Il cardinale Scola a Leggermente Off: “Sono pieno di speranza per il futuro della chiesa”

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Monsignor Davide Milani, Maria Laura Conte, il cardinale Scola, Luigi Geninazzi e Marco Magistretti

 

LECCO – Il Cardinale Angelo Scola protagonista di Leggermente Off, un ciclo di appuntamenti legati a Leggermente, la rassegna dedicata alla lettura organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco.

In tanti hanno partecipato all’incontro svolto all’auditorium della Casa dell’Economia di via Tonale dove Scola ha presentato l’autobiografia “Ho scommesso sulla libertà”, scritta dall’arcivescovo emerito di Milano insieme al giornalista lecchese Luigi Geninazzi, storico inviato di Avvenire.

La serata di giovedì, moderata dal giornalista Marco Magistretti, è stato prima di tutto un incontro con la sua Lecco, prendendo come punto di partenza l’autobiografia il dialogo ha abbracciato diverse tematiche che sono andate al di là dei temi legati alla chiesa e alla religione. Sul palco, oltre a Geninazzi, hanno dialogato con il cardinale Scola anche Maria Laura Conte, direttrice Comunicazione Fondazione Avsi e monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco.

La serata è stata organizzata in collaborazione con il Centro Culturale Alessandro Manzoni: “Sulla libertà lei racconta di aver scommesso fin da giovane e ancora oggi – ha detto il  presidente Gianluca Bezzi – ma il gioco della libertà è una esperienza fondamentale per tutti noi, ancor di più in questo momento storico. Questa sfida e questa scommessa ci appartengono e ci auguriamo di viverla con la sua stessa intensità e la sua stessa tenacia”.

Il Cardinale Scola con Vico Valassi

 

“Quando il cardinale mi ha chiesto se volevo collaborare alla stesura di un libro che fosse un po’ il bilancio del suo lungo ministero pastorale, io sono rimasto allo stesso tempo lusingato ma anche un po’ spaventato – ha raccontato Geninazzi -. Angelo Scola lo conosco da più di 50 anni e negli anni giovanili è stato una guida spirituale e un fratello maggiore, come per tanti volti che vedo qui stasera. L’idea di scrivere un compendio del suo pensiero l’ho ritenuta troppo ambiziosa e superiore alle mie forze, così ho ripiegato sull’idea dell’autobiografia perché quella del cardinale è una vita molto intensa e, in alcuni punti, travagliata; è un po’ come un romanzo. Il cardinale Scola ha accettato e ha aperto il suo cuore, raccontando anche gli aspetti più intimi svelando episodi sconosciuti a tutti”.

Il cardinale Angelo Scola nella sua vita ha avuto il privilegio di conoscere da vicino i grandi protagonisti della vita della chiesa degli ultimi 50 anni a partire da Papa Giovanni Paolo II: “Ad ognuna di questa figure è dedicato un capitolo che è un ritratto per molti aspetti inedito e commovente. Non è solo una biografia perché nella storia personale di Angelo Scola si rispecchia la storia della società e della chiesa italiana ed europea di oltre mezzo secolo”.

Nel libro edito da Solferino (300 pagine) il cardinale Angelo Scola, nominato vescovo a 49 anni da Giovanni Paolo II, racconta con schiettezza e passione la sua vita, la Chiesa e l’Italia a partire dalla scelta cristiana nell’adolescenza e dalla militanza in Comunione e Liberazione. Al centro di questo racconto denso di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa oggi?

Luigi Geninazzi

 

“Grazie a tutti coloro che hanno favorito questo incontro – ha detto il cardinale Scola – grazie a voi che siete qui e avete trovato il tempo per venire e ascoltare un dialogo come questo. Grazie per questo gesto di accoglienza e gratitudine, fa sempre molta impressione rivedere dopo 50 anni certi volti e risalire alla persona che avevi conosciuto tanto tempo prima: un salto che mi riporta alla condizione attuale, nell’ultima fase della mia esistenza, e anche questo è motivo di gratitudine”.

A destra il presidente del Centro Culturale Manzoni Gianluca Bezzi

 

Un’ora e mezza di dialogo che ha guardato anche al futuro di una chiesa in rapido mutamento, cercando di rispondere anche ad alcuni quesiti dello stesso prevosto di Lecco, con una conclusione finale: “Sono pieno di speranza per il futuro della chiesa”.