LECCO – “Persone come Pio hanno fatto grande non solo la nostra città, ma il nostro Paese”. E’ nelle parole del sindaco Virginio Brivio il significato e l’importanza di dedicare una via a Pio Galli: è l’omaggio del capoluogo lecchese ad un cittadino che, con la sua vicenda personale, ha rappresentato una parte importante della storia recente di Lecco, città medaglia d’argento della Resistenza e di una città industriale che ha saputo credere nel valore del lavoro.
Lui, partigiano a 17 anni e diventato, da operaio, un leader sindacale, sarà ricordato da oggi, non solo nella memoria di chi ha avuto l’onore di conoscerlo, ma anche dalla toponomastica cittadina, insieme ad altri nomi di illustri concittadini.
I suoi familiari, i rappresentanti delle istituzioni, l’intera CGIL di Lecco, la Camera del Lavoro dove Pio Galli ha mosso i suoi primi passi raggiungendo il vertice nazionale dell’organizzazione sindacale, erano presenti alla cerimonia d’intitolazione della via in suo onore. E’ via ai Caduti sul Lavoro, a Rancio, la strada che conduce al circolo Libero Pensiero, ad assumere oggi il nome di Pio Galli.
“Non una scelta causale – ha sottolineato il sindaco – questo circolo dopo la guerra è stato dedicato al ricordo del tributo di sangue di questo quartiere, dei partigiani che hanno perso la vita in battaglia. Un quartiere dal forte passato industriale, oggi mutato, ma che ha suo un patrimonio di cui essere consapevoli”.
La richiesta di dedicare una via del capoluogo al sindacalista, scomparso nel dicembre del 2011 all’età di 86 anni, era stata avanzata dall’associazione che porta anch’essa il suo nome. La stessa richiesta era stata avanzata anche al Comune di Annone, suo paese natale, che ha inaugurato via Pio Galli nel maggio del 2016. L’amministrazione di Lecco ha approvato la decisione lo scorso marzo, giungendo alla cerimonia odierna al Libero Pensiero.
“Ho avuto modo di conoscere Pio negli ultimi vent’anni, dal 1985 fino ad oggi, mi sentivo come un figlio adottivo per lui – lo ha ricordato Tino Magni, vicepresidente dell’associazione e suo compagno di sindacato – era una persona determinata ma dalla grande capacità di ascolto e che ha saputo portare avanti i valori in cui credeva, facendone una battaglia per i diritti dei lavoratori”.
Lo diceva lo stesso Pio Galli, in una delle ultime interviste, raccolta in un filmato mostrato in apertura di cerimonia: “Fare sindacato per me è stato un proseguimento della lotta iniziata con la Resistenza, la lotta per migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche. Oggi – diceva il sindacalista – le nuove generazioni hanno perso contezza di quelle battaglie, non conoscono queste conquiste e se ne sono persi i valori. Il denaro, il divertimento hanno sostituito questi principi, così si diventa succubi del potere e dei prepotenti”.
“Pio ci ha lasciato due insegnamenti – ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil, Wolfango Pirelli – la lotta antifascista, necessaria ancora oggi. Vediamo anche nella nostra città la presenza negativa di rigurgiti, di nuove forme di fascismo. Il secondo consiglio che ci dà è quello di domarci quale sviluppo vogliamo abbia il lavoro a Lecco, dopo la chiusura, negli anni ’70, delle più importanti fabbriche della città. Quindi il recupero di quelle aree dismesse e della vocazione produttiva di Lecco. La sua vita ci ha mostrato quanto siano unite dallo stesso filo democrazia, libertà e lavoro”.