 2000: due anni di lavoro e finalmente arriva il primo disco Ocio ai Luf,  che ottiene un buon successo sia popolare sia di critica, bissato dall’ottima accoglienza ai concerti dal vivo, l’ambito dove i Luf si esibiscono al meglio.

Il camuno Canossi, voce e leader dei “Luf”, abbandonata l’avventura De Sfroos decide di intraprendere la via del folk, con un repertorio di composizioni originali. Ecco quindi “I Luf”, musica vivace e dalla grande comunicativa, dove la vitalità del rock si incontra con la profondità e i ritmi della tradizione.

Se le musiche dei “Luf” creano un’atmosfera gioiosa, i testi delle canzoni, taluni in dialetto della Val Camonica, sono ricchi di riferimenti all’attualità.

Sempre maggiore è in questi ultimi tempi il seguito di pubblico dei “Luf”, testimoniato da decine di concerti, spesso a sostegno di associazioni di volontariato e solidarietà internazionali.

I “Luf” amano definirsi dopolavoristi di lusso, essendo tutta gente che per vivere fa un altro mestiere: chi il fotografo, chi l’infermiere, chi il camionista, chi il magazziniere, chi il professore. Per divertirsi fanno però la stessa cosa, ossia suonano.