LECCO – Si è aperto questa mattina, venerdì 10 giugno, la due giorni lecchese del “Cortile dei Gentili”, la struttura del Pontifico Consiglio della Cultura ospitata quest’anno presso il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano. Ufficialmente nato nel 2011 il “Cortile dei Gentili” si è costituito per favorire l’incontro e il dialogo tra credenti e non credenti.
Tema dell’edizione 2016, presieduta dal Cardinale Gianfranco Ravasi, è il “Dolore degli Innocenti”: un dialogo di due giorni, arricchito da interventi e testimonianze di diverse personalità (giornalisti, medici, filosofi, biologi), volto ad indagare e approfondire la dimensione della sofferenza.
Tra le grandi domande attorno alle quali si svolgeranno i dibattiti vi saranno il ruolo della medicina, delle cure e della riabilitazione, il senso della sopportazione del dolore, in che termini possono dialogare scienza, filosofia e religione. Tra gli ospiti i giornalisti Gad Lerner (Repubblica, Corriere della Sera, La7) e Fiamma Satta (colpita a 35 anni da sclerosi multipla), i filosofi Silvano Petrosino e Carlo Sini, i medici Vincenzo Valentini (direttore della radioterapia e del dipartimento di Oncologia ed Ematologia del Policlinico Gemelli di Roma) e Alberto Giannini (medico rianimatore all’Ospedale Maggiore di Milano) e molti altri: ognuno di loro attraverso i propri studi, credenze, esperienze e testimonianze cercherà di condurre il dialogo sul dolore degli innocenti.
Nella mattinata di sabato è stato il Cardinale Ravasi ad introdurre “Il Cortile dei Gentili”: “Quando parliamo di dolore e sofferenza c’è una dimensione fondamentale che tutti noi dobbiamo ricordare e praticare – ha detto il Cardinale in conclusione del suo intervento – ovvero quello della solidarietà e dell’amore. Dio, diceva un grande poeta come Paul Claudel, non è venuto a spiegare la sofferenza ma a riempirla della sua presenza. Ci sostiene cioè nel nostro dolore e soffrire, nella sua impotenza di uomo”.
La stessa conclusione, come raccontato, la rassegnava un agnostico non credente quale Ennio Flaiano: “Flaiano – ha proseguito il Cardinale – aveva avuto una figlia malata, non ne parlava mai. QuandoFlaiano morì tra le sue carte trovarono un brogliaccio che raccontava un episodio sicuramente autobiografico ma simbolico: vi si immaginava il ritorno di Dio e di come tutti i malati lo cercassero però farsi curare, per avere il miracolo. Quando Cristo riuscì a ritirarsi all’orizzonte ecco che vide giungere un uomo, con una figlia ‘sgangherata’ al seguito. Decide di compiere il miracolo e guarire quella giovane, ma l’uomo lo fermò e gli disse “Io non voglio che tu la guarisca, ma che tu la ami”. Al che Dio rispose “in verità io vi dico, quest’uomo mi ha chiesto ciò che io veramente posso e voglio dare”. Ecco cosa dobbiamo ricordare: Dio non ci guarisce ma ci accompagna e ci sostiene nella sofferenza”.
Clicca qui per il programma completo del “Cortile dei Gentili”, ospitato nell’Aula Magna del Politecnico.