Il futuro dell’area Leuci, appello al Comune: “Non resti a guardare”

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A sinistra Germano Bosisio
La serata organizzata martedì in via Seminario dai promotori della Città della Luce

 

LECCO – Era il 31 dicembre del 2013 quando l’ultima luce si è spenta nella storica fabbrica di lampadine ma a quasi quattro anni di distanza brilla ancora la speranza degli ex lavoratori di vedere la Leuci risplendere a nuova vita.

Per quasi quattro anni le maestranze hanno lottato attivamente, coinvolgendo istituzioni e cittadinanza, avanzando un progetto di rigenerazione urbana dell’area, la CittàdellaLuce, per una trasformazione industriale che guardi al settore dell’innovazione e della ricerca, trovando il sostegno di un elenco sempre più lungo di associazioni e realtà del capoluogo, oggi circa una trentina.

Eppure ben poco è cambiato da quella vigilia di Capodanno, se non uno striscione che annuncia la vendita dei capannoni esposto ormai da tempo su via XI Febbraio; pure la storica insegna del marchio Leuci è stata recentemente rimossa. I promotori del piano di riconversione della fabbrica, però, sanno che è un sogno realizzabile, ci sono altre realtà italiane a dimostrarcelo e non a caso martedì sera hanno proposto il caso della riconversione delle ex Officine Reggiane, invitando a Lecco l’assessore del Comune di Reggio Emilia, Alex Pratissoli, a spiegare come è stato possibile.

A sinistra Germano Bosisio

L’invito a partecipare all’incontro era rivolto anche all’amministrazione comunale di Lecco, alla quale i fautori della CittàdellaLuce chiedono maggiore impegno sul futuro della Leuci.

“Quello che vorremmo– ha riferito Germano Bosisio, ex Rsu della Leuci e portavoce del comitato – è un cambio di passo, che sia l’ente pubblico a fare da volano, che crei le basi per attirare l’interesse dei privati così come successo a Reggio Emilia. In passato il Comune si era detto disponibile ad incontrare gli imprenditori, non abbiamo più avuto notizie di questo. Oggi sono una trentina di associazioni a sostenere un nuovo corso per quest’area e un’amministrazione attenta alla partecipazione popolare non può ignorarlo. Le istituzioni non possono chiamarsi fuori”.

Un appello colto del Comune che ha partecipato alla serata con la presenza, non solo il vicesindaco Francesca Bonacina ma anche gli assessori Riccardo Mariani e Gaia Bolognini.

Il vicesindaco Bonacina al centro, con gli assessori Mariani e Bolognini

“Arriviamo da più di due anni di percorso con il comitato – spiega Bonacina – un percorso che non è giunto a compimento perché mancano tre presupposti fondamentali: la disponibilità della proprietà a discutere, quella degli imprenditori ad investire, l’azione delle istituzioni tutte che, frenate dalla mancanza dei due presupposti, non hanno fatto passi avanti. Parliamo di un’area non che non è a disposizione del Comune e di un comitato che non ha in seno nessuno dei presupposti già citati, oggi non ci sono i punti di partenza, al momento non è stato manifestato neppure un interessamento da parte degli imprenditori”.

Il Comune, “pur condividendo il progetto – le fa eco l’assessore Bolognini – non ha titolo per intervenire su un terreno che è privato. Può interloquire con i soggetti interessati ma fino ad oggi la proprietà si è mai seduta al tavolo della discussione”.

Da sinistra Alberto Anghileri (Cambia Lecco) con il consigliere Dario Spreafico (Vivere Lecco)

 

C’è poi la questione dell’amianto ammalorato sul tetto del capannone, “un problema che va risolto” dice l’assessore, e recentemente il Comune ha deciso di segnalare la vicenda all’autorità giudiziaria dopo non aver atteso invano la bonifica dell’area da parte della proprietà. Ma per Alberto Anghileri, consigliere comunale di Cambia Lecco, presente anch’esso all’incontro di martedì sera, il caso eternit offre un’opportunità a Palazzo Bovara:

“La fabbrica è di proprietà di un imprenditore che deve 800 mila euro di debiti al Comune, è in difetto perché ha l’amianto da dover rimuovere sul tetto, l’amministrazione comunale ha degli elementi per fare pressione e convincere l’imprenditore a ragionare assieme sul futuro della Leuci. Parliamo del centro della città, non si può lasciare quell’area per anni finché non crollerà. Magari ci fossero gli imprenditori che una volta c’erano a Lecco, quelli che facevano i propri interessi ma anche gli interessi della città, purtroppo oggi temo ce ne siano pochi in giro”.

Massimo Riva, consigliere 5 Stelle

 

Anche Massimo Riva, dei 5 Stelle, anche lui alla serata informativa, non risparmia critiche all’amministrazione Brivio: “Il Comune non può limitarsi a fare la parte del notaio e stare alla finestra, deve essere parte attiva di questo processo, il recupero delle aree industriali dismesse e la rigenerazione urbana che sono le sfide del futuro. Lecco non può farsi trovare impreparata, c’è anche un pericolo ambientale su quell’area e modo per farsi valere. Si possono anche intercettare bandi, creare percorsi per mettere in sinergia il privato. Non è accettabile che il Comune sia mero spettatore del destino di un’area così importante per la città”.