“La violenza sulle donne inizia fin dall’infanzia”: esperti alla Uil Lecco

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LECCO – Non si ferma l’agghiacciante fenomeno della violenza di genere: “In Italia nel 2012 sono state uccise 124 donne e in questi primi due mesi dell’anno siamo già a 20” ha denunciato la segretaria Uil, Marilisa Rotasperti, promotrice insieme al sindacato lecchese di un incontro, che si è svolto nella mattinata di lunedì nella sede di c.so Matteotti, per approfondire un fenomeno tanto drammatico quanto in costante aumento.

“Una violenza che trova spazio spesso e volentieri nell’ambiente famigliare – ha proseguito la segretaria Uil – ma che non risparmia il mondo del lavoro e quindi anche la sfera d’azione del nostro sindacato; non parliamo solo di mobbing, ma anche di dislivelli salariali, isolamento, difficoltà a raggiungere i cosiddetti piani alti”.

Un “mostro” che prende forma già dai primi anni di vita dell’individuo, come spiegato dalla relatrice Roberta Brivio, psicologa dell’emergenza, psicoterapeuta e membro del Coordinamento Pari Opportunità di Uil Lombardia: “La violenza, in particolare quella domestica, ha inizio fin dalla tenera età, quando il bambino si scontra con modelli culturali e familiari dove esiste una violenza subita e accettata dalla madre, oppure da un altro membro della famiglia e vissuta come una normalità. Nei maschi c’è l’identificazione con l’aggressore, quindi i figli di padri violenti si alleano con la figura paterna perché dà loro sicurezza sentirsi dalla parte del più forte e importeranno questo modello nella famiglia che andranno a creare. D’altro lato le donne che crescono in una famiglia di questo tipo sviluppano un bassissimo livello di autostima ed un domani potrebbero persino pensare di non avere il diritto di essere soggetti – e non oggetti – delle relazioni che andranno a creare”.

A condividere l’analisi anche Telefono Donna Lecco, rappresentato all’appuntamento Uil da Rita Fava e Lucia Riva, che solo lo scorso anno hanno prestato assistenza a quasi 150 donne della provincia di Lecco, di cui circa un quarto di origine straniera.

Perché come ricordato da Giuseppe Carpentieri, responsabile della sicurezza per Uil Lecco, tutelare le donne extra-comunitarie risulta più complesso: “Molto spesso le ragazze abbandonano la scuola dopo avere adempiuto agli obblighi di legge, per poi essere costrette a rimanere tra le mura domestiche; quella che viene a crearsi è una società nella società, chiusa su sé stessa e spesso impenetrabile. Occorrerebbe uno sforzo maggiore da parte delle istituzioni per approfondire queste dinamiche”.

Tra i presenti, oltre al segretario generale di Uil Lecco Salvatore Pellegrino, anche rappresentanti della Questura e del Comune, tra i quali la consigliera Irene Riva che da anni impegnata anche con ruoli istituzioni nella formazione di genere: “Ho chiesto che la questione venga affrontata anche in Comune con un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza e ad esperti che ci possano spiegare come si ferma questo fenomeno. Basta all’approccio ideologico, è necessario aprire subito il tavolo istituzionale già previsto dalla recente normativa regionale”.