In carcere mancano gli agenti. La Cisl: “Sotto organico del 30%”

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Al centro il segretario generale Cisl, Rita Pavan, tra Matteo Zizza e Silvano Piccinno (FNS CIsl), a destra Vincenzo Spagnuolo (Rsu)

 

LECCO – Dal 16 gennaio scorso si erano astenuti dal servizio mensa, un modo “simbolico e pacifico” con cui gli agenti della Polizia Penitenziaria di Lecco hanno voluto denunciare la carenza di personale assegnato al carcere di Lecco.

La mobilitazione è stata promossa dal sindacato FNS Cisl, che raggruppa i lavoratori del comparto sicurezza ovvero Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco (in passato anche la Guardia Forestale prima dell’annessione all’Arma dei Carabinieri), e ha trovato il sostegno della Cisl confederale.

“L’istituto penitenziario si trova sotto organico del 30% – spiega la segretaria generale di Cisl Brianza-Lecco, Rita Pavan – a fronte di 42 agenti che dovrebbero essere presenti a Lecco, solo 28 sono effettivamente in servizio; è una situazione che si protrae da tempo, in seguito anche ad una decina di pensionamenti avvenuti negli ultimi tre anni, che non hanno trovato sostituzione”.

Il risultato, spiega Matteo Zizza, alla guida della FNS Cisl lecchese, “sono i turni prolungati, si è passati dalle 36 ore settimanali previste da contratto, alle attuali 48 ore su tre turni giornalieri anziché quattro, superando spesso le 8 ore di servizio quotidiano. La mancanza di personale mette a rischio ferie e permessi per malattia, ma anche i servizi che rientrano nelle nostre mansioni, come l’accompagnamento dei detenuti in tribunale o in ospedale”.

“Anche la formazione degli agenti resta al palo, perché non si trova tempo per la partecipazione ai corsi” è intervenuti Silvano Piccinno, della segreteria del sindacato, affiancato da Vincenzo Spagnuolo, della Rsu.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la mancata assegnazione al casa circondariale di Lecco di altro personale, nonostante la conclusione di due corsi a dicembre che hanno formato nuovi agenti, insieme al mancato rimpiazzo di altri due colleghi che a febbraio saranno trasferiti a Como, attraverso la mobilità volontaria.

“A giugno si attende il 173esimo corso dal quale usciranno 1300 poliziotti penitenziari, pretendiamo che vengano assegnati a Lecco” prosegue Piccinno.

Il carcere di Pescarenico

 

I sindacati rimarcano la collaborazione con la direttrice del carcere lecchese, Antonina D’Onofrio, “da sempre attenta alla problematica”, e reggente da circa 10 anni del penitenziario di Lecco, dirigendo anche la casa circondariale di Monza, e con il comandante degli agenti penitenziari, il commissario Giovanna Propato. Un carcere, quello situato a Pescarenico, che fortunatamente non vive il fenomeno del sovraffollamento di cui si è parlato per altri istituti penitenziari: con una capienza di poco meno di una novantina di posti, attualmente sono presenti 75 detenuti, di cui una trentina di stranieri.

Il problema degli organici sotto misura invece, sottolineano i sindacalisti, non sarebbe una problematica non nuova anche ad altre province e più sentito negli istituti penitenziari di dimensioni ridotte come quello di Lecco.

La mobilitazione degli agenti al momento è stata sospesa dopo la risposta del Provveditorato regionale alla direzione del carcere che ha annunciato un interpello per verificare la disponibilità all’impiego temporaneo di alcune unità presso la sede di Lecco. “Riprendiamo il servizio mensa – sottolineano dal sindacato –  ma non demordiamo dalla nostra intenzione che sia trovata una soluzione rapida al problema”