L’addio a Vitali. La figlia Elena: “Orgogliosa di te. Buon viaggio, papà”

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L’ingegner Giancarlo Vitali

ABBADIA LARIANA – “Ti ho sempre ammirato tanto, sai papà… ma credo di non avertelo mai detto. Sono sempre stata orgogliosa, da figlia, di un papà come te e anche questo credo di non avertelo mai detto. Ti voglio bene e temo sia passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che te l’ho detto. Ora ti lasciamo andare, fai buon viaggio! I tuoi cari defunti già ti aspettano nella gloria dei cieli, dove so che ti rivedrò”.

Si conclude così la toccante quanto tenera lettera che Elena, una delle tre figlie dell’ingegner Giancarlo Vitali, ha letto venerdì 10 febbraio nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo ad Abbadia Lariana durante i funerali del padre.

Una missiva scritta con il cuore e con tutto l’affetto che una figlia può avere per il proprio genitore. “Sento che la tua anima è ancora qui – aveva premesso Elena – e se perdo questa occasione l’avrò persa per sempre… Tra poco sarai libero di andare dal Padre nostro, quel Padre che ci hai insegnato a pregare e nel quale hai sempre riposto le tue speranze, le tue paure, le tue preghiere”.

“Voglio ringraziarti di tutto quello che mi hai dato – ha aggiunto – anzitutto questa famiglia. Da figlia e sorella non avrei potuto desiderare di meglio! I valori, l’onestà, la dedizione, l’amore e l’attenzione verso gli altri. Poi la giustizia, la lealtà, la passione per le cose semplici, gli hobby come quelli che abbiamo condiviso nei nostri piccoli lavori di restauro o in giardino, l’amore per la scienza e per la tecnica, per la cultura…”.

Poi un altro passaggio significativo: “Ti sei sempre preoccupato per noi, prima che di te stesso. La malattia, cinque anni fa, ti ha portato a pensare che dovevi prepararti a questo giorno. A noi, soltanto a noi pensavi… Volevi fosse tutto sistemato e a posto. Anche adesso, con questo modo improvviso di andartene, ci hai dimostrato che il tuo primo pensiero eravamo la mamma e noi. Vai sereno, papà! Ti prometto che avremo cura della mamma, non temere…”.

E ancora: “Mi mancherai, mi mancherai tantissimo. Mancheranno le nostre chiacchierate, gli scontri, le discussioni. E mi mancheranno i tuoi racconti di una vita vissuta pienamente, dai tuoi primi anni, la scuola, l’università, il lavoro, le scampagnate, le tue avventure… Mi mancherà parlare con te del futuro, dei progetti che condividevamo per la casa…”.

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