Inaugurata CasAmica: “Rete di coesione sociale e accoglienza”

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La struttura inaugurata sabato 22 ottobre

 

LECCO – Da Milano a Lecco per costruire coesione sociale e promuovere la cultura della cura e dell’attenzione verso l’altro: con questi e altri obiettivi è stata realizzata a Lecco, nel rione di Germanedo, “CasAmica Francesco e Antonio”, struttura per l’accoglienza e sostegno dei malati lontani da casa e vivere il tempo della riabilitazione. 

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Da sinistra: Giuseppe Barbisoni, Marinella Vedani, Vincenzo Vedani, Stefano Gastaldi e Giovanni Sala

 

La casa lecchese, inaugurata sabato mattino, rientra nel fortunato progetto è nato 30 anni fa a Milano, grazie a Lucia Vedani, presidente dell’associazione CasAmica Onlus: l’idea era appunto offrire supporto e accoglienza ai malati e ai loro familiari giunti in città per potersi curare. Non solo una struttura, “ma un luogo di relazione, una famiglia, una porta aperta” come l’ha definita Giovanni Sala, responsabile della CasAmica lecchese.

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Il taglio del nastro

La struttura di cinque piani, si trova in via alla Rovinata 37 nel rione di Germanedo: completamente riqualificata potrà ospitare 1000 persone all’anno, cone le sue 18 le camere da letto con bagno, un salotto, una cucina, una lavanderia, un ufficio e una stanza per le attività. E stata dedicata a Francesco e Antonio, due giovani scomparsi prematuramente a causa della malattia.

Un luogo dove potersi trovare, ma anche “ritrovare”, per affrontare il difficile momento della riabilitazione fuori dall’ospedale: un luogo insomma dove la cura continua, grazie alla disponibilità dei numerosi volontari che “non mancano di far sentire a casa gli ospiti”.

Foto di gruppo per i volontari di Casamica
Foto di gruppo per i volontari di Casamica

 

 

“I volontari di CasAmica con la loro presenza costante e discreta sono ogni giorno accanto agli ospiti per offrire sostegno e amicizia e non fare mai sentire nessuno solo”.

Un progetto importante e avviato sul lecchese a dicembre 2015: “Perchè a Lecco? Lecco è una realtà vicina a Milano con tantissime strutture socio sanitarie di qualità dove in tanti vengono a curarsi. Realizzare una struttura di CasAmica era un tassello importante che va oggi ad inserirsi in quella rete di coesione sociale e accoglienza che valorizza le risorse del territorio e al contempo da vita ad un nuovo modello di integrazione tra i servizi socio-sanitari già presenti” hanno dichiarato Giuseppe Barbisoni, progettatore dell’edificio e Stefano Gastaldi, direttore CasAmica Onlus.

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Giovanni Sala, direttore della CasAmica “Francesco e Antonio” di Lecco e Virginio Brivio, sindaco di Lecco

 

All’inaugurazione era presente anche il sindaco di Lecco Virginio Brivio: “Come amministratore non posso che essere felice dell’intervento di CasAmica, sia per le ragioni umane e sociali che animano il progetto sia per aver di fatto sanato una ferita aperta in un rione della nostra città: la zona dove sorge la casa era infatti in stato di semi-abbandono da 16 anni. Ringrazio tutti per l’impegno e spero che CasAmica possa diventare presto punto di riferimento e virtuoso esempio per tante realtà associative”.

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Come spiegato l’intento nel tempo sarà quello di coinvolgere nel progetto giovani e altri residenti del rione, per offrire anche piccole possibilità di lavoro.

“CasAmica è nato come un progetto di un’associazione ma è diventato un vero e proprio progetto di comunità” ha concluso Giovanni Sala.

La struttura sarà visitabile fino alle ore 15 di sabato grazie alla disponibilità dei volontari dello staff CasAmica.

Oltre alla struttura lecchese CasAmica Onlus (nata a Milano nel 1986) ha oggi al suo attivo quattro case di accoglienza ubicate presso importanti centri di eccellenza ospedaliera. Le case sono aperte 365 giorni l’anno e dispongono complessivamente di 100 posti letto in grado di ospitare complessivamente oltre 4000 persone per un totale di 32mila pernottamenti l’anno. Attraverso la condivisione della quotidianità e degli spazi comuni i malati e i loro familiari, supportati dai volontari, trovano il coraggio e la forza per affrontare l’esperienza della malattia.