Il Baule del Riuso, spopola su Facebook un’idea tutta calolziese

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l’immagine di copertina del gruppo Facebook

 

CALOLZIO – Un concetto innovativo di riuso, per dare nuova vita agli oggetti e limitare gli sprechi, attraverso un sistema 2.0. Stiamo parlando de “Il Baule del Riuso”, gruppo Facebook con 14 mila 453 iscritti (in costante aumento) che dall’intera Lombardia donano e ricevono cose altrimenti destinate alla discarica. Un vero successo tutto calolziese, il fondatore, infatti, è Valentino Riva, artigiano del centro città.

Valentino Riva, ideatore del gruppo Il Baule del Riuso

L’idea è nobile ed il funzionamento semplice, basta disporre di un account sul noto social media, inviare la richiesta di iscrizione al gruppo ed il gioco è fatto.  Da qui si potranno regalare oggetti o cercare di accaparrarsi un dono, basterà commentare il post e sperare di essere scelto dal donatore. Il ritiro, invece, avviene di persona, lontano dalla dimensione digitale.

 

Valentino, come è nata l’idea di un gruppo di riuso?
“Il baule del riuso nasce ufficialmente nel 2015, ma ci pensavo già dal 2014 con un gruppetto che faceva capo al Movimento 5 stelle a Calolzio. Facevamo un po’ di politica insieme ed eravamo contrari all’idea che un oggetto che non serve più debba andare in discarica e poi all’inceneritore, causando anche danni alla salute. Tutto può essere riproposto e qualcuno potrebbe averne bisogno. Oggi, Roberta Valsecchi, Giulia Mazzoleni, Mara Colombo e Elena Zuccal gestiscono con me il gruppo.
L’idea era di organizzare dei luoghi fisici, dei veri e propri magazzini del riuso, recuperando magari degli immobili abbandonati, ne sarebbe bastato uno sul calolziese, ma non avevamo possibilità economiche per far fronte a un affitto, bollette, volontari fissi a gestire… ma è un sogno che rimane”.

Chi può iscriversi?
“Chiunque può iscriversi, basta avere un profilo credibile, un altro connotato è la residenza in Lombardia, vogliamo essere sicuri che gli oggetti non si perdano, che se sono stati dati per funzionanti lo siano davvero. Abbiamo creato un regolamento preciso che tuteli noi come amministratori, ma anche il gruppo e il progetto del riuso, senza regole si va allo sbando ed il progetto perde vigore e non cresce”.

Cosa si regala nel gruppo? Cosa invece non si può proprio regalare?
“Si regala di tutto, dai piccoli oggetti o vestiti fino a elettrodomestici e auto… Non abbiamo posto vincoli rispetto a chi assegnare il dono, si può regalarlo a un parente come a chi non si conosce, questo spesso è causa di obiezioni, ma è comunque un modo per riusare l’oggetto, ciascuno può scrivere nei commenti se ne ha particolare necessità, poi sarà il donatore a decidere.
Non si possono regalare, invece, armi, medicinali o animali. Sul gruppo, poi, non circola denaro, è vietata la vendita, ma anche semplicemente lo scambio, implicherebbe una facilitazione a donare verso chi ha qualcosa da dare in cambio, vogliamo eliminare questo fattore di competizione, anche se è una missione difficile”

Quale è stato il post con il dono più strano o particolare?
“Una barca! È stato interessante vedere che il gruppo ragionava nell’ordine del non sprecare a prescindere dalle dimensioni e dal valore degli oggetti. Il riuso è anche un’occasione per conoscere persone e le loro storie, secondo il regolamento c’è infatti l’obbligo di andare a ritirare l’oggetto così facendo c’è un incontro fisico e non solo una questione virtuale…
Abbiamo creato anche un gruppo parallelo per integrare quello che mancava sul baule, “May I help you”, una realtà più di nicchia, in cui professionisti si scambiano collaborazioni e favori lavorativi”.

Quasi 15mila componenti si aspettava un tale successo?
“Non così in breve tempo, ma speravo e sognavo che il progetto crescesse. L’idea è buona e se si investono energie, le persone se ne rendono conto”.

Nonostante il nome dal gusto retrò, quanto è importante la dimensione digitale e quindi di Facebook?
“Facebook è fondamentale altrimenti non esisterebbe il gruppo, internet è sicuramente un facilitatore anche se non ci permette di arrivare a chi non ha la possibilità di accedervi, penso agli anziani che spesso si appoggiano al profilo dei figli o dei nipoti, per questo il nostro obiettivo resta quello di realizzare una realtà fisica sul territorio.
Il nome ‘baule’ è stato scelto per dare un’idea di concretezza, come se gli oggetti venissero estratti e riutilizzati. Donare non è solo fare un favore a qualcuno, c’è una rilevanza economica nel riutilizzare”.

Ha mai pensato all’organizzazione di un evento in piazza in cui si possano scambiare doni lontano dagli schermi del PC?
“Si assolutamente, mi piacerebbe molto, l’organizzazione di un evento di questo tipo è però un impegno gravoso, che per forza di cose va subordinato alle attività normali della vita delle persone. Io e gli altri admin ci stiamo ragionando, bisogna trovare il luogo adatto e pubblicizzare per bene.
Per il futuro vorremmo anche creare un’associazione, il gruppo è nato all’interno di un ragionamento politico, non neghiamo quell’identità, ma sarebbe bello sganciarsene affinché l’idea sia più aperta possibile, anche a chi ora non ne vuole fare parte per ragioni di schieramento politico”.