Il sindaco Brambilla e Pro Vita: scontro sulle unioni omosessuali

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Sergio Brambilla
Sergio Brambilla
Sergio Brambilla

VALGREGHENTINO – L’associazione Pro Vita scrive al sindaco Sergio Brambilla per chiedergli di unirsi alla loro battaglia per ottenere l’obiezione di coscienza in vista di eventuali trascrizioni di matrimoni omosessuali, ma il primo cittadino di Valgreghentino, tra i fondatori dell’associazione Renzo e Lucio, esprime il suo chiaro disappunto pubblicando la missiva sul social network Facebook.

“Da sindaco del mio Comune ricevo questo invito, sono messi proprio male!”, sono queste le parole con cui Brambilla accompagna la pubblicazione della lettera a lui indirizzata firmata da Toni Brandi, presidente della Pro Vita Onlus.

“Gentile sindaco di Valgreghentino – recita la missiva in questione – sono Toni Brandi presidente di Pro Vita Onlus. In questo periodo i miei collaboratori ed io abbiamo seguito da vicino le vicende legate al disegno di legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, un disegno di legge che riguarda direttamente sindaci e funzionari pubblici in quanto se venisse definitivamente approvato questi sarebbero obbligati a registrare, trascrivere, insomma celebrare, quello che è sostanzialmente un matrimonio omosessuale. Moltissimi sindaci in tutta Italia in ragione dei loro più profondi convincimenti morali e religiosi e in base agli articoli 2, 19, 21 e 29 della Costituzione si rifiuterebbero in coscienza, se potessero, di celebrare un simil matrimonio omosessuale”.

La Pro Vita Onlus è un’associazione che si pone come obiettivo quello di “promuovere i valori della vita e della famiglia”, come scrivono sul loro sito Internet, e in questo loro obiettivo rientrerebbe appunto il poter garantire la possibilità dell’obiezione di coscienza per tutti quei sindaci e altri funzionari pubblici che non se la sentissero di rendere ufficiali i matrimoni tra persone dello stesso sesso “andando contro ai propri valori”.

Per ottenere il loro scopo, gli attivisti di Pro Vita chiedono a tutti i sindaci di unirsi per fare richiesta formale al Parlamento entro il 29 marzo, garantendo agli aderenti l’anonimato. Al momento nessun sindaco ha reso nota la propria partecipazione alla campagna anti matrimoni omosessuali portata avanti da Pro Vita, ma solo Sergio Brambilla ha deciso di rendere pubblica la lettera ricevuta al solo fine di manifestare il suo disappunto.

La lettera ricevuta da Sergio Brambilla a firma di Toni Brandi:

lettera pro vita