Lago sicuro? I bagnini ci sono, ma nessuno li ‘arruola’

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La spiaggia del parco Ulisse Guzzi ad Abbadia in una foto dello scorso anno
Giulio Galli e Angelo Valtolina, della sezione lecchese Società Nazionale di Salvamento

 

LECCO – 2012, il 3 gennaio nasce la sezione lecchese della Società Nazionale di Salvamento, fondata nel 1871 a Genova. Presieduta dal monzese Angelo Valtolina, la sezione si occupa della formazione dei bagnini, attraverso corsi effettuati due volte l’anno, da settembre a dicembre e da gennaio ad aprile.

Oggi sono un centinaio i bagnini formati dalla Società Salvamento di Lecco come ci spiega Valtolina, che abbiamo incontrato: “Il brevetto da bagnino è la base di qualsiasi attività di salvamento, dunque il nostro principale lavoro è quello di formare i futuri bagnini, sia per il presidio interno (piscina, ndr) che per quello esterno (lago, mare, ndr)”.

Nonostante il prodigarsi della società di Salvamento per la formazioni di bagnini però la richiesta nel lecchese resta bassa, come ci raccontano Valtolina e Giulio Galli (membro della società di Salvamento lecchese e subacqueo): “Più che altro riceviamo domande per il presidio nelle piscine, ma ad esempio durante la stagione estiva sulle spiagge non siamo richiesti. Dispiace, perchè sono diversi i comuni sul lago con lidi e spiagge e la presenza di un bagnino dovrebbe essere sentita come necessità per la sicurezza dei bagnanti, considerando che il lago è molto più insidioso del mare e della piscina“.

Bagnanti in spiaggia e in acqua ad Abbadia Lariana

 

Un’insidia che anche sulle spiagge lecchesi si è in qualche sfortunato caso trasformata in tragedia: “Il problema del lago – prosegue Valtolina – è che dopo pochi metri ‘sprofonda’, diversamente dal mare, dove invece il livello di profondità è graduale. Ciò vuol dire che nel lago serve prestare maggiore attenzione e soprattutto essere dei buoni nuotatori, anche se di certo non basta per essere del tutto fuori pericolo”.

Il classico pattino da salvataggio

 

Non sono poche le spiagge lecchesi che d’estate vengono prese d’assalto, ma nonostante ciò nessuna amministrazione comunale ha ritenuto utile ‘sfruttare’ la risorsa dei bagnini per presidiarle: “Capiamo che un bagnino per ogni spiaggia forse sia eccessivo, ma è anche verso che sulle principali spiagge pubbliche mancano i basilari strumenti di sicurezza, come un salvagente” ha detto Giulio Galli.

Da 17 anni la Provincia di Lecco coordina l’iniziativa Lario Sicuro, portata avanti con l’aiuto dei volontari della Protezione Civile, della Scuola Italiana Cani di Salvataggio e della Guardia Costiera che periodicamente organizzano sulle spiagge lariane giornate informative per i bagnanti e i diportisti (imbarcazioni). Un’iniziativa nel solco della sicurezza, ma che naturalmente non garantisce un presidio costante quale quello che offrirebbero dei bagnini qualificati.

Angelo Valtolina, presidente della Sezione Lecchese Società Nazionale di Salvamento

Nonostante le scarse richieste la Società di Salvamento lecchese e i suoi istruttori Iamas (Istruttore nelle Arti Marinaresche per il Salvataggio) dal 2010 offre validi corsi di formazione per i bagnini: “Tre sono le parole d’ordine che insegniamo e ripetiamo allo sfinimento agli allievi – spiega Valtolina – sorvegliare, prevenire e intervenire. Tanta gente pensando al nostro lavoro si immagina i protagonisti di Baywatch, abbronzati e rilassati in spiaggia. Tutt’altro: è un lavoro impegnativo, soprattutto moralmente, visto che in caso di incidenti la responsabilità cade sul bagnino, ovviamente se presente in spiaggia”.

Al  corso vero e proprio come illustrato possono iscriversi gli aspiranti bagnini di età compresa tra i 16 e i 53 anni, anche se entro la fine del 2018 è in programma un cambio di legge che abbasserà l’età ai 50 anni. “Prima di accedere al corso gli aspiranti devono superare un test di idoneità, non è infatti raro che si presentino persone che non sanno nuotare. Il fatto è che noi non insegniamo a nuotare ma prestare soccorso in acqua: per questo motivo abbiamo deciso di introdurre una piccola prova. Dopo di che il corso avviene in piscina principalmente, dove vengono insegnate tutte le manovre per il recupero del pericolante – questo il termine utilizzato nel salvamento per indicare il bagnante in difficoltà – infine al mare dove si tiene l’esame. Se superato si ha diritto al brevetto nazionale, riconosciuto anche in altri paese”.

Naturalmente, bagnini presenti o non presenti, il buonsenso non deve mancare mai. Con Angelo Valtolina e con Giulio Galli abbiamo ripassato alcune delle principali regole per stare al lago in maniera sicura: pochi e semplici accorgimenti che però possono evitare spiacevoli inconvenienti.

1) Dopo mangiato evitare di fare il bagno prima che siano trascorse 3 ore
2) Non tuffarsi se troppo accaldati: meglio bagnarsi da riva tronco e testa per adeguare la temperatura del corpo a quella dell’acqua
3) Nuotare sempre in due e fare in modo di farsi sempre vedere/sentire da chi è a riva
4) Se vi piace il nuoto libero avere sempre con se il palloncino per farsi vedere in acqua dalle imbarcazioni e nuotare lungo la costa