I gestori di tre B&B lecchesi: “La nostra è una filosofia di vita”

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LECCO – C’è chi accoglie turisti in cerca di panorami mozzafiato sul lago; chi ospita soprattutto manager e parenti di persone ricoverate al Manzoni; infine c’è chi attira soprattutto cittadini, in particolar modo provenienti da Milano, in cerca di un week end di vero relax tra la natura della Valsassina. Insomma, anche se ognuno di loro ha il suo “ospite tipo”, alla domanda “lo rifarebbe?” tutti rispondo con convinzione: “sì, aprire un Bed & Breakfast è innanzitutto una filosofia di vita”.

Abbiamo scambiato qualche parola con tre gestori di questo tipo di struttura ricettiva, che in periodi e luoghi diversi della provincia lecchese hanno deciso di buttarsi in questa avventura. Si tratta di Federico Corti di “Polvara Trentuno” (Lecco), Claudia Ferraroli di “La Respuchina” (Bellano) e Rosa Romilda Cresseri di “Il Gerlo” (Casargo), tre gestori che ci hanno raccontato di un’occupazione che è soprattutto socializzazione.

Sì, perché anche se c’è la struttura con più stanze e quella più piccola, quella in città e quella tra la natura, c’è una cosa che sembra accomunarli tutti ed è la voglia di offrire una seconda casa a chi, per motivi diversi, raggiunge il nostro territorio.

“Ciò che distingue un B&B da un albergo? Sicuramente il rapporto umano che si crea tra proprietario e ospite – spiega Federico Corti, gestore della struttura di via Polvara, a Lecco – La familiarità, il calore tipico di una casa, la presenza di poche persone, la semplicità. Ecco cosa ricerca colui che sceglie di soggiornare in un piccolo B&B anziché in un hotel. Non è raro – continua – che ospiti venuti in passato decidano di tornare, di farci dei regali (ricordo una bottiglia di olio direttamente dalla Puglia), di telefonarci per gli auguri di Natale e, d’altro canto, io non mi tiro mai indietro quando c’è da accompagnare un ospite in stazione o cose del genere. È un modo di relazionarsi che è molto diverso da quello dell’albergo e, forse, è anche per questo che accanto ai parenti dei ricoverati in ospedale, ospiti davvero numerosi nel mio caso, non mancano i manager e i viaggiatori per lavoro: qui trovano qualità e gentilezza, unita a un prezzo sicuramente più economico”.

Una cosa, però, sembra mancare un po’ al B&B lecchese: si tratta della clientela di turisti, purtroppo ancora poco attratti dalla nostra città. “Non c’è nulla da fare: continuano a preferire Como e le località del lago. Lecco – conclude Corti – è ancora troppo poco attrattiva e chi viene a casa mia sono soprattutto persone che hanno bisogno di sostare qui, o per lavoro o per necessità”.

Diversa, invece, la situazione nel B&B “La Respuchina” di Bellano, un nome che in dialetto bergamasco significa “porcospino”. “Naturalmente i turisti sono numerosi – spiega Claudia Ferraroli – anche se in questi sei anni di attività ho visto cambiare notevolmente la tipologia di ospite. Se inizialmente si trattava soprattutto di italiani, in larga parte provenienti da Milano o da altre città e in cerca di un po’ di sole e lago, negli ultimi tempi e in particolare quest’anno abbiamo avuto soprattutto stranieri da tutta l’Europa. Non più tanti americani e australiani come accadeva all’inizio, bensì danesi, svedesi, tedeschi e olandesi, tutti in cerca della tipica casa italiana in cui sostare qualche giorno”. Sì, perché è sempre il rapporto diretto e amichevole quello che molti degli ospiti ricercano: “ci si conosce e a volte si rimane in contatto, tanto che sono numerosi i turisti che, dato il nome del B&B, continuano a inviare dei piccoli ricci realizzati un po’ ovunque nel mondo e che oggi adornano la mia casa”. Certo, però, non si vive di B&B: “la mia struttura è attiva solo nei mesi caldi, per il resto del tempo continuo con il mio lavoro di educatrice”.

Nessuno straniero, invece, a Casargo, dove il B&B “Il Gerlo” ospita soprattutto milanesi in cerca di sano relax. “Si tratta di cittadini che decidono di venire dalle nostre parti per prendere un po’ di fresco e per riposarsi – ci racconta Cresseri – tanto che spesso non vogliono neppure uscire la sera. Preferiscono fare delle passeggiate, vedere gli animali e la natura che circonda la nostra casa, trascorrere un po’ di tempo con noi. Credo che la flessibilità di una struttura come un B&B faccia davvero la differenza: qui tutto si può fissare insieme, dall’orario di arrivo a quello della colazione, senza che vi siano imposizioni come in albergo”.