“Io, Marta, 19 anni, baby sitter per sei settimane alle Bahamas”

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Marta Vola, 19 anni, fotografata quest'estate alle Bahamas, dove ha vissuto per sei settimane.
Marta Vola, 19 anni, fotografata quest’estate alle Bahamas, dove ha vissuto per sei settimane.

 

LIERNA – Lasciare la casa e la famiglia e andare a vivere per sei settimane alle Bahamas. Non per una vacanza, però, ma per lavorare come baby sitter al servizio della famiglia che l’ha ospitata.

E’ quanto ha fatto quest’estate Marta Vola, 19 anni, liernese, fresca di iscrizione all’Università (frequenterà a Milano la facoltà di Mediazione linguistica e studierà inglese e tedesco).

Un’esperienza di vita, quella vissuta sia pure per poche settimane nello Stato insulare dell’America centrale.

“Appena scesa dall’aereo a Rock Sound, sull’isola di Eleuthera – racconta la giovane – le emozioni sono state tante. C’erano la stanchezza per il viaggio travagliato (Marta era infatti rimasta bloccata a Miami per 24 ore a causa del maltempo, ndr), l’agitazione per quella nuova avventura che andava a incominciare e la curiosità nei confronti del posto e della famiglia che mi avrebbe ospitato. Nonostante fossimo parenti, infatti, prima di quest’anno non ci eravamo mai incontrati”.

 

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“Mi sono abituata alla routine abbastanza in fretta – spiega sempre Marta – Dal lunedì al venerdì sveglia alle 7, colazione, il tempo di sbrigare alcune faccende poi mi spostavo sulla favolosa spiaggia deserta e del tutto incontaminata, di fronte a casa, in compagnia di un bimbo di 2 anni e dei due fedeli cani della famiglia. Una volta pranzato e messo a letto il bambino, per un paio d’ore mi occupavo delle faccende domestiche e successivamente, al rientro dei genitori dal lavoro, trascorrevamo la seconda parte del pomeriggio in spiaggia o in una piscina che si trova nella zona della “marina”, un porto costruito di recente”.

Annabelle e suo marito, la coppia presso la quale Marta è rimasta per tutto il tempo del suo soggiorno alle Bahamas, lavorano presso il Cei – Cape Eleuthera Institute, un Centro di ricerca marina che oltre a studi e attività di laboratorio ospita studenti provenienti da varie parti del mondo (soprattutto americani, inglesi e canadesi, dunque un luogo ideale anche per esercitarsi con la lingua inglese) per corsi che prevedono lezioni con esperti insegnanti e uscite in barca, solitamente nel week-end, per conoscere e studiare da vicino l’oceano.

Marta-Vola (2)“Ho avuto più di un’occasione di partecipare a queste uscite e di osservare le meraviglie che l’oceano offre – racconta sempre la diciannovenne liernese – Munita di maschere, pinne e boccaglio ho visto squali, tartarughe marine, cavallucci, stelle marine e numerose specie di pesci. Un giorno sono andata con un gruppo di tirocinanti della mia età a visitare i punti più importanti dell’isola, da sud verso nord. Ebbene, la cosa che più mi ha colpito è stata la località di nome Glass Window, il punto dove l’isola è più stretta e dove si possono ammirare da un lato il Mar dei caraibi di un azzurro chiaro e brillante, dall’altro l’Oceano Atlantico, di un blu scuro e profondo”.

Ma consiglierebbe quella sua stessa esperienza, Marta Vola, alle ragazze della sua età? “Assolutamente sì – risponde la giovane senza esitazione – Sicuramente consiglio un’esperienza del genere a chiunque voglia ampliare i propri orizzonti allontanandosi dal caos della città. Io non sono particolarmente amante della natura, ma posso assicurare che staccare la spina per un po’, nel mio caso dopo la maturità, aiuta a sentirsi per così dire più “leggeri”. Trovarsi da soli dall’altra parte del mondo, poi, fa crescere e maturare tanto. Mi ha fatto trovare un’energia nuova, un coraggio e un’autostima che prima non avevo”.

“Un altro aspetto importante della mia esperienza alle Bahamas – conclude Marta – è stato sicuramente quello linguistico. Mi rendo conto di avere imparato molte più cose in sei settimane parlando esclusivamente inglese che in 5 anni di Liceo linguistico. La scuola mi ha dato sicuramente basi solide ma poche occasioni per metterle in pratica. Questo viaggio, poi, ha fatto ancora più chiarezza sul mio futuro: voglio viaggiare e vedere il mondo il più possibile, sia per piacere sia magari per lavoro”.

 

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