Il leghista Toni Iwobi al Bione: “E’ un’invasione programmata”

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Il segretario provinciale della Lega, Flavio Nogara insieme a Toni Iwobi

 

LECCO Presente sabato al presidio di protesta contro il centro di accoglienza al Bione anche Toni Iwobi responsabile federale del dipartimento Sicurezza ed Immigrazione della Lega Nord: nigeriano e leghista, sostenitore della necessità di aiutare i migranti nei loro Paesi di origine per contrastare l’attuale emergenza.

Questa non è un’immigrazione normale, è un invasione programmata. Nono c’è il rispetto della persona, degli stessi migranti e degli italiani, che vengono messi da parte. I migranti sono obbligati ad entrare attraverso i tunnel della morte. Sfido chiunque ad indicare la provenienza di questi presunti rifugiati. Parlare di rifugiati riferendosi a chi proviene dal Senegal o dall’Africa occidentale è una delle più grandi idiozie. Vi garantisco che le persone che provengono da questi Paesi non hanno questo status quo”.

Ha parlato di invasione programmata, programmata da chi?

“Chi sta agevolando questa immigrazione? Il nostro Governo. Si sta creando un mostro sociale con questa pessima politica migratoria, dando vita a conflitti interni tra questa nuova popolazione e quella italiana senza produrre una soluzione. Nel frattempo continuano a far entrare gente in questo modo, disumano, con dei morti”.

Non crede però che chi ci stia guadagnando politicamente, in termini di consensi,  sia la Lega Nord?

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Toni Iwobi

“Attenzione, non è una questione di campagna elettorale. Si sa, quest’anno non ci sono le elezioni”

Però potrebbero arrivare presto…

“Ma è un’idiozia difendere il proprio popolo? Difendere gli stessi migranti che vengono trattati in questo modo?”.

Lei come è giunto in Italia e perché?

“Io sono arrivato con tanto di visto e passaporto nigeriano per motivo di studio, poi sono rimasto perché mi sono sposato con un’italiana”.

Non potrebbe capitare anche alle persone ospitate qui?

“No, non in questo modo. Ben venga la migrazione regolare, nel rispetto della persona”.

Scappare dalla guerra o dalla misera fa differenza?

“E’ una vergogna che ci sia una parte del mondo che ancora soffre la miseria. Un quarto della terra è in quei Paesi, il 25% della manodopera in agricoltura è là, allora perché ci dicono che muoiono di fame? Aiutiamoli a casa loro sembra uno slogan, ma quale slogan, significherebbe rispettare questi popoli”.

Quindi lei utilizzerebbe risorse italiane per aiutare questi Paesi?

“I soldi che oggi stiamo utilizzando per aiutarli, o meglio che vengono usati per fingere di aiutarli. Un quarto di questi soldi basterebbe per aiutarli nei loro Paesi, senza sradicarli dalle loro terre”.