“InGrigna!”, altre esplorazioni nella grotta “W le donne”

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Dentro la grotta "W le donne", la più
Dentro “W le donne”, la grotta della Grigna settentrionale più profonda della Lombardia.

 

ESINO LARIO – Che la Grigna Settentrionale sia un massiccio montuoso ancora tutto da esplorare, specie nelle sue viscere, è cosa nota. Non a caso ogni anno gli speleologi appartenenti al progetto di ricerca “InGrigna!” dedicano parte del loro tempo allo studio proprio delle grotte di questa zona.

Al momento sono conosciute un migliaio di cavità, ma queste rappresentano solo una piccola parte di ciò che si nasconde sotto la montagna.

Così lo scorso fine settimana si è tenuta una spedizione dentro “W le donne”, la grotta del Grignone più profonda della Lombardia.

Nei mesi scorsi si erano già svolte alcune spedizioni che avevano consentito di esplorare nuove diramazioni dell’abisso e che hanno condotto gli speleologi di “InGrigna!” a raggiungere i -1.260 metri, facendo diventare quella grotta la seconda più profonda d’Italia.

Protagonisti della nuova spedizione sono stati Maurizio Aresi del G.S.B. Le Nottole, Fabio Bollini, Marco Corvi (S.C. Cai Erba), Alessandro Rinaldi (S.C. Cai Romano di Lombardia), Gianluca Selleri (Gs Leccese ‘Ndronico) e Andrea Maconi (G.G. Milano Cai Sem – SSI).

Dopo il lungo avvicinamento nella neve fresca per raggiungere l’entrata della grotta situata sulla Cresta di Piancaformia, a 2.170 metri di quota, si è entrati nella grotta scendendo per 900 metri, dove è stato allestito un campo base utilizzato come punto di appoggio per le spedizioni più in profondità, in quanto notevolmente distanti dall’ingresso (dal campo base occorrono mediamente 11 ore per uscire).

Il giorno successivo i componenti della spedizione sono tornati nelle zone finali dell’abisso, dove la percorrenza è assai problematica per la presenza di laghi, cascate e lunghe strettoie e sono riusciti a scendere attraverso una nuova via fino a -1.200 metri.

 

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Concrezioni di fango dentro la grotta “W le donne” nuovamente esplorata dagli speleologi lo scorso fine settimana.

 

Dopo un pozzo piuttosto lungo (43 metri) e altri successivi saltini, la grotta si sviluppa con una galleria orizzontale che conduce a un pozzo con una grossa cascata d’acqua, sotto la quale occorre passare per raggiungere l’ultimo tratto di galleria terminante su un sifone, alla ragguardevole profondità di -1.313 metri.

La parte finale del ramo esplorato è caratterizzata dalla presenza di un grosso torrente. In questa zona sono presenti altre vie che fanno presupporre la presenza di altre prosecuzioni.

Dopo una ventina di ore di attività ininterrotta, gli speleologi hanno potuto fare ritorno al campo base per affrontare la lunga uscita il giorno successivo.

Le esplorazioni di “W le donne” e delle grotte circostanti hanno permesso agli speleo di “InGrigna!” di accertare la presenza di un complesso reticolo di pozzi e gallerie collegati tra loro per uno sviluppo complessivo di oltre 23 chilometri e con 18 ingressi a oggi conosciuti.

“Il punto più basso raggiunto a “W le donne” – spiegano i protagonisti della spedizione – costituisce la maggiore profondità, rispetto all’ingresso, che sia mai stata raggiunta in Italia. Ricordiamo tuttavia che la grotta con il maggior dislivello tra il punto più alto e quello più basso, comunemente indicata con il termine “profondità”, è situata sulle Alpi Apuane. Si tratta dell’Abisso Paolo Roversi ed è di 1.360 metri”.