La cava sul Cornizzolo non si farà: ma a che prezzo?

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LECCO – Manca l’ufficialità, ma sembra che si vada verso la definitiva bocciatura della contestatissima cava del Cornizzolo.

Infatti, nelle tavole della Vas intermedia (Valutazione Ambientale Strategica che verrà discussa in Provincia il 31 luglio) sono stati inseriti dall’Ufficio Tecnico molti vincoli in merito all’apertura di un sito estrattivo al Cornizzolo, che porterebbero all’inevitabile bocciatura della richiesta di Holcim. Una bocciatura che in via definitiva dovrà essere decisa dal consiglio provinciale, dove Lega Nord e Pdl sembrano essere concordi, come spiega lo stesso Paolo Arrigoni capogruppo provinciale in quota Lega: “Con il Pdl non abbiamo mai avuto grosse divergenze e non credo ci saranno sul piano cave. L’auspicio è che si creino altre possibilità per garantire nel breve e medio periodo la fornitura di calce necessaria al territorio”.

Ma nonostante le indiscrezioni sempre più insistenti emerse in queste ultime ore, l’assessore provinciale all’Ambiente Carlo Signorelli (Pdl) contattato telefonicamente preferisce tirare il freno a mano: “In questo momento è prematuro dire quali saranno le sorti della cava del Cornizzolo. L’obiettivo della Vas del 31 luglio è quello di evidenziare le criticità, non di dare giudizi definitivi. Sulla cava esistono una molteplicità di problematiche rilevanti e di varia natura principalmente ambientale e culturale ma anche di tipo estrattivo che sono già state evidenziate. Sicuramente arriveremo a tirare le somme per poi prendere una decisione, ma questo non avverrà il 31 luglio; più probabile entro l’anno. Spero – ha aggiunto Signorelli – che possa essere un atto della provincia. Questo perchè credo sia meglio che a occuparsene sia l’istituzione di Villa Locatelli più vicina al territorio che non la Regione”. Quindi l’assessore si è congedato con un monito: “Attenzione che il piano cave non è solo il Cornizzolo“.

Infatti dalle schede della Vas intermedia (consultabili sul sito della provincia di Lecco) emergono molti meno vincoli per l’ambito estrattivo denominato Vaiolo, in comune di Lecco. Le richieste avanzate fin’ora per il suddetto ambito estrattivo sono relative all’ampiamento della cava di Vaiolo Bassa, dove Fassa Bortolo ha chiesto un ampliamento dell’attività estrattiva per 950 mila metri cubi in vent’anni, lo sfruttamento per un milione e cinquecento mila metri cubi nella Cava del Nibbio – adiacente alla cava di Vaiolo Alta – e l’apertura di un nuovo sito da 5 milioni di metri cubi in area Carbonera. Ma la richiesta maggiore in termini di volumi è sicuramente quella presentata da Unicalce, che ha chiesto l’estrazione di 10 milioni di metri cubi di calcare nella cava di Vaiolo Alta. Si parla quindi di uno sfruttamento di circa 17 milioni di metri cubi in tutta l’area di Lecco, contro gli 8 della cava del Cornizzolo.

Tornando al caso Cornizzolo il sindaco di Lecco Virginio Brivio (Pd) spiega:” I documenti sono appena usciti e non abbiamo ancora fatto le nostre valutazioni. A fine mese, quando ci sarà la Vas ci esprimeremo in merito. Noi responsabilmente  la nostra parte con una verifica di modalità e compatibilità la faremo, seguendo i criteri di giudizio di sempre, ovvero tenendo conto del fabbisogno estrattivo reale e non teorico del territorio e delle eventuali modalità di sfruttamento e dei ripristini della aree non più oggetto di escavazione”.

Brivio ha inoltre affermato che: “ho sempre pensato che la Cava del Cornizzolo non si sarebbe mai fatta a fronte di tutti i vincoli che sono presenti su quell’area”. Quindi ha concluso: “Sulla possibilità che le richieste minerarie del Cornizzolo si riversino su Lecco agttraverso un trasferimento tout court in termini quantitativi mi sembra un’ipotesi quantomeno fantasiosa, anche perchè le aziende che hanno avanzato le richieste sono diverse, e la stessa Holcim tratta materiale differente da quello che potrebbe trovare a Lecco”.