Gilardoni. I sindacati: “Alziamo la guardia, o rischiamo di perderla”

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Da sinistra il sindaco Riccardo Fasoli, Emilio Castelli (Fim-Cisl) e Fabio Anghileri (Fiom-Cgil) lunedì 21 marzo in sala civica a Mandello.
Da sinistra, il sindaco Riccardo Fasoli, Emilio Castelli (Fim-Cisl) e Fabio Anghileri (Fiom-Cgil) lunedì 21 marzo in sala civica a Mandello.

 

MANDELLO – “Questa è una situazione oltremodo delicata. Nessuno pretende di dire alla proprietà come deve comportarsi, né tantomeno pensiamo a un attacco denigratorio nei confronti dell’azienda, ma pretendere chiarezza e chiedere un confronto è a questo punto indispensabile proprio per il bene che tutti noi vogliamo a questa realtà produttiva. Questa vicenda non deve finire e non finirà nel dimenticatoio e posso dirvi che l’amministrazione comunale vi è vicina e vi sosterrà fin dove possibile”.

Così il sindaco, Riccardo Fasoli, ha introdotto l’assemblea pubblica che si è tenuta lunedì 21 marzo in sala civica per discutere del futuro della Gilardoni raggi X, motivo di preoccupazione per i dipendenti, per le forze sindacali e, di riflesso, per la pubblica amministrazione.

Al tavolo, accanto al primo cittadino, Emilio Castelli della Fim-Cisl e Fabio Anghileri della Fiom-Cgil. In sala, numerosi dipendenti di ieri e di oggi della storica azienda mandellese.

“Qui non si è in presenza di esuberi o di difficoltà produttive – ha detto Castelli – eppure la crisi è innegabile e senza un’inversione di rotta il rischio di perdere questa azienda esiste. Noi vogliamo che la Gilardoni mantenga i posti di lavoro che ha sempre assicurato, per questo diciamo che il problema non è soltanto dei dipendenti ma di tutti e nostro dovere è anche quello di affrontare situazioni in apparenza floride ma in realtà ben diverse”.

“Già la vostra presenza così numerosa a questo incontro è un segnale forte che stiamo dando alla proprietà – ha affermato dal canto suo Anghileri – Sono venute meno figure che occupavano posizioni strategiche all’interno dell’azienda, perciò dobbiamo capire in quale direzione vuole andare la proprietà e qual è la reale situazione vissuta dai dipendenti. Sappiamo che oltre alla mancanza di personale in determinati uffici non si respira in azienda un clima sereno. C’è chi ha dato le dimissioni e chi è stato licenziato. In tal modo si perdono specificità e professionalità e la prospettiva è tutt’altro che rosea”.

 

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La parola è passata a quel punto ai lavoratori. “Mi hanno negato persino una visita oculistica”, ha esordito uno di loro. “Abbiamo di fronte un’azienda rancorosa – ha detto un altro – che va per conto proprio”. “Negli ultimi anni – ha aggiunto un altro dipendente ancora – collaudavamo anche più di 300 schede ogni mese, lo scorso gennaio ne abbiamo collaudate soltanto 6”.

“Da due mesi manca un responsabile della qualità – ha evidenziato un lavoratore – e da tempo non vediamo una programmazione, per non dire che mancano altre figure fondamentali per qualsiasi azienda”.

“Alziamo la guardia – è intervenuto Emilio Castelli – perché altrimenti questa azienda rischiamo di perderla”.“Abbiamo davanti un muro – gli ha replicato un dipendente – e da soli non possiamo farcela”.

C’è poi chi ha parlato persino di “inaccettabili aggressioni fisiche” e chi ha specificato: “Quello che sentiamo stasera in questa sala accadeva già 20-25 anni fa”.

“Si è in presenza di una crisi di professionalità e, secondo noi, anche di fatturato”, hanno detto in un successivo intervento gli esponenti sindacali, prima che Grazia Scurria, capogruppo consiliare di “Casa Comune”, chiedesse espressamente al sindaco di convocare un tavolo territoriale e di farsi carico di raccogliere, anche in sede riservata, le testimonianze dei lavoratori per poi muoversi nelle sedi opportune.

 

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Riccardo Fasoli ha specificato di avere già interessato del “caso Gilardoni raggi X” il prefetto e di essere intenzionato a chiedere un incontro allo stesso prefetto, al questore e alla Provincia.

Un esponente della Rsu della Gilardoni ha quindi dato lettura del documento – firmato dalla stessa Rsu e da Fim e Fiom Lecco e poi consegnato al sindaco – in cui si chiede in primo luogo che tutte le istituzioni del territorio si adoperino per fare chiarezza su quanto sta accadendo, che si intraprendano azioni comuni “capaci di ridare sicurezza e diritti alle persone che lavorano in Gilardoni”, che i rapporti personali nella vita aziendale “tornino a essere nella norma” e che “le figure aziendali incapaci di ricoprire ruoli importanti e che stanno creando sofferenza e stress alle persone siano sostituite con altre professionalità in grado di ripristinare la serenità tra i dipendenti”.

Nel documento si chiede altresì al sindaco di attivarsi il più celermente possibile per sollecitare l’intervento del prefetto. “Questa richiesta è fondamentale – si legge nel documento – per evitare che le attuali condizioni possano sfociare anche in un problema di ordine pubblico”.

Fim e Fiom informano quindi che le organizzazioni sindacali hanno chiesto formalmente un incontro ai componenti del collegio sindacale della Gilardoni “non solo per informarli ma anche per chiedere se sono consapevoli di ciò che accade in ambito di gestione operativa interna e sociale”.