L’addio a Franco Faggi. “Ciao, grande uomo e grande canottiere”

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MANDELLO – Erano in tanti, martedì 14 giugno dentro la chiesa parrocchiale di Sant’Eufemia a Olcio, per l’ultimo saluto a Franco Faggi, campione olimpico di canottaggio ai Giochi di Londra del 1948.

Nel primo banco, accanto al sindaco di Mandello Riccardo Fasoli, c’era Giuseppe Moioli, che quel giorno d’agosto di 68 anni fa (lui aveva appena compiuto 21 anni) conquistò l’alloro più ambito vincendo la finale del “4 senza” in barca proprio con Faggi, oltre che con Giovanni Invernizzi e Elio Morille.

Al centro della chiesa la bara di legno chiaro coperta da un cuscino di fiori bianchi, come bianche erano le due rose posate sul feretro prima dell’inizio della cerimonia dai nipoti del grande vogatore, scomparso all’età di 90 anni.

Ai lati, il gonfalone del Comune di Mandello e i labari delle sezioni di Lecco e di Como dell’Associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d’Italia, oltre che dell’Anaoai regionale. Poi quello dell’Associazione medaglie d’oro al valore atletico di Lecco e il gagliardetto listato a lutto della Canottieri Moto Guzzi.

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Ad assistere al rito funebre – accanto alla moglie Gianfranca e alle figlie Elisabetta e Pierangela – vogatori e atleti di ieri e di oggi, altre autorità pubbliche e le nuove leve del canottaggio mandellese. Sei di loro nel fine settimana avevano vinto a Gavirate i campionati italiani giovanili. Riccardo Elia, Nicolas Castelnovo, Davide Comini e Simone Fasoli, tra l’altro, proprio nel “4 senza”, l’armo che come detto portò al  trionfo nel ‘48 la “Moto Guzzi”. E i quattro, con la maglia bianca di campioni d’Italia, avevano trovato posto accanto all’altare insieme a Ilaria Compagnoni e a Carolina Codega, vittoriose sul lago di Varese nell’“otto”.

All’omelìa il parroco di Olcio, don Mario Tamola, rifacendosi alle letture della messa ha ricordato che “come Gesù, anche noi risorgeremo e ci troveremo accanto a Lui nella sua casa”.

“Pensiamo allora alla meta che ci attende – ha detto il sacerdote – e chiediamo anche per Franco la gloria eterna in paradiso”.

Prima della benedizione e prima della lettura della preghiera del canottiere, il sindaco ha ricordato con parole commosse Franco Faggi, “grande uomo e grande vogatore”. “Ci mancherai  – ha affermato – ma sono certo che ora tu ci starai dicendo che il mondo va avanti, nel ricordo dei tuoi insegnamenti e della tua umiltà”.

Al termine del rito la bara è stata portata a spalle dalla chiesa fino al cimitero della frazione dove Faggi ha vissuto. E dove riposerà per sempre.