Il vescovo Lafranconi ai mandellesi: “Siate gelosi di San Lorenzo”

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Monsignor Dante Lafranconi durante la sua omelìa nella chiesa arcipretale di Mandello.
Monsignor Dante Lafranconi durante la sua omelìa nella chiesa arcipretale di Mandello.

MANDELLO – “Oggi è festa due volte per la nostra comunità parrocchiale e in generale per Mandello. Con il patrono San Lorenzo celebriamo infatti anche il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di monsignor Dante Lafranconi, che è qui con noi e del quale conserviamo l’immagine stampata proprio in occasione della sua ordinazione, nel 1964. Lui è stato grazia di Dio prima per Como, poi per le comunità della diocesi di Savona-Noli e ora per Cremona e di questo lo ringraziamo. E a voi fedeli dico di avere uno sguardo attento per tutta l’umanità e di essere idealmente vicini alle popolazioni dell’Africa così gravemente minacciate dal virus Ebola”.

Con queste parole don Donato Giacomelli, arciprete di Mandello, ha introdotto oggi, domenica 10 agosto, la solenne celebrazione eucaristica in onore del santo patrono e appunto del vescovo Dante, nativo di Mandello, nell’anno del suo giubileo sacerdotale.

Con loro, in una chiesa arcipretale gremita di fedeli, vi erano i sacerdoti della Parrocchia Sacro Cuore (il prevosto don Pietro Mitta e i vicari don Andrea Del Giorgio e don Michele Gini) e padre Melchiorre Airoldi del Pime, per molti anni a fianco di padre Mario Marazzi in terra di missione, coetaneo di monsignor Lafranconi e a sua volta in festa per il cinquantesimo di ordinazione.

San Lorenzo_Mandello_festa-patronale_vescovo Lafranconi_2014 (18)All’omelìa il vescovo si è soffermato sulla figura di San Lorenzo. “Siamo qui per onorarne la memoria – ha premesso – e per ricordare a noi stessi che con il suo martirio proprio Lorenzo, del quale siamo chiamati a condividere lo stesso impegno, ha onorato a sua volta la memoria di Cristo”.

Due, a giudizio del prelato, i sentimenti da provare nei confronti del patrono: “Il sentimento di ammirazione per una persona che ha creduto così fortemente in Gesù e poi la gelosia per la sua fede così grande, radicale e robusta”. “Noi con l’Eucarestia condividiamo il gesto di Lorenzo di onorare Cristo – ha affermato monsignor Dante – ma dobbiamo anche chiederci se nella nostra vita c’è spazio per la preghiera, per la carità, per il perdono reciproco e per la stima, perché senza queste virtù non possiamo costruire una convivenza civile che ci dia concordia e giustizia”.

Il vescovo ha quindi rivissuto idealmente il percorso dei suoi 50 anni di sacerdozio. “Sento che devo diventare ancora più cristiano e che devo convertirmi – ha osservato – e chiedo di diventare giorno dopo giorno un discepolo di Gesù sempre più autentico. In questi 50 anni sono cambiate molte cose e ha preso tra l’altro il sopravvento un’autonomia totale nei confronti di Dio, che ha portato ad esempio ad assolutizzare il valore del denaro. Pensiamo anche allo scadimento del riconoscimento della dignità del cuore, pensiamo al mancato rispetto per la vita ancora non nata e, guardando alla pagina internazionale, ai jihadisti che hanno addirittura ripreso il mercato delle schiave. Sembra di tornare indietro di secoli, ma è cronaca di questi giorni”.

San Lorenzo_Mandello_festa-patronale_vescovo Lafranconi_2014 (25)“In 50 anni è certo cambiata anche la Chiesa – ha aggiunto monsignor Dante Lafranconi – chiamata a diventare sempre più missionaria e a “uscire” per dire chi è Gesù.Chiediamoci allora: noi siamo Chiesa in uscita? Insegniamo a pregare e a riconoscere sia i diritti sia i doveri?”.

Quindi un nuovo riferimento alla situazione internazionale: “Oggi onoriamo un martire mentre le cronache continuano a divulgare notizie di violenze e soprusi sui cristiani , come accaduto ancora pochi giorni fa a Mosul, appunto con i cristiani costretti ad abbandonare in tutta fretta le loro case”.

Poi un ultimo invito, partendo da una considerazione su una pagina evangelica: “Pietro ha avuto paura della forza del vento e allora chiediamo a Gesù e a San Lorenzo di aiutarci a uscire dalla condizione di uomini di poca fede per diventare credenti convinti”.

Alla celebrazione eucaristica hanno presenziato tra gli altri il sindaco Riccardo Mariani e la sua giunta al completo, oltre ai comandanti della stazione carabinieri di Mandello, Francesco Minniti, e della Polizia locale, Mario Modica.

Il rito è stato seguito dalla processione fino all’Imbarcadero con la statua del santo patrono. Una volta in piazza Italia il vescovo ha impartito la benedizione al lago e ai natanti, dopodiché il corteo – accompagnato dalle note del corpo musicale mandellese – ha fatto ritorno in arcipretale per il bacio della reliquia.

Questa sera alle 22 il tradizionale e sempre atteso spettacolo pirotecnico.

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