LAC: “Lecco, una città che non sa prendersi cura di se stessa”

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LECCO –  “Lecco, la nostra città, una città sempre più sporca, dove si fanno disposizioni comunali per vietare l’abbandono dei rifiuti, regolamenti comunali per evitare che i marciapiedi siano pieni di mozziconi di sigarette, dove lo squallore e l’abbandono sono imperanti, una città dove non si riesce a fare intervenire la Polizia locale o le Guardie Ecologiche del Comune per l’abbandono dei rifiuti.

La nostra Lecco offre ai turisti lo squallore di una città dell’est Europa di qualche anno fa. Una città da anno zero dove architetti, seduti su scrivanie di futuristico design, con il consenso dei nostri amministratori pensano che Lecco possa diventare più bella e sicura sistemando una piazza senza considerazione per quanto preesisteva su di essa, come queste piante che, nonostante quel che ne pensino i progettisti che le vorrebbero abbattere e i nostri amministratori, sono un patrimonio ambientale per il vivere di una città che vuole essere definita tale. Non dimentichiamo che molti anni fa ci furono dei grandi pensatori che ebbero l’idea (e la proposero) di tagliare niente di meno che tutte le piante del nostro lungolago. Il pregio di un’area è mantenerla pulita, ordinata e fruibile mentre questo manca in molte zone della città. Tanti anni di battaglie non sono serviti a nulla se, ancora oggi i nostri amministratori ragionano in questi termini: valorizzare distruggendo ciò che invece andrebbe mantenuto e curato.

Per quanto riguarda le piante di Via Sassi basterebbe progettare un parcheggio più moderno, sicuro per i pedoni, senza tagliare gli alberi poiché non danno alcun fastidio né alle auto, né ai pedoni. Tagliare questi alberi per piantarne di nuovi per una semplice comodità del progettista, è una soluzione facile, comoda e magari anche più dispendiosa. Le piante della città vanno innanzitutto curate, perché è inaccettabile che vengano abbattute per rifare un parcheggio dove probabilmente non andrà nessuno visti i prezzi dei parcheggi in centro (che sono praticamente ormai per lo più vuoti). Questa tecnica, che a Lecco pare la norma, è attuata anche in altre città ma è una scuola di pensiero che dimostra zero rispetto non solo per le piante ma anche verso i cittadini. E’ molto più semplice abbattere gli alberi che non fare manutenzione, così da lasciare il campo libero a piazze asettiche.

Con questa mentalità, Lecco avrà nel prossimo futuro delle inutili piante di plastica al posto di quelle vere che producono ossigeno e, nel caso specifico, in una zona centrale della città dove l’inquinamento e il traffico sono altissimi. Quello che fanno queste piante esistendo, è un grande regalo ai nostri polmoni. E’ inutile togliere gli alberi e abbellire la città con vasi di plastica coi fiori veri come è già stato fatto perché purtroppo, a parte pochi di questi vasi rimasti tali ossia coi fiori dentro, la maggior parte è stata trasformata in cestino per i rifiuti e questo grazie soprattutto alla gente senza senso civico ma anche grazie al fatto che in città non c’è controllo né sanzioni per chi la rovina o la sporca. Si dice che non ci sono fondi, ma per i fuochi d’artificio i fondi ci sono, così come ci sono per gli striscioni messi sulle vecchie mura di Lecco dove, se un turista volesse fare una foto si troverebbe disincentivato. Alla faccia del rispetto del paesaggio! Lecco si sta trasformando in luogo asettico ma non dal punto di vista igienico.

Lecco, ci spiace dirlo, nel corso degli anni è diventata un città morta, non solo per motivi economici ma anche perché non vi è stata attenzione neppure per quelle quattro vie del centro dove imperano deiezioni umane, lattine e bottiglie di birra e vino rotte o posate sui muri o a terra mezze piene.

Invitiamo gli amministratori ad attivarsi e a farsi una passeggiata per la città così da poter vedere il senso di abbandono in cui versa Lecco (negozi chiusi, saracinesche abbassate, strisce pedonali non dipinte, zone del centro con lastricatura sconnessa).

L’unica cosa che abbellisce il paesaggio grigio da periferia che ormai abbiamo anche in centro sono le piante che per far posto a qualche auto in più ora si vorrebbero spazzare via. Per Piazza Sassi si possono mantenere gli alberi (tutti), ridisegnare le zone di parcheggio, mettere le stanghe ingresso/uscita per il pagamento automatico e posizionare dissuasori per le auto al fine di aiutare il passaggio pedonale. Invece no, si preferisce utilizzare una ruspa per buttare giù tutto fingendo che sia l’unica soluzione.

E’ davvero l’unica soluzione? Forse i nostri amministratori non sanno che gli alberi hanno bisogno, per crescere, di decenni e che alberi con una massa non sono sostituibili. Inutile piantare piccoli alberi che non verranno mai curati da nessuno perché innanzitutto non sono utili quanto quelli già presenti e anche perchè morirebbero a breve, e chissà mai che al posto di ripiantare qualcosa non si decida di trasformare quello spazio libero, in un altro posto auto.

Non ci siamo ancora dimenticati del bellissimo cedro del libano abbattuto all’incrocio di Viale Adamello. I lecchesi hanno molto il senso di appartenenza alla loro città e ogni volta che vengono strappate radici inutilmente non muore solo un albero. Muore anche la fiducia dei cittadini nei confronti di chi in quel momento sta decretando che è meglio il cemento al verde pubblico”.

LAC Lega per l’Abolizione della Caccia Onlus – Sezione provinciale di Lecco