L’assessore volontario: “Un’esperienza indimenticabile”

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Il St.Francis Children’s Village in costruzione

 

LECCO – Un villaggio per ospitare i bambini di strada, dare loro una casa e dei comfort e al contempo permettergli di avere una formazione professionale, in modo da inserirsi, un domani, nel mondo del lavoro. Questo l’obiettivo della missione St. Francis Children’s Village, nata nel 1999 e portata avanti con passione dall’Associazione “Amici di San Francesco” Onlus di Osnago a Meru, in Kenya.

Il progetto nasce dall’appello del sacerdote tanzaniano Padre Francis Limo Riwa che durante una vacanza-lavoro in Kenya, nell’estate del ’99, sottopose al gruppo di volontari presenti allora nel paese il problema dei bambini di strada abbandonati dalle famiglie: bimbi di diverse età, alcuni piccolissimi, caduti nel degrado di una vita fatta di furti e prostituzione, costretti a sniffare colla per non soccombere ai morsi della fame.

 

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A sinistra Giancarlo Magni e a fianco Franco Keller

 

Partito nel ’99, il progetto di creare un villaggio per ospitare questi bambini si è arricchito nel tempo dell’aiuto e dell’intuito di Giancarlo Magni, che nel 2000 da vita all’Associazione “Amici di San Francesco” Onlus (sede a Osnago), oggi da lui presieduta: da allora il sodalizio sostiene iniziativa umanitarie in diverse parti del Kenya.

 

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In questi anni tanti sono stati i volontari che hanno contribuito alla realizzazione del villaggio: un progetto a cui quest’estate tra gli altri ha partecipato anche Stefano Gheza, assessore allo Sport del Comune di Lecco. Partito a Ferragosto Gheza è rientrato in città dopo due settimane di lavoro insieme a una ventina di altri volontari, tra cui tanti giovani lecchesi, l’imprenditore Franco Keller e il Presidente dell’Associazione Magni.

 

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In 18 giorni, come spiegato dall’assessore, sono state gettate 40 tonnellate di cemento, fondamenta di quello che sarà il padiglione con docce, bagni e lavanderia per i circa 500 bambini di strada ospiti del St. Francis Village. “Un numero considerevole – ha commentato –  tanti si sono irrimediabilmente rovinati per il continuo uso di colla, ma ti entrano nel cuore. Io mi sono affezionato, seppur con attenzione, in particolare a Quincy, un bimbo a cui il padre ha tagliato le dita delle mani per farlo morire dissanguato ma che fortunatamente è stato salvato e curato. Ma di storie brutte come queste ce ne sarebbero tante altre, sono bambini abbandonati, che prima di arrivare qui vivevano per strada, machete in mano. Fuori dal villaggio se ne vedono ancora parecchi in giro”.

 

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L’immancabile palla da rugby

 

Un’esperienza indimenticabile, come raccontato da Gheza, che alle missioni non è nuovo: “Sono stato tanto in Asia col Pime, l’Africa l’ho girata da turista, questa invece è stata la mia prima volta da volontario in Kenya. E’ stato bellissimo, sono stati giorni di fatica ma anche di gioia, tra il bel gruppo di volontari che si è formato e la presenza di questi bambini, ognuno con una storia terribile sulle spalle, bisognosi di aiuto e di un futuro migliore, senza degrado. Il progetto è meritevole, Keller è un imprenditore illuminato e ha guardato oltre la realizzazione fisica di un villaggio per recuperare i bambini di strada – ha continuato – l’idea è quella di rendere il centro un luogo di formazione, dove i piccoli possano imparare e inserirsi nel mondo del lavoro, tornando utili alla comunità del loro paese”.

 

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L’area dove sorge il St. Francis Village è di proprietà della Diocesi di Meru. Insufficienti tuttavia le risorse economiche per mantenere il progetto, che gli “Amici di San Francesco” vorrebbero rendere totalmente autonomo: “Il villaggio dovrà automantenersi – ha spiegato Gheza – l’idea di Padre Francis è quella di creare un allevamento di pesci gatto e di maiali che venduti permetteranno l’entrata di soldi per mantenere il centro in maniera autonoma: questo è l’obiettivo”.

Una missione di cui l’assessore si è innamorato, così come della terra dove i volontari hanno prestato il loro impegno: “Mal d’Africa acuto” scriveva il lecchese sulla propria pagina Facebook, per due settimane diario delle lunghe giornate passate al villaggio, lavorando dall’alba alla sera dopo le 9. “L’Africa è una terra incredibile, forte, bellissima, ma anche cattiva. Ti resta nel cuore, torni a casa arricchito, la voglia di tornare è tanta, mi piacerebbe il prossimo anno, per i bimbi ma soprattutto per vedere come procedono i lavori” ha raccontato Gheza.

 

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Per saperne di più sul progetto e sulle tante altre iniziative umanitarie dell’Associazione “Amici di San Francesco” o per contribuire con una donazione visitare il sito www.sanfrancesco-osnago.it