La Lega Nord parla di immigrazione a Carenno: “Ecco la verità”

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Da sinistra Tony Iwobi, Flavio Nogara e Luca Caremi

CARENNO –  “Accoglienza è immigrazione?” è questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal comitato sicurezza e immigrazione della Lega nord di Lecco che si è tenuto lunedì sera presso la sala consigliare di Carenno con l’obiettivo di spiegare ai cittadini “tutte le verità sul fenomeno immigrazione”.

Un argomento diventato ancor più di attualità in una paese Carenno che in questi giorni ha visto aumentare il numero dei richiedenti asilo ospitati in città passando da 6 a 25: “L’immigrazione è un fenomeno difficile da gestire – ha esordito Flavio Nogara segretario provinciale Lega Nord – per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questa serata per cercare di spiegarvi cosa c’è dietro questo business che sta mettendo in seria difficoltà il nostro paese”.

 

Da sinistra Tony Iwobi, Flavio Nogara e Luca Caremi

 

“Si possono classificare tre tipi di immigrazione: quella regolare e sana a cui noi di lega nord siamo favorevoli, poiché aiuta veramente il nostro paese, quella dei rifugiati che hanno diritto ad emigrare perché i loro paesi si trovano in stato di conflitto armato – ha illustrato Toni Iwobi responsabile federale DSI Lega Nord –  infine l’immigrazione clandestina contro la quale noi ci battiamo in prima persona

Lorenzo Citterio

E proprio riguardo a questo terzo tipo di immigrazione Lorenzo Citterio, responsabile DSI Lecco, prima e il senatore Paolo Arrigoni poi hanno fatto il punto della situazione in Italia e in Europa.
Attualmente la provincia di Lecco ospita 1272 richiedenti asilo – ha spiegato Citterio – ospitati con i due sistemi di accoglienza Cas, gestito a livello nazionale, e Sprar gestito dalla nostra prefettura. La maggior parte dei richiedenti asilo arriva dalla Nigeria e dal Pakistan paesi in cui non c’è alcun stato di guerra, mentre meno del 5% arrivano da paesi che, essendo in stato di guerra, danno diritto  allo status di rifugiato e di protezione europea; la maggior parte dei richiedenti asilo quindi sono migranti economici che vengono mantentuti da noi”.
Se i numeri a livello provinciale non lasciano indifferenti, a livello nazionale la situazione è preoccupante: “ 181 mila sbarchi nel 2016 e 60mila a giugno 2017 il 28% in più rispetto lo scorso anno – ha illustrato il senatore Paolo Arrigoni – ma se i dati degli sbarchi fanno riflettere, quello che preoccupa maggiormente sono i morti: 5085 nel 2016, 1500 al 24 maggio di quest’anno, un numero impressionante”

Il senatore Paolo Arrigoni

Ma a preoccupare non è tanto il numero sempre maggiore di sbarchi, ma bensì  il sistema di gestione dei “sedicenti richiedenti asilo”: “Dal 2014 al 2016 sono sbarcate sul territorio italiano 505mila persone, solo 272mila hanno richiesto asilo, i rimanenti non sappiamo né dove sono, né cosa fanno – ha spiegato Arrigoni – dopo due anni, durata media dell’iter italiano per stabilire se una persona ha diritto o meno alla protezione sussidiaria, internazionale o umanitaria (vigente solo in Italia e per volere del governo Prodi per accogliere coloro che non hanno diritto alla protezione sussidiaria o allo status di rifugiato) durante i quali le persone rimangono parcheggiate nei centri di accoglienza senza fare nulla, di queste richieste, nel 2016, solo 88 mila hanno ottenuto la protezione di cui solo 44mila sussidiaria e internazionale. Questo significa che l’Italia spende ben 4,7 miliardi l’anno per mantenere clandestini che non hanno diritto d’asilo”.
Un sistema che, paradossalmente, va a colpire sopratutto coloro che avrebbero diritto allo status di rifugiato: “La cosa più assurda è che data la mancanza di fondi,  coloro che ottengono la protezione internazionale vengono buttati fuori dal sistema e non si sa dove vanno!”.

Un sistema “malato che se dovesse continuare così nel 2060 in Italia ci saranno più stranieri che italiani” ha osservato Lorenzo Citterio; “ma quindi se nei loro paesi non c’è la guerra, da cosa scappano? Dalla fame?” ha chiesto più volte il pubblico.

No dalla fame no – ha risposto Iwobi – in Africa abbiamo il 25% di terra coltivabile del mondo e il 20% dell’occupazione globale in lavori agricoli è nostra questo significa che il cibo c’è, inoltre il viaggio in Italia con i barconi non è economico, servono soldi che non tutti hanno…vengono in Italia perchè sono tratti in inganno e illusi da quello che gli viene raccontato, è una sorta di schiavismo consenziente“.

 

“Ci sono diversi fattori di attrazione – ha fatto eco Arrigoni – un fattore politico in primis, il partito di Alfano, i cinque stelle, il Partito democratico e alternativa popolare vorrebbero riconoscere la protezione ai migranti economici, inoltre il nostro sistema di accoglienza e i tempi lunghi per le richieste di asilo permettono ai richiedenti asilo di vivere per due anni a nostre spese godendo anche di alcuni privilegi”.
Ma dietro c’è ben altro non c’è solo l’illusione di una terra dell’eden – ha continuato il senatore – giocano un ruolo fondamentale anche gli interessi economici di cooperative, associazioni, privati e di organizzazioni criminali locali che sfruttano i richiedenti asilo per i loro scopi, infine le organizzazioni non governative (ONG) lucrano sul mercato dell’immigrazione e per colpa loro si sta verificando un abbassamento dei mezzi degli scafisti che ad oggi viaggiano su gommoni cinesi monocamera, senza le tecnologie adeguate che mettono in scacco i nostri sistemi investigativi”.

La situazione è quindi ben più complessa di quanto sembri, ma delle soluzioni ci sono:” Lo stato dovrebbe: identificare tutti coloro che arrivano in Italia, sia via mare che via terra, non avendo più nessun clandestino in circolazione, aumentare i rimpatri ed eliminare la protezione umanitaria presente solo in Italia – ha concluso Paolo Arrigoni – applicare regole strette alle ong, aumentare le forze investigative, rivedere  l’accordo Ue  sui ricollocamenti e rilasciare la carta di identità all’immigrato solo se ha ottenuto la protezione internazionale”.