I lavoratori Leuci: “Dov’era Casapound quando c’era bisogno?”

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Leuci

LECCO – Le “calze” di Casapound recapitate alla Fiom di Lecco nella lotte dell’Epifania non sono state affatto gradite, né dal sindacato né tantomeno dai lavoratori della Leuci che, citati nel comunicato dell’associazione di estrema destra nel “rimprovero” alla sigla dei metalmeccanici della Cgil, hanno voluto replicare.

Nella lettera, i lavoratori rinfacciano a Casapound di non essersi mai interessati in passato alla loro vicenda e difendono la collaborazione che si è creata tra loro e il sindacato per cercare soluzioni nella delicata trattativa con la proprietà dell’azienda. 

“Abbiamo appreso dai media locali dell’ ”azione dimostrativa” attuata da “Casa Pound Lombardia” nei confronti della sede sindacale di via Besonda.

Un’azione che si commenta da se : oltre a polemizzare col sindacato (chissà perché in particolare con la Fiom/Cgil ?!?! ) questi soloni “del mondo del Lavoro” vorrebbero dare lezioni di concretezza anche sul caso Leuci… e qui pubblicamente vorremmo rispondere loro “per fatto personale” o meglio “per fatto … collettivo”, visto che la nostra vicenda riguarda non solo noi e le nostre famiglie ma anche molti altri lavoratori che guardano a noi con interesse e come esempio non solo di non rassegnazione, ma anche e soprattutto di concretezza propositiva e progettualità verso un modello di riconversione e reindustrializzazione virtuosa, ecocompatibile e realmente praticabile, solo lo si volesse.

Leuci_ Germano BosisioMa dov’erano costoro quando in anni di resistenza attiva e lotta determinata abbiamo costruito “dal basso”, e non senza qualche riluttanza di altri , un percorso sinergico in collaborazione col sindacato ? Quando “sollecitavamo” parecchie realtà del Territorio, a partire dalle Istituzioni locali dov’erano ? E quando trovando oggettive sensibilità di qualche istituzione abbiamo promosso instancabilmente – e tutt’ora sosteniamo – il cosiddetto “progetto Cittadella della Luce e della sostenibilità ambientale”(elaborato dal Politecnico di Lecco) ed annesse rielaborazioni ? E dove erano quando – da sempre – noi c’interrogavamo, ben oltre la nostra vicenda, su quale dovesse essere la vocazione del nostro Territorio ; Territorio che è stato per anni terreno di conquista, depredato da avventurieri, mercanti, politicanti e speculatori, lodati e riveriti magari anche da loro ?

Ora che questo percorso sinergico è di fatto diventato un “progetto pilota” per un intero territorio e, lo dicono altri, una sfida concretissima a tradurre in pratica i paroloni di interminabili convegni come innovazione e ricerca, ma soprattutto riconversione manifatturiera virtuosa = posti di lavoro, adesso si vorrebbe accomunare tutto questo concretissimo lavoro a fumose demagogie contrapponendo peraltro, con inqualificabile supponenza, presunte ricette normative risolutive, che pure andrebbero collateralmente ricercate come da tempo anche noi “lavoratori pensanti” sosteniamo.

Quindi meno presunzione e più rispetto di quanto concretamente costruito da chi, non con facili slogans ad effetto ma con la dura ed anche “non tradizionale” lotta del giorno per giorno sta tentando di costruire e soprattutto di concretizzare gradualmente un percorso per mantenere posti di lavoro ma anche per contribuire ad intravvedere una direzione praticabile di futuro, soprattutto per i giovani ( ma anche per i meno giovani in quanto questo sistema ci vorrebbe tutti precari e divisi tra noi …) .

Non è un caso che quelli che da sempre ci sono stati oggettivamente più vicini sono proprio i giovani che appartengono ad un mondo opposto a “Casa Pound”.

Riguardo poi al nostro rapporto col Sindacato, che si vorrebbe dipingere di qualche sudditanza, proprio non ci conoscono questi estensori di “comunicati della Befana” : il nostro è di tipo molto dialettico, che non lesina critiche costruttive, e quindi tutt’altro che subordinato. La prova più lampante è che questo percorso l’abbiamo promosso noi dal basso ed abbiamo dovuto superare qualche “ritrosia” anche in certo “sindacalismo della riduzione del danno” (solo gestione degli ammortizzatori sociali).

Così pure non abbiamo certo bisogno di lezioni di “realismo” in quanto siamo ben consci dei meccanismi speculativi di certa politica tesa a mettere bandierine od a sventolare vicinanze di facciata : chi è realmente con noi e la nostra lotta lo sta dimostrando da tempo con un’attenzione quasi giornaliera ( compresa certa stampa sensibile socialmente ).

Ci fermiamo qui perché non vogliamo dare troppa importanza e visibilità ad un fatto così secondario rispetto alle questioni reali che abbiamo davanti.
Che dire quindi se non che LA LOTTA CONTINUA !!!!!!”

La Rsu ed i Lavoratori e le Lavoratrici della Leuci